lunedì 23 ottobre 2017

Siete arrabbiati con qualcuno? 4 consigli !!

Siete mai stati arrabbiati? Quella rabbia che sentite dentro e che vorreste tanto sfogare ma non potete o non riuscite a fare?
Infatti molte persone la fanno semplice sul "Bisogna parlarsi chiaramente", ma purtroppo, non è sempre possibile. Non è possibile quando con l'altra persona non c'è un bel rapporto, non c'è sintonia e deve stare per forza nella vostra vita (come per esempio un parente, un parente acquisito o anche solo il/la fidanzato/a di un amico/a). Inoltre, diciamo la verità: non tutti vogliono vedere le situazioni con chiarezza, ci sono persone con le quali non si può parlare e quindi, capita, di portarsi la rabbia dentro. Quando poi si deve fare finta di nulla, il passo per diventare falsi per primi sembra quasi inevitabile. Voglio provare a dare quattro consigli per evitare di sentirsi così:

1. Parlate con quella persona : metto comunque questo come primo consiglio perché si devono vagliare tutte le possibilità di discussione prima di arrivare alla conclusione "Non posso parlarci chiaramente".

2. Scrivete a questa persona delle lettere, scritte a mano, che poi NON invierete, le metterete in un cassetto e, quando sarete pronti, le brucerete.

3. Potete provare a lasciar andare il rapporto, non facendolo diventare finto, ma semplicemente di circostanza: educazione, moderata gentilezza, ripetendovi che quella persona non è nella vostra vita per scelta, pertanto è sufficiente "Sopportarla con distacco", senza dover instaurare per forza un vero rapporto.

4. Se siete credenti, pregate. Ho letto un consiglio una volta, diceva: "Pregate il vostro Angelo Custode di parlare con l'Angelo Custode di questa persona per aiutarvi nel rapporto".

"Rabbia" - dal cartone "Inside Out" 
(Immagine presa da internet, dal sito: https://www.psicomodena.it/i-disturbi/gestione-emozioni/gestire-la-rabbia/)

Voi conoscete altri consigli?
Se provate ad applicare i miei, fatemi sapere!

Chiara

lunedì 16 ottobre 2017

Non era questa la vita che avresti voluto?

Non era questa la vita che avresti voluto? Certe cose non sono andate come le immaginavi?
Alcune nemmeno le volevi, magari. Alcuni errori ti sei reso/a conto di averli commessi dopo talmente tanto tempo che rimediare sembra quasi impossibile? Oppure non hai fatto errori ma la vita ti ha messo davanti a talmente tanti imprevisti che ora sei... Arrabbiato/a? Deluso/a? Demoralizzato/a?
Vedi tutti andare avanti e ti sembra di essere l'unico/a che è lì fermo. Puoi continuare in quello che stavi facendo, puoi persino provare a impegnarti di più, ma in questo momento sei sempre qui e qui rimani. E non c'è nulla al mondo che può cambiare questa condizione adesso. Perché tu adesso non volevi essere qui.
E magari non ti interessa nemmeno degli sguardi degli altri che ti guardano come se fossi finito nel posto sbagliato al momento sbagliato di proposito (già, perché ahimè tutti giudicano), ma la cosa che più ti brucia dentro è che sono i tuoi sogni quelli che in questo momento non si stanno realizzando. A volte non riesci nemmeno a essere totalmente felice per la felicità altrui, perché dentro di te risuona quella vocina, simil bullo di quinta elementare che ti dice: "Io ce l'ho fatta e tu no, pap-pap-pero".

Se ti senti così, allora questo è il nostro post. Non è il tuo, non è il mio, ma è il nostro. Perché chiunque tu sia in questo momento, i nostri cuori sono vicini.
Allora ti darò qualche consiglio da ripeterti la notte quando non riesci a dormire.

