giovedì 29 novembre 2012

Il sesto senso è rosa

Il sesto senso è rosa. Il sesto senso è rosa perchè è donna. Il sesto senso è rosa perchè è donna, è femmina. Il sesto senso è rosa perchè è donna, è femmina, perchè le donne hanno qualcosa in più nell'istinto. Il sesto senso è rosa perchè è donna, è femmina, perchè le donne hanno qualcosa in più nell'istinto, non perchè gli uomini hanno qualcosa in meno, ma perchè il rosa donna ha qualcosa in più e basta.
                                                            Foto scattata da Giulia Zen.

"Le donne lo sanno" canta un famoso artista italiano, Luciano Ligabue. Leggendo il testo della canzone, escludendo certe parti che ne costituiscono la vera e propria canzone, si riesce a intendere una sorta di confessione poetica dietro a questa affermazione. Sanno cosa? Lo sanno.... e quel "lo" intende molteplici cose che si racchiudono in una cosa, forse diversa per ognuno di noi, in base alla propria interpretazione...e io semi-svelerò la mia.... perché io stessa non lo so identificare, ma la mia anima letteraria capisce quel "lo" anche se non so spiegarlo. Archiviate i pregiudizi sugli artisti italiani, ascoltatela e basta.
Per quanto mi riguarda e per quanto riguarda questo post, mi riferisco a tutto e niente, come Ligabue. Proverò a spiegarmi.
C'è qualcosa in più dentro ogni donna che abbia una certa composizione di sensibilità (e nonostante le maschere quasi tutte le donne ce l'hanno... se non tutte), è quel "non so che" che si percepisce da un tono di voce, da un sms, da uno sguardo. E' quel "non so che" che si percepisce da un'emozione, da una sensazione, da un nodo in gola che non scende e non si capisce il perché e poi il mistero si svela e si scopre che "ahimè" o "fortunatamente", vi era un motivo per quella zanzara nell'orecchio.
Tanti sono gli esempi, tante sono le bugie smascherate, tante sono le verità di cui si era a conoscenza prima che venissero confessate, tante sono le volte in cui le donne fanno finta di nulla per evitare qualcosa a loro stesse o un dolore ad altri, ma ciò non toglie che: il sesto senso è rosa, perché le donne lo sanno.

A tutte le donne, in particolare a quelle che faticano ad ascoltarlo... seguitelo perché esso ha (quasi) sempre ragione, e vale la pena correre il rischio...
Chiara

domenica 25 novembre 2012

Ritratto di famiglia

Buddha scrive: "Una famiglia è un posto dove le anime vengono a contatto tra di loro. Se si amano a vicenda la casa sarà bella come un giardino di fiori, ma se le anime perdono l'armonia tra loro, sarà come se una tempesta avrà distrutto quel giardino." 

                                                           Foto scattata da Giulia Zen

Ogni famiglia ha pregi e difetti, ma la propria famiglia ha, o meglio, dovrebbe avere, un valore inestimabile all'interno del proprio cuore. Così, inizia, il mio ritratto di famiglia.
La famiglia mostra comprensione, aiuto, capacità di stare vicino all'anima di ogni membro, amore in un abbraccio, amore in una telefonata, amore dimostrato anche solo ricordandosi una data importante, o comunque essersi interessati se all'inizio si era scordata.

La famiglia non si può scegliere, ma arriva il momento in cui ci si può rendere conto di essersi appoggiati alla famiglia sbagliata, a quella famiglia che non rispecchia più il nostro ritratto, a quella tanto distante dal nostro guardino, da non essersi accorta nemmeno di averlo distrutto, non tramite una tempesta, ma lei stessa con le sue mani.

