mercoledì 29 aprile 2015

Figli che diventano genitori dei propri genitori. Nipoti che diventano zii dei propri zii.

Figli che diventano genitori dei propri genitori. Nipoti che diventano zii dei propri zii.
E’ questo il presente? E’ questo il futuro?
Bisogna aiutare i propri genitori, i propri zii. Bisogna aiutarli a crescere, ma c’è un limite: quando figli e nipoti sono cresciuti più di loro. Quando i figli o i nipoti vivono delle situazioni estremamente spiacevoli, causate dagli stessi. Soprattutto emotive.
Ma da quando i genitori e gli zii smettono di crescere e i figli e i nipoti li superano?
Teoricamente genitori e zii dovrebbero proteggere i più piccoli. “Piccolo” non è solo chi ha due anni.  Ma “Più piccoli” significa: i membri della famiglia che hanno minor età di loro. Invece se una persona è dotata di patente, la si può lasciar sola? Anzi, le si può addirittura causare dolore? Forse il bene che si prova nei suoi confronti può diminuire perché cresce? E’ comunque un figlio o un nipote. Eppure questa è la logica contemporanea.
Certo, gli aiuti dovrebbero essere reciproci: ma resta sempre il fatto che i figli devono fare i figli, i genitori i genitori, i nipoti i nipoti e gli zii, gli zii.

Si dice che da anziani si ritorni bambini: ma forse questa teoria è stata confusa… Parlava in senso fisico, non in senso di immaturità. Quella va solo crescendo. O, almeno, dovrebbe.


Chiara

giovedì 23 aprile 2015

23 aprile 2015 – Giornata Mondiale del Libro

Cos’è un libro?
Un libro è isolarsi, vivere un altro mondo, un’altra realtà.
Un libro è imparare, conoscere.
Un libro è aprire la mente.
Un libro è voltare pagina.
Un libro è profumo di passato, di una storia che si può rivivere.
Un libro è idee.
Un libro è dolcezza, compassione, empatia.
Un libro è giustizia.
Un libro è amore, amicizia.
Un libro è poesia, è magia.
Un libro è arte.


                                            Foto scattata da Giulia Zen

Spesso sento dire “Ho già letto abbastanza all’università.”
E’ un errore. Ve lo dice una che studia medicina, non “Scienze delle patatine”(citando una mia amica che ha l’onestà di ammettere la differenza tra la mia e la sua facoltà).
Non si legge mai abbastanza. Non si apre mai abbastanza la mente. Non c’è un “Abbastanza”. Non vi sono limiti nelle qualità di un libro. Sia esso un saggio, o un romanzo. Vi regalerà sempre qualcosa di nuovo.

Buona lettura,

Chiara

martedì 21 aprile 2015

Bello, vero? Essere nati nella parte più giusta del mondo e criticare gli altri

Bello, vero? Essere nati nella parte più giusta del mondo e criticare gli altri.
E’ un lusso giusto, mi sembra.  Stare lì, comodi sul divano, facendo zapping, e pensare “Meno male che sono morti, altrimenti, chissà che costo sarebbero stati.” Eppure la maggior parte delle persone dedite a questi commenti altruistici non sa un ciuffulo del denaro usato per aiutare questa povera gente.
Già, perché è di gente, di persone che si parla. Non di numeri. Eppure lo si scorda in continuazione.
Ma… Se foste voi quelli a essere nati là? Se foste voi a morire annegati? Se foste voi a voler provare a vivere più dignitosamente? Il che, non so se è chiaro, ma significa avere cibo, non l’ultimo modello di smartphone.  Se foste voi morti lì, in mare, senza nome? Senza che i vostri cari, vostra madre, sappiano magari che fine avete fatto? E se… Fosse vostro figlio invece a morire così? O vostra madre? Per aver inseguito la sola speranza?
A voi non è chiaro, cosa sia la compassione? L’empatia?

Ho letto commenti di persone che persone che sostengono sia un merito, perché è grazie agli antenati che l’Europa è quello che è. Ma non ci siamo. Per niente. Non si sta facendo un discorso di discendenza, ma di come la vostra anima, la vostra persona si sia “incarnata” da questa parte del mondo. Quando poteva scegliere un altro embrione, per intenderci. Potevamo essere uno di loro.
Ho letto commenti di persone che sostengono che la mia idea di aiutarli sia sbagliata perché “Ci sono italiani che soffrono, che stanno male tanto quanto loro”. Ma io non ho mai scritto che gli italiani devono vivere in baracche e che dobbiamo dare loro ville lussuose. Anche qui: non ci siamo. Per niente. Viene continuamente frainteso che l’UMANITà, l’aiutare deve esserci nei confronti di QUALSIASI ESSERE UMANO. Credo che l’Italia debba occuparsi dei suoi cittadini, e che il mondo sviluppato (quindi non sono l’Italia) debba occuparsi di questa drammatica situazione. Il che può anche significare “aiutarli a costruire la loro Africa”, non uscire noi di casa.

