mercoledì 31 agosto 2016

Cultura delle solidarietà sbagliata

Si scelgono le persone che si hanno intorno (amici, fidanzato, persino i parenti con cui si lega di più) in base a tante ragioni; tuttavia ritengo essere, quella principale, l’affinità. Non l’affinità in generale, ma l’affinità di valori, che comprende un’enorme categoria: insomma ho detto tutto e niente.

Quello di cui voglio parlare in questo post è l’affinità che si crea quando una persona vive un momento “Così” tendente al brutto. Questo sentimento, può essere definito in base alla stessa empatia che il soggetto sente che l’altro ha nei suoi confronti. Recentemente parlavo con una persona che l’ha chiamato: “Cultura della solidarietà”.
Eppure, se così si scelgono le persone che ci stanno vicine anche nei momenti “No”, io ALCUNE le ho scelte proprio male. Ahahahaah J Finalmente l’ho detto. E finalmente ho steso le mie regole, le regole dell’empatia, le regole che, invece, hanno le persone a me più vicine.

Cosa fanno coloro che hanno una cultura della solidarietà sbagliata?
Attenzione, perché, sebbene le ho definite mie regole, sono regole che vanno contro l’EMPATIA, qualità che tutti dovrebbero avere per potersi definire realmente “Persone solidali”.
1. Negano il problema (degli altri ovviamente). Fatto notare che esiste davvero un problema, vedi punto 2.
      2.  Sminuiscono il problema (degli altri).
      3.  Non riescono a identificarsi con il problema, cosa che potrebbe essere risolta con il banale: “Se fosse capitato a me…?”, quindi vi è un’identificazione emotiva assente, così…
      4. Si tolgono dalla fatica di pensare davvero al problema, troppa fatica immedesimarsi, infatti.
      5. Sanno risolvere sempre i problemi (degli altri) con soluzioni oscene e di una facilità elementare, che è ovvio che, se davvero quella fosse stata una soluzione, chiunque ci arriverebbe. E se non hanno soluzioni dicono: “Massì, andrà tutto bene”.  Come se avessero la sfera di cristallo. Non è detto che andrà tutto bene.
     6. Spesso, ma non sempre, quando hanno loro un problema del cazzo, è un problema pari alla fame nel terzo mondo.

Bene, se fate ANCHE SOLO UNA DI QUESTE COSE, è ESTREMAMENTE FASTIDIOSA, per almeno il 90% delle persone con un problema.
Per me, non è fastidiosa: fa proprio girare i coglioni = mi fa proprio incazzare.

Consigli? Meglio imparare ad ascoltare davvero, dimostrare la vicinanza con una persona tramite l’empatia.

Baci & abbracci

Chiara