Le seconde occasioni arrivano spesso e ci si può rendere conto che, la famiglia accanto a quella che si credeva propria, ha sempre pensato un po' di più a noi, celandosi ogni tanto, ma comparendo molto spesso. In ogni caso, non è detto che siano consanguinei, a volte lo sono, a volte no: a volte scegliamo noi stessi i membri reali, quelli che davvero ci sono, a volte si arriva a sentirlo con il cuore, ma ciò che conta realmente è averne una che non distrugga il giardino dell'anima, o che, semplicemente, non lo abbandoni.

Io stessa ho "calcolato la famiglia sbagliata", ma quando arriva quella giusta, è inconfondibile, perchè rispecchia il mio ritratto, come io la desidero, e capisco quanto sia importante averne una che sia sempre accanto a te.

Con questo post volevo ringraziare delle persone, tutte le persone che si sono ricordate che per me è stata una settimana importante, tutte quelle a cui ho inviato foto su foto e venivano ossessionate da casi clinici che stentavano a comprendere... alcuni di loro erano consanguinei, altri no... ma sono la mia famiglia! Grazie perché state riportando qualche fiorellino a sbocciare, anche se, non solo realmente, è novembre.

Qual'è la vostra famiglia?
Chiara

martedì 20 novembre 2012

Lupo e inverno

Quando avevo otto anni, all'uscita da scuola, sono andata a casa di una mia amica a giocare. Prima di andare a casa sua, con sua mamma siamo passate dall'edicola e lei ci ha fatto scegliere una cosa ad entrambe, per regalarcela. Io ho preso il giornalino di Topo Gigo e al suo interno c'era questa poesia, che non so di chi sia, perché il giornalino l'ho disperso, ma mi era entrata nel cuore, così l'avevo imparata a memoria...ed eccola qui...

Vestito di bianco,
l'inverno è tornato
e il povero lupo è magro e affamato.
Siccome nel bosco non trova più niente,
l'istinto lo guida vicino alla gente.



Fin dentro al paese si arraschia ad andare,
ormai solo quello gli resta da fare,
ma ecco lo sparo vicino all'ovile,
qualcuno nell'ombra imbraccia un fucile.
Sai, quando ululava la notte era dura,
però adesso è morto e non fa più paura.
Gli davano tutti la caccia da vivo,
ma forse non era poi tanto cattivo,
comunque è gran festa,
finalmente si può accendere il buio con grida e falò.
Le pecore poi si sono salvate,
daranno buon latte, verrano tosate,
faranno felice il loro padrone
così la sua vita avrà più sapore.
Ma in cielo la luna non è luminosa,
ha perso il sorriso, le manca qualcosa:
il canto d'amore di un lupo d'argento,
la sua voce amica, svanita nel vento.

A tutti i lupi morti per ignoranza,
Chiara

giovedì 15 novembre 2012

Dimenticate, dimenticata

Ieri ho scritto sul mio profilo Facebook: "Incredibile quanto sia facile scomparire e cadere nel dimenticatoio....". Stavo pensando a madre e figlia di Castel Volturno...Come si può essere morte in casa propria per otto anni e nessuno ti cerchi in casa? Come si può sparire così e finire nel dimenticatoio così? Cioè... se la pubblica accusa ha "puntato il dito" contro il padre-marito... e se è stato davvero lui... voglio dire... basta guardarlo per avere qualche dubbio su quello che dice...no? Ok, l'abito non fa il monaco...ma in questo caso: un po' si...dai!! Nonostante ciò, lui aveva detto che erano partite... e basta questo per chiudere la questione?

Ma è sconvolgente... io stessa potrei scomparire domani... basta dire "che me ne sono andata", perché nessuno si preoccupi di me?"
E' triste... allora tutti possiamo davvero essere dimenticati così...finire in un cassetto che dopo un po', FORSE, potrebbe venire aperto...ma se non venisse aperto? Se per questo caso non ci fosse stato "Chi l'ha visto?"... è triste e deprimente... è un'angoscia profonda... è come se davvero a nessuno importasse di nessuno...

                                                        Foto scattata da Giulia Zen
  Perché nessuna persona vorrebbe essere dimenticata e ritrovata casualmente...come questa rovina.