Allora al posto di fare commenti politici inutili, perché non riflettere su possibili soluzioni? Ecco, quello sarebbe un bel modo di usare il cervello. Perché, sapete una cosa? Voi, io, noi: non abbiamo fatto proprio nulla di buono per essere nati in questa parte del mondo.  Non lo meritiamo. E’ successo e basta.
Potevamo benissimo nascere nell’altra parte del mondo. Allora noi cosa avremmo fatto?


Chiara

lunedì 20 aprile 2015

Uomini e Donne... Ad ognuno il proprio ruolo?

Questa è una disccussione nata in vacanza con le mie cugine e i rispettivi compagni. E' bello e naturale l'essere seduti a tavola e chiacchierare di tutto, ascoltare altri pareri, formare il proprio. 
Quindi, con "Leggero" ritardo, non dovuto alla povertà di pensieri personali, ma avendone avuti tanti, con poco tempo per stenderli, finalmente eccomi a scrivere questo post, dopo essere stato un po'... assente.

In che modo scherzoso contestare i nostri ometti quando dicono frasi come: "Vuoi che ti apra la porta, che paghi il conto, che porti i pesi... ma se vuoi la parità dei sessi, fai da sola."
Perchè a me, pare tanto un ricatto :-) 
Partiamo da presupposto che: in una relazione d'amore, che essa sia tra uomo e donna, tra due uomini o tra due donne, la cosa fondamentale che deve esserci è il completarsi. L'antica metafora de "L'altra metà della mela", non è casuale.
Detto questo: le situazioni quotidiane sono tutt'altra faccenda. 

Una volta, cari i nostri maschietti, le donne facevano le casalighe e la loro vita era basata sul farvi trovare la cena in tavola, sull'avere la casa pulita e sul badare ai figli. L'uomo, doveva lavorare, partecipare alla vita dei propri figli, ed essere carino con la moglie. Inoltre l'uomo, doveva occuparsi o finanziare quelle faccende domestiche che le donne non facevano, probabilmente perchè sono faccende che per uso e costume hanno quasi sempre costituito lavori maschili: meccanico, gommista, giardiniere, idraulico, tutto-fare-in-casa.

Ruoli ben chiari e ben definiti.

Peccato che ora, con il cambiamento dei tempi, la maggior parte delle donne debba lavorare. Ci sono coloro che scelgono di farlo, perchè vogliono essere realizzate professionalmente, perchè hanno trovato qualcosa che piace loro, più che fare la casalinga.
Altre donne invece, lavorano perchè DEVONO. DEVONO perchè, mi duole dirlo, voi non guadagnate abbastanza. Anzi, spesso guadagnate meno delle rispettive compagne. 
Allora, fatemi capire: dov'è la divisione dei ruoli se voi per primi "Violate" le antiche regole? 
Certo, non è colpa vostra. Siete nati in questa società, non tutti, per scelta o per obbligo, non avete potuto proseguire gli studi. Inoltre, se anche lo avete fatto, con la crisi attuale, persino un titolo di studio non dà più certezza. 

Quindi, davanti ad una realtà CAMBIATA a causa del passato, in cui tutti hanno subito delle conseguenze, allora sì: bisogna fare le cose insieme. 
Non basta, cambiare le gomme perchè è un dovere che si manifesta due volte l'anno. Idem il cambiamento dell'olio o l'acqua del radiatore della macchina. 
O meglio: un buon patto potrebbe essere: quando voi maschietti siete impegnati in quello, le pulizie le facciamo da sole. Oppure: noi cambiamo l'olio e voi fate le pulizie. Insomma: la cosa importante è compensarsi. 

Non venite però a riferire frasi di vostri colleghi (maschilisti) che vi dicono: "Mia moglie lavora e fa tutto lei". Perchè propbabilmente la moglie in questione, si vendica con mal di testa ripetuti (cogliete il senso della battuta :-) ). Sempre se è vero quello che raccontano.

Non fate l'errore di inserire in questa categoria i gesti gentili. Gesti gentili che devono esserci da entrambe le parti. Una volta voi ci aprite la portiera oppure facendoci trovare un fiore, e noi cuciniamo il vostro piatto preferito. Una volta ci fate sentire corteggiate, noi facciamo sentire voi amati e speciali. Insomma: ogni coppia ha le sue preferenze, e come sempre: è trovare l'equilibrio che fa la differenza. 

I pesi: forse essi costituiscono un esempio fondamentale dei gesti gentili. In realtà varia in base alla persona che si ha davanti. Certo che se un uomo ha davanti una donna antipatica: perchè essere gentile? Non ha alcun senso. Ma se davanti a voi maschietti, c'è la vostra compagna che magari non fa pesi come voi in palestra, perchè non aiutarla? Io ad es., ho un problema alla colonna vertebrale, ma anche se non lo avessi, non starei mai con un uomo che mi fa portare le casse d'acqua, quando lui fa pesi in palestra e io fatico anche solo a sollevare una bottiglia da 2l . Insomma... è solo gentilezza. 

E sicuramente, la maggior parte di tutti noi desidera un compagno/a gentile.

Chiara