martedì 26 aprile 2016

RUBRICA DI CARATTERISTICHE UMANE - Egoisimo

Dal vocabolario Treccani:
egoismo s. m. [der. del lat. ĕgo «io»]. – Atteggiamento di chi si preoccupa unicamente di sé stesso, del proprio benessere e della propria utilità, tendendo a escludere chiunque altro dalla partecipazione ai beni materiali o spirituali ch’egli possiede e a cui è gelosamente attaccato: persona chiusa nel proprio e.; l’edei ricchil’edi certi letteratiematernorestringere e riconcentrare ogni suo affetto ed inclinazione verso se stessoil che si chiama appunto e. (Leopardi). Nel linguaggio filos., e.teoretico (detto più propriamente solipsismo), dottrina secondo la quale l’esistenza di ogni altro soggetto non è che fenomeno della coscienza del soggetto che se lo rappresenta; epratico, dottrina secondo la quale il fine di ogni azione umana è sempre e soltanto l’interesse individuale dell’agente.
Contrario: Altruismo.

L’egoismo ha di base, quindi, una connotazione assolutamente negativa.
Sono cresciuta con questa assoluta convinzione, con persone che denigrano questa caratteristica, definita, per lo più, un grande difetto.
Ma è davvero così?

Bene, mi sto ricredendo e non penso assolutamente che allontanerò ancora da me o da chi mi chiederà consiglio questa caratteristica, che sta assumendo dentro di me connotazioni sempre più positive. Perché?
Come ho esposto nello scorso post, non c’è solo il bianco e il nero, ma anche il grigio; ed è prendendo ad esempio questo colore che si dovrebbe vedere ogni qualità o ogni difetto. Perché gli eccessi fanno sempre male.

Pertanto, essere egoisti nella maniera più eccessiva di questo termine, equivale ad avere un bel difetto.
Tuttavia non avere questa caratteristica, permette a qualsiasi altro individuo di calpestarti, di approfittare di questa mancanza.
Avere questa qualità nel grigio, invece permette di pensare a se stessi quando si ha necessità di pensare a se stessi. Di andare avanti dritti per la propria strada, consapevoli del fatto che in quel momento bisogna agire in questo modo, per un obiettivo o per un altro. Averla, è una tutela. Una tutela non solo verso se stessi, ma verso i propri bisogni, i propri sogni, i propri obiettivi. Obiettivi che se non si ha tale caratteristica nella maniera più eccessiva, possono essere i più nobili del mondo. Ma se lasciamo ad altri approfittarsene, non si raggiungeranno mai.

IO
Farò degli esempi personali.
Studio medicina.  Vorrei diventare medico per aiutare gli altri. Ho avuto, in passato, dei problemi di salute e ho conosciuto persone con veri problemi di salute. Sia io che loro abbiamo incrociato sulla nostra strada medici stronzi e poco professionali. Volevo e vorrei poter far la differenza.
Eppure le persone fino a poco tempo fa, anche amiche, ma senza accorgersene (sto dicendo che non sono comunque persone cattive) approfittano del fatto che io sia molto disponibile. Giuro, non passano tre ore che io risponda a chiamate o messaggi. Questo fa si che io mi distragga. Ma la colpa non è loro, ma mia. Sono io che lo permetto, sono io che lo faccio fare. Persino per stronzate. Non va bene. Fossero cose gravi sì, ma così no.
Il colmo è che loro anche per cose di una certa importanza non rispondono, perlomeno non in tempi inferiori alle dodici ore. Nemmeno a una telefonata, tante volte. Annullano impegni presi con me per uscire con altre persone. Non mi rispondono se sono con il loro fidanzato. Eppure io no. Io sono sempre reperibile.
Ah già, eppure mi sono sentita dire che sono assente, perché, mentre sono con altre persone non mi fermo a salutarle (magari le altre persone non volevano?) oppure perché non amo più andare a ballare, oppure perché non posso sprecare un pomeriggio accompagnandole a fare shopping o a passare un weekend con loro.
Non importa se devo studiare, perché la maggior parte delle persone che ha studiato, ha fatto una facoltà più semplice, quindi non capirà. Eppure se loro devono lavorare, io devo capire.
Capite che non va bene? Ma sono io che ho permesso che loro si comportino così. La colpa è solo mia.
Io dovrei imparare a dirmi: “Se c’è qualcosa di grave, urgente, una persona mi chiama.” E lì rispondere. Altrimenti, se il cellulare suona per un messaggio, e io sto studiando, quella persona può aspettare. Esattamente come aspetterei io, e senza problemi, se quella persona sta lavorando. Per studiare medicina serve una più alta concentrazione rispetto alle altre facoltà. Richiede enormi SACRIFICI. So bene che anche le mie amiche li fanno, come spesso io li faccio per loro. Ma non è forse questa l’amicizia? Eppure provo ad esserci in ogni modo che mi è possibile.
Alla fine, il mio obiettivo è nobile. Eppure se non imparo ad essere un po’ egoista, non lo raggiungerò. Però queste persone i loro obiettivi li hanno raggiunti.
Però è e sarà colpa mia. Perché sono io che devo imparare a pensare a me. Se gli altri si lamenteranno, chi è il vero egoista che pensa a sé e non ad aiutarmi nel mio percorso?