Mi spiace per questo post...forse è più uno sfogo personale...che tristezza.
Spero che Elisabetta e Maria (madre e figlia di Castel Volturno) possano avere giustizia... se non qui, almeno in un altro mondo.. io ci credo... altrimenti nulla avrebbe senso....

Chiara

martedì 13 novembre 2012

Le segrete dei castelli

Segrete, segrete e segrete.
Quante se ne nascondono dentro ogni persona o meglio, nei suoi armadi a casa? Infatti, ogni segreto che davvero vuole essere celato non lo si può leggere nemmeno negli occhi. Si custodisce gelosamente nelle scarpe, probabilmente, ma non negli occhi, non nell'anima. Si pensa di doverlo mantenere tale a tal punto, che neppure l'anima stessa è convinta di avere un segreto, ma questo avviene dopo un po' dalla sua custodia. Prima di ciò un segreto logora tutto ciò che di puro è nell'anima, e, secondo me, è l'anima stessa che poi lo va a nascondere nei piedi: perché chi andrebbe a cercare un segreto nei piedi? Tutti lo cercano negli occhi. E' l'anima che lo fa sparire, è l'anima che lo mette "là sotto", perché essa stessa si rende conto del peso che sta portando, allora lo mette in basso, presa dalla vergogna che il suo proprietario le sta creando.
Spesso, cade così nel dimenticatoio... finché non decide di spuntare improvvisamente come un fiore da sotto la neve: peccato che la sua visione non sia, poi, tanto bella.
L'anima è un po' come un castello: tutti i castelli hanno delle segrete...ma: se si scoprono, le mura si sgretolano oppure no?


                                  Castello di Desenzano del Garda  - Foto scattata da Carolina Elefante.


"Una cosa è certa: qualsiasi cosa cerchiamo di nascondere non siamo mai pronti per il momento in cui la verità viene fuori." , eppure: "Quello che la gente tende a dimenticare è come ci si sente bene quando ci si libera di un segreto, che sia bello o brutto, comunque si resta allo scoperto, che ci piaccia o no. E una volta che i segreti sono stati rivelati, non occorre più nascondersi dietro essi.", ma ci si sente più vuoti, senza che l'anima schiacci un segreto, senza che il muro del castello cada nel fossato che lo circonda; o almeno: dipende dal segreto, delle volte è troppo tardi e tutto affonda.

Purtroppo questo "Troppo tardi" spesso è correlato al fatto che: "Il problema dei segreti: come le avversità, adorano la compagnia, si accumulano, accumulano, finché non prendono il sopravvento su tutto e non c'è più posto per altro, e ti senti così pieno di segreti che ti senti come se stessi per esplodere.", si negano fino alla fine, andando contro anche all'impossibile, perché un altro problema dei segreti "(...) è che nel momento in cui tu pensi di controllarli, non li controlli.".

Bisogna essere molto bravi nel gestire un segreto, molto bravi nel valutare il rischio che si corre se esso scappa dalle segrete, se esso sboccia bucando la neve; poiché in quel caso, rischia di cadere un castello; la domanda da farsi è solo una: ne valeva la pena?

Chiara

- Le citazioni scritte con questo carattere corsivo sono state prese dalla nona puntata della prima stagione di Grey's Anatomy, intitolata, appunto: "Segreti". 

sabato 10 novembre 2012

Il tradimento, in Italia, è figo

Non esiste una via di mezzo: o lo si ammette o non lo si ammette.
Non c'è una visione grigia per il tradimento: o lo si comprende o non lo si comprende.

Io faccio parte della schiera bigotta (probabilmente), di quella inquadrata, di quella che pensa che "il lupo perda il pelo ma non il vizio", e che "una bugia tira l'altra", anche se "tra il dire e il fare...." ahimè, tante cose cambiano.

