venerdì 27 marzo 2015

Adozione: ci sono bambini per tutti!

Partendo dal presupposto che ognuno possa avere la sua idea, vorrei dire la mia.

La famiglia tradizionale composta da due genitori di sesso è opposto è ciò di più completo si possa offrire ad un bambino: essa offre due punti di vista diversi ma uniti. Un bambino ha bisogno di una madre e di un padre.

Ma quante volte, anche per una separazione, un genitore sparisce? Ma quante volte un genitore non si comporta da genitore, ma da deficiente? Purtroppo molte. In molti casi: in famiglie tradizionali. Ciascun bambino cresce con le proprie ferite, con le proprie esperienze, con le proprie idee. Molti genitori tradizionali non sarebbero in grado nemmeno di allevare un pesce rosso.
Il “Top Famiglia” ha prerogativi troppo alti per come lo intendo io: per questa ragione, è raro persino tra le famiglie tradizionali.

Gli orfanotrofi sono pieni. Ci sono bambini che soffrono, che non si sentono amati, che sono stati abbandonati, strappati via perché maltrattati. Allora: vi sembra intelligente fare una discussione sul “Se affidarli o no” a omosessuali? Sinceramente mi sembra una discussione da idioti.
 I futuri genitori devono sempre essere sottoposti a controlli psichiatrici, psicologici, sulla fedina penale, insomma: su che razza di persone sono. Detto questo: CI SONO TROPPI BAMBINI CHE SOFFRONO. Una volta che sono stati effettuati tutti i controlli di dovere, dovrebbero poter adottare TUTTI: famiglie tradizionali, omosessuali, singles. Sì, anche i sigles: benché sia più “completo” avere due genitori, e non uno, ci sono troppi bambini per fare discriminazioni si questo e di qualsiasi genere. Meglio un genitore, piuttosto che l’orfanotrofio.

Allora, perché non improntiamo una discussione intelligente sui generis: perché costa 50 000 euro adottare un bambino?? Perché ci vogliono anni e anni per adottarlo?? Perché non parliamo di questo, che è ciò che davvero conta?

        La foto è stata scattata da mio papà e sono io :)

Chiara


sabato 21 marzo 2015

Che cos'è il perdono? - Riflessione 2

Buongiorno cari lettori,
innanzitutto chiedo scusa per l’assenza di riflessioni, che avevo promesso di fare una volta a settimana. Il motivo è semplice: ne sto metabolizzando tante, e necessito di tempo prima di scriverle, perché sono davvero tante!!

Quella su cui mi sento di scrivere oggi, è il PERDONO.
Ferma e zitta, davanti all’ennesimo torto da parte della stessa persona che non posso escludere dalla mia vita, mi sono fermata a riflettere.
Riflettere sul fatto che io non posso, né mi sento di giustificare gesti infantili o comunque di una persona che non pensa. Ma questa può essere una giustificazione continua? Ovviamente no. E, quando un torto, non è UNO, ma un susseguirsi di essi, alternati magari da attimi di silenzio o di gesti che fanno ben sperare, ma purtroppo in minoranza, allora: come si fa a perdonare?
Mi sono rivolta ad una persona che mi ha fatto capire COS’è DAVVERO IL PERDONO.
Perdonare non significa dimenticare.
Perdonare significa non farsi contagiare da quel male. Non rispondere al male con il male. Lo si può bloccare, non bisogna stare immobili a riceverlo. Oppure si può rispondere con il bene. Rispondere nel senso di agire nella quotidianità, come avremmo agito senza di esso. Pur bruciando dentro di noi quel fiammifero che vorremmo tanto lanciare, si prova a spegnerlo, ignorandolo. Perché “Chiara non è quel fiammifero, tu non sei così. E non devi lasciare che il male cambi Chiara”.

Mi ha aiutata molto, perchè io mi sentivo cattiva solo perchè sentivo ardere quel fiammifero, invece era normale. Basta non lanciarlo.

Nella speranza che sia di aiuto anche a molti di voi,

Chiara

domenica 8 marzo 2015

Donne picchiate, stuprate, uccise.

RIPROPONGO IL POST DELL'ANNO SCORSO, POICHè LE COSE NON SONO CAMBIATE PER NULLA.

I miei post sul genere femminile sono stati, quelli che ricordo, negli anni, i seguenti: "Voglio un mondo rosa" (ottobre 2012), "Le donne che stimo"(marzo 2013), in occasione della Festa della Donna, e qualche mese fa ne ho scritto un altro: "Alle donne che hanno due palle così!" (gennaio 2014).

Questo post invece, non vuole essere un altro elogio alle Donne con la "D" maiuscola, bensì una riflessione su quello che sta succedendo nella ormai e purtroppo così definita:cronaca quotidiana.

Donne che vengono picchiate.
Donne sparite.
Donne che vengono stuprate.
Donne ecclissate.
Donne che vengono uccise.
Donne sepolte. 

Sia ben chiaro: "Sparite", "Fuggite", "Ecclissate", "Sepolte" sono metafore.
Metafore di quello che le altre azioni provocano sull'anima delle donne che le subiscono.