Alla prossima settimana,
Chiara

lunedì 18 aprile 2016

RUBRICA DI CARATTERISTICHE UMANE - Il desiderio di piacere a tutti

Il “Desiderio di piacere a tutti”, come la maggior parte delle cose della vita, si divide in: coloro che lo desiderano troppo, coloro che lo desiderano ma non ci perdono il sonno, coloro a cui non tange assolutamente. Insomma vi sono i canonici tre colori: il bianco, il grigio e il nero.
Come quasi tutto nella vita, il colore da assumere è il grigio: la via di mezzo, il giusto per definizione. Infatti il desiderio estremo di piacere a tutti e il fregarsene assolutamente non portano buoni risultati.

Il primo, ed è quello più facile per me da descrivere, porta la persona che ne soffre a compiacere più gli altri di se stessi. In questo modo si fanno scelte sbagliate, ci si umilia, si tralasciano dignità e amor proprio. Ci sono persone che si comportano così solo con una categoria di persone (es. il/la fidanzato/a oppure gli amici oppure i parenti oppure i genitori… E potrei continuare) oppure coloro che lo fanno con tutti, dimenticandosi di sé.

Il secondo porta troppa (perdonatemi il termine) strafottenza del prossimo, di chi si ha intorno, di chi tiene a tale persona, di chi ama tale persona. Si vede spesso negli adolescenti incentrati su di sé; ma questa è anche una grande scia dell’estremità eccessiva di un’altra caratteristica umana: l’egoismo.
Anche qui ci possono essere le persone che la applicano con una sola categoria di persone, anche se in questo campo è più difficile essere selettivi, poiché tende a prevalere sempre la strafottenza (es. Adolescenti con tutte le figure autoritarie, che siano genitori o nonni o insegnanti).

Il grigio, il famoso “Nel mezzo”: è una grande lotta di equilibrio trovarsi qui. Riuscire a capire che è giusto levigare le proprie spine, smussare i propri angoli, per certe persone per le quali vale la pena è una cosa, sforzarsi eccessivamente per altre, per le quali non vale la pena, è un’altra. Capire quali persone appartengono ad una categoria piuttosto che all’altra è il vero segreto. Un altro segreto? Capire che se non vi è sintonia con qualcuno, si può lasciar perdere. Senza guerre e senza feriti. Succede. Come succederà di certo, ogni tanto il contrario.

IO
Io mi sento un po’ a disagio a scrivere questi consigli, questi “Segreti del grigio” e poi a non applicarli per nulla. Ci sto provando. Ho capito quali sono i segreti e in che categoria sono io (la prima). Ora devo lavorare sul resto. Perché essere nella prima categoria è estenuante. Farsi continuamente domande come:
“Ho detto qualcosa di sbagliato? Oddio magari qualcuno si è sentito offeso, glielo chiedo?” ;
“Ma perché mi ha risposto con quel tono? Le starò antipatica?” ;
“Ma perché passano i giorni e non mi risponde a quel messaggio?” ;
“Ma piacerò alla mamma del mio fidanzato? Oppure mi ritiene troppo stupida, troppo grassa, troppo… per lui?” ;
“Ma perché mi ha tolto da Facebook? Sono così antipatica?” ;
E infine, quella che una delle mie migliori amiche odia quando glielo chiedo: “Ma sei arrabbiata con me?”. E ovviamente: “Ma va! Lo sai che se lo fossi, te lo direi per chiarire”.