A tal proposito, voglio fare una considerazione dopo aver letto che Patreus, direttore della CIA (ormai ex-direttore) ha dato le dimissioni "per aver tradito la moglie", perché, secondo lui "questo è un comportamento inaccettabile per un leader".


Ne ammiro la serietà e ne condivido il contenuto... perché?
Perché "una persona che non è seria nel mantenere una promessa davanti a Dio, ma anche, per i non-credenti, semplicemente anche solo davanti ad una persona, quale, appunto il partner (che dovrebbe amare), come può mantenere tale serietà nei confronti di un lavoro così importante come questo, o in genere, nel ruolo di un leader? E come può pretendere fedeltà, lealtà, onestà, dai suoi colleghi se lui stesso non è capace di esserlo nei confronti di una persona che ama?

La cosa più assurda è che in Italia, una persona che paga per fare sesso, è considerata "figa"...ma perché? Tutti possono pagare per fare sesso. Non tutti invece possono esibire un matrimonio spettacolare. Lo stesso vale per il sesso casuale, non a pagamento; e, ancora, lo stesso vale per le relazioni extraconiugali: più uno ne ha più è figo.
Eppure, io, trovo più impegnativo, dedicarsi ad una sola persona... troppo facile cambiare in base all'indice di gradimento!
Ma perché si prende sempre il peggio e mai il meglio degli altri paesi???
Oltretutto finché in Italia si risponde "ma è al sua vita privata, uno nella vita privata fa ciò che vuole" (caso "Ruby-Berlusconi" i suoi elettori dicevano così), allora siate felici di essere considerati persone senza etica, perché una persona "può fare quello che vuole", nei limiti della sua libertà: cioè finché non ferisce altri. Inoltre: perché dovrebbe mantenere una promessa davanti a milioni di persone, se non è in grado di mantenerne una davanti ad una sola persona? Evidentemente, negli Stati Uniti la pensano così, come me. 
Vi giro un quesito: voi, a casa vostra, lo ammettereste? Lo comprendereste? Perché l'Italia è casa vostra, nostra. 

Chiara




martedì 6 novembre 2012

Istinto di fuga

Dicono che "Sia un istinto naturale sbattere le ali per volare, alla nostra vita manca solo il coraggio di alzarsi in volo."cit. dalla canzone"Stai con me" dei Pooh (grazie mamma).
La paura di volare esiste, ed è tanta; il terrore di una caduta nel vuoto che possa causare troppo dolore, provoca ansia nello spiccare il volo, eppure, quando si è lassù, quando è tutto azzurro e soleggiato, ci si scorda di tutta l'angoscia e si è felici di aver spiccato quel volo... finché non si cade, SE si cade (perché non è garantito che ciò avvenga).

Però quell'istinto di fuga, di libertà, di lasciar  tutto e tutti e di andare via, perfino da noi stessi, è celato in ognuno di noi: è nascosto in un sorriso, nel sale che scende dagli occhi, in uno sguardo perso nel vuoto, in un cuore ferito, in un'anima arresa, nel bicchiere di Vodka in più, nel jogging mattutino, in un telefilm, nella canna fumata per evadere e nei tranquillanti presi la sera di nascosto.

Tutti abbiamo avuto quell'istinto di fuga, pochi rischiano, forse i più credono valga pena non andarsene, ma in ogni uomo, a volte, nasce la voglia di volare, di andare via liberi e di ricominciare.
Tutti siamo trattenuti da qualcosa o qualcuno: qualcosa come un sogno altrimenti impossibile da realizzare, ma che stenta ad arrivare, e forse è proprio lui stesso la causa del desiderio di fuga; qualcuno come un affetto troppo grande per lasciarlo qua solo, o troppi affetti troppo grandi.


                                                   Foto scattata da Carolina Elefante.