Lettera per coloro che subiscono tutto questo:

Care Donne,
dire di denunciare tutto quello che subite è banale. Eppure è la cosa più giusta.
Ma, oltre a tutte le valide motivazioni che conoscete anche voi, e che è inutile ripetere, vi chiedo:

pensate alle vostre figlie, se lo passassero anche loro, pensate ai vostri figli, a cosa potrebbero imparare, pensate alle altre donne cui tocca o toccherà lo stesso destino, ma più di tutto pensate allo specchio in cui vi guardate al mattino: se la vostra anima è integra, state attente, non lo sarà ancora per molto.Quando essa sarà macchiata da sputi di questi uomini, essa sparirà, si ecclisserà e verrà sepolta. Allora, sarà molto più difficile uscirne, perchè sarà: l'abitudine. Fate in modo che la vostra anima non venga toccata, se non nella delusione e nel tradimento di fiducia da cui nessuna è indenne. Ma solo per questo. Per il resto: difendete la vostra anima, non fate in modo che la seppelliscano. Denuciate Amiche.

Questo post è per voi. Questa mimosa è per voi.


Buona Festa della Donna Amiche,
Chiara


mercoledì 4 marzo 2015

Quanti cuori abbiamo? - Riflessione 1

Questo post è per chi desidera riflettere, per le persone che cercano nuovi spunti di meditazione, che non si accontentano di vivere senza domande.
Questa volta, lo spunto è stato dato anche a me e io lo giro a voi. Per questo questo post si intitola "Riflessione 1", perchè ogni settimana ce ne sarà una. Ecco sarà una sorta di appuntamento "fisso".

Quanti cuori abbiamo?
Il cuore, non intendendolo come organo, ma con lo stesso significato metaforico che impariamo a dargli fin da bambini, è qualcosa che segna profondamente chi siamo.

- Il cuore verace: è il cuore che appartiene alle persone capace di fare da guida alle altre. Esse sanno mostrare la verità facendola comprendere. Sono giusti e colgono le sfumature sbagliate negli altri e in loro stessi: riflettendoci ma anche parlandone (es. Davide 2Sam 12,1s).

- La Sapienza del cuore: è il cuore saggio e intelligente. E' il cuore giusto che sa distinguere tra bene e male (es. Salomone 1Re, 5s).

- Il cuore coraggioso: è il cuore che sa esporsi a scapito della propria vita. Non a tutti è concesso dimostrarlo. Coloro i quali pensano di averlo, spesso davanti a una dimostrazione, fuggono. Vicevresa coloro i quali sembrano timorosi (es. Ester 4, 7ss).

- Il cuore che cura: è il cuore di ciascuna Madre. E' quello che protegge, che guida, che ama sopra ogni cosa (es. Maria Lc2, 6s; Gv 2, 2).

- Il cuore che custodisce: è il cuore che si occupa di curare qualcun altro, altri: cioè prendersi cura del prossimo, che va oltre l'egoismo (es. Giuseppe Mt 1, 19) .

- Il cuore puro: è un cuore che non fa male, che sa leggere nel cuore degli altri, che rispetta le leggi umane (es. Giovanni il Battista Gv 1,35).

- Il cuore che si dona con gioia: perchè dare è più bello che ricevere. E' il cuore per eccellenza, che riassume tutti i cuori precedenti. E' il cuore che ferito, perdona. E' il cuore che "dà", a prescindere di ciò che possa ricevere (es. Gesù Mt 13, 33ss).

(Chiedo scusa se non sono stata chiarissima nella spiegazione dei cuori, ma è complicato dividere tutte le qualità che rendono cuore un cuore. Per questa ragione, trovate tra parentesi il riferimento per eccellenza del cuore di cui sto parlando).

Riflessioni proposte: in quali aspetti il vostro cuore è sano? Dove deve essere guarito?

Riflessione personale focalizzata sulla seconda domanda.
- Il cuore verace: vedo errori. Molti. Quelli che vedo in me, sto provando a correggerli con tutte le mie forze. Gli errori che gli altri commettono con me: so parlarne, so conforntarmi. Ma, purtroppo, quando vedo errori che riguardano altre perone, la loro vita... Non riesco a comunicare agli altri che, a mio parere, stanno sbagliando. Non ci riesco. Ho paura. Paura di essere abbandonata.
- Il cuore che si dona con goia: non ho sicuramente la completezza di questo cuore, data da tutti gli altri; ma le caratteristiche che esso aggiunge: perdono e dare non riesco più ad averle. Mi sono sentita troppo ferita e per il momento non intendo nemmeno provare a guarire: non darò più Amicizia senza riceverla. Non sarò più gentile, senza essere accettata. Non perdonerò le persone che hanno ribaltato la mia vita. Nè quelle che non ci state pur sapendo che la mia vita era stata ribaltata. Non ce la faccio proprio e non sono pronta a farlo. Non sono pronta ad essere così buona. Almeno dentro di me. So benissimo che alla fine dei conti: corro sempre. Ma mi sto promettendo di smettere.

Concludo con una bellissima citazione:
"Se sarete quello che dovete essere, incedierete il mondo" Giovanni Paolo secondo (GMG Roma 2000)

Immagine messa a caso, giusto perchè c'è un cuore, anzi due. Ahah :-) Comunque è una foto mia.


Chiara