Insomma… Capite?
Credo di stare migliorando, ma mi aspetta un bel lungo lavoro.
E voi? Avete questo desiderio?



Chiara

lunedì 11 aprile 2016

RUBRICA DI CARATTERISTICHE UMANE - Autostima

Cari amici,
è da molto tempo che osservo, senza più commentare.
Rifletto, senza più scrivere.
A volte temo, con i miei giudizi di ferire “Questo” o “Quello”. Ma non posso pensare continuamente a zittirmi. Non voglio certo offendere nessuno e se qualcuno non fosse d’accordo, può scrivermelo. Amo i dibattiti o i commenti.
Come dicevo, ho osservato parecchio. Ho visto molte caratteristiche del genere umano e vorrei scrivere una “Rubrica di caratteristiche umane”. Il mio progetto è obbligarmi a scrivere e, quindi a pubblicare, una caratteristica a settimana. Devo riprendere il ritmo di ravvivare questo blog!
Certo, non commenterò senza logica e non voglio erigermi su un piedistallo che non mi appartiene e giudicare. Pertanto, cercherò alla fine di ogni caratteristica di scrivere su me stessa.
Mi auguro di cuore che possa interessare a qualcuno, e che qualcuno la legga.
Beh… In bocca al lupo a me!


AUTOSTIMA: una grande amica della felicità.

L’autostima è una delle macchine più potenti per far andare bene la propria vita.
Credere in se stessi, credere nelle proprie capacità, credere di essere belli dentro e fuori, fa si che i propri desideri, i propri sogni, siano inevitabilmente più vicini per il solo fatto che si sia convinti di poterli raggiungere e di meritarli.
Cosa non da poco.
Certo, non bisogna esagerare, più per il bene degli altri e proprio, se si desidera aver qualcuno vicino (amici o un/una compagno/a). Infatti, eccedendo con l’autostima si rischia di finire in un vortice di “Sé” che fa trasformare l’autostima in grande presunzione. Nonostante queste controindicazioni, purtroppo, le persone che hanno questo surplus hanno comunque più probabilità di uscire vincitori nella grande partita della vita, rispetto le persone che invece hanno un deficit di tale caratteristica.
Eppure quelle che farebbero meno danni (agli altri) sono quest’ultime.
Non ho idea del perché, per quanto mi “Scervelli” non trovo ipotesi, e tantomeno risposte. Non è giusto. Credo che certe cose vadano meritate nella vita solo se si rispetta un principio invalicabile che chi ha questo “Dono” non rispetta spesso: NON NUOCERE AGLI ALTRI.
Ovviamente è molto difficile non far male a nessuno, ed è pressoché impossibile. Quello che voglio dire è che non bisognerebbe mai nuocere volontariamente. Sbagliare, in fin dei conti, è umano. Ma ferire per il gusto di ferire, è da bestie.
Invece certe persone con elevata autostima, lo fanno e poi vivono felici.

IO
Io e l’autostima non abbiamo un grande rapporto. Eppure mi considero una brava persona. Ciò, però, non basta per essere sue amiche. Ho avuto vari fallimenti nella mia vita che mi hanno allontanato da lei, e quindi dai miei sogni, che temo spesso di non meritare e di non realizzare.
Uno dei fallimenti sopra citati che ha spezzato il mio rapporto con lei è stata quella di credere di essere molto brava nel gestire i rapporti umani. Ma anche questo tipo di autostima è stata ghigliottinata, soprattutto da due persone negli ultimi anni.
Sto cercando si riacquisirla piano piano, senza eccedere, cercando di migliorare me stessa per potermi vedere un po’ meglio.

E voi? Che rapporto avete con lei? E in che ambito la vostra autostima eccede o pecca?


Chiara