Ma perché scappare? La fuga comporta dei rischi, inoltre le difficoltà si trovano ovunque, è una sorta di "fuggire dalle difficoltà" diranno i più responsabili. Io dico di no... io dico che chi scappa è perché propio non riteneva la pena spendere tempo per risolvere dei problemi che non gli interessavano, non perché sia irresponsabile, ma solo perché: "il gioco non valeva la candela" e quando ci saranno problemi che si vogliono affrontare, lo farà ognuno di noi.

Ci sono persone che davvero mollano tutto, che davvero sfruttano il loro desiderio di fuga e che davvero spiccano il volo in alto, allora vengono ammirati e chissà che qualcuno non trovi coraggio, proprio da queste persone, di spiccare il suo volo personale.
Per i fifoni, per quelli con troppe responsabilità, l'unica via di fuga è un viaggio, un bel libro o un sogno ad occhi aperti, e se mai arriverà il vostro momento, lo saprete, altrimenti, probabilmente il vostro vero volo lo farete dove siete già, all'interno della vita che già custodite.

Buona fuga a tutti, anche a chi la trova, semplicemente in un bicchiere di Vodka.
Anche io andrò a volare, per ora solo con la fantasia, e senza Vodka (ahah :-) ) voi come la troverete?
A presto,
Chiara

sabato 3 novembre 2012

E SE...

E se.... E se... E se... 

"Il figlio che hai è il figlio che eri destinato ad avere, doveva andare per forza così. Ti dicono questo nell'ufficio adozioni, e, in ogni caso mi piace pensare che sia vero.
Ma tutto il resto, nella vita, sembra puramente casuale. E se avessi detto o fatto una piccola cosa? E se avessi mandato tutto all'aria? E se avessi scelto un'altra vita, o un'altra persona, forse non ci saremmo mai trovati. E se fossi cresciuta in modo diverso, se mia madre non si fosse mai ammalata, se avessi avuto un buon padre, e se... E se... E se..."

E' così che inizia la tredicesima puntata dell'ottava stagione di Grey's Anatomy e tutto, all'interno di questa puntata, intitolata appunto "E se..." è stravolto. Durante tutto l'episodio si ripete la seguente frase: "Noi creiamo il nostro destino", e la puntata è esattamente il contrario di quello che succede nel telefilm.

Eppure, alla fine della puntata Meredith, come voce narrante, parla: "La tua vita è un dono: accettalo, non importa quanto incasinata o piena di dolore possa sembrare. (...) Niente, niente è come credevo che sarebbe andato, è come se non riconoscessi neanche più la mia vita. Ci sono cose che accadono perché è come se fossero destinate ad accadere....come se dovessero andare per forza così."

Quindi, ogni meccanismo di vita dopo tende a tornare come già stava accadendo nella serie.
Una mia amica sta vivendo la stessa cosa che succedeva nella stagione: lei ha seguito un percorso fatto di scelte, di sofferenza e di decisioni difficili, ma alla fine, sembra quasi che tutto stia tornando come prima, "solo" avendo fatto passare del tempo. Questo è meraviglioso perché sembra ci sia un filo conduttore che faccia in modo che, a volte, una scelta non sia definitiva, per quanto, al momento lo potesse sembrare.
Tuttavia non deve essere una scusa per "Stare fermi", ma "Il destino va creato lo stesso mantendo un buon comportamento, essendo delle brave persone, non delle larve, ma cercando di vivere correttamente." Basta questo secondo me.
Lo so, ho scritto già qualche post su tutto ciò... ma è un argomento che mi sta molto a cuore.

E se... E se... E se...

Troppe volte ho invece assistito a critiche, giudizi, consigli dati senza nessun senso logico.
E se, prima di aprire la bocca, si pensasse "E se fossi io lei?", "E se fossi io lui?", "E se io non conoscessi tutto e ogni giudizio parrebbe inopportuno?". Allora, se solo uno di voi lo penserà la prossima volta, rammentandosi che "Ci sono sempre due versioni di una storia", sarò soddisfatta di questo post.

Provo a immaginare....
E se voi non foste voi? E se io non fossi io...? Chissà...
A presto,
Chiara