1. Se sei credente, di quelli che parlano con Dio, di quelli che pregano, cioè di quelli "Veri", allora prega. Dii un Rosario, trova una novena che ti stimoli. Fidati: la preghiera libera la mente, mentre reciti il Rosario, pensa proprio a tutte quelle cose che non stanno andando nella tua vita. Fai uscire la rabbia che c'è in te. Ti chiederai se pensare ai tuoi problemi mentre reciti il Rosario non sia peccato, ma più di un Sacerdote mi ha detto che è questo quello a cui serve il Rosario. Ricordati: Dio risponde sempre, magari non quando lo desideriamo noi, ma risponde. 
C'è sempre una ragione per tutto, solo che adesso non la conosci.

2. Vai a qualche incontro spirituale in cui si parli di certe cose, in cui si facciano domande, tramite le quali Dio possa inviarti una risposta. Non per forza un incontro religioso, ma quello che ti ispira tra quelli che hai a disposizione.

3. Leggi qualche libro "Filosofico" oppure fai un'analisi di te stesso andando da un terapeuta.

4. Ascolta quelle persone più grandi, la cui vita non è andata come avevano previsto. Perché loro sì che ti possono capire, e da loro c'è sempre qualcosa da imparare.

5. Circondati di Amici veri, che ascoltino, e che siano pronti ad abbracciarti.

6. Ci sono persone che ti sembra stiano vivendo i tuoi sogni, i tuoi progetti. Ecco, fermati e guarda bene la loro vita, fai mente locale e:
- c'è sicuramente qualcosa nella loro vita che non ti piace: pensa invece all'opportunità che avrai te di fare le cose fatte come vorresti tu nella tua vita;
- ricordati che imprevisti ci sono per tutti, e che gli errori li commettono tutti. Sai quello che sta succedendo adesso, ma non sai quello che succederà. La vita di nessuno va come ciascuno l'ha progettata. Magari ricordaglielo se ti giudicheranno apertamente. Se invece non lo faranno, ricordalo a te stesso. E' brutto da dire, è brutto da pensare perché ti sentirai come se gli stessi "Tirando addosso la sfiga", ma non si tratta assolutamente di questo, ma di capire che è la vita di tutti ad essere un imprevisto, non solo la tua. Chiunque quando arriverà a 90 anni, voltandosi indietro, alla fine dei suoi giorni, non potrà mai dire: "E' andato tutto perfettamente come volevo". Ricordatelo.
Non sei te la pecora nera. Siamo tutti sulla stessa barca. Coloro dai cui ti senti giudicato non lo hanno ancora capito.

7. A meno che tu non stia volontariamente sabotando la felicità di coloro che un po' invidi, non stai facendo nulla di sbagliato. Sei umano. E' normale pensare che anche tu adesso avresti voluto essere felice.

Chiara

lunedì 9 ottobre 2017

"Le cose non capitano per caso"

Finalmente riesco a dirlo ad alta voce, o meglio scriverlo.
Nessuna delle decisioni che prendiamo ogni giorno è un caso. Nessuna decisione lo è stata di altri. Ogni scelta è di ciascun individuo.
Quante volte ho sentito ripetere "E' capitato!". Quante volte ho visto persone far ricadere le proprie scelte sbagliate sulle vite di altri. Come? "E' capitato, devi accettarlo, devi venirmi incontro".
Partiamo da presupposto che NESSUNO è obbligato ad andare incontro a qualcun altro quando questo qualcun altro fa errori che si ripercuotono sulla vita altrui.
Ma non è nemmeno giusto? Ci avete mai pensato?

Esagererò ma alla fine, se estremizziamo il concetto "Errori che si ripercuotono su altri" finiamo in ambito giudiziario e penale. Lo so, mi rendo conto che è un esagerare, ma è così.
Commettere un errore, ferire, è come commettere un reato (anche se so bene che le azioni criminali sono "Ben definite"), ma poi, per il semplice fatto che "Non è così grave" (cosa tra l'altro soggettiva e che, ovviamente viene affermata sempre da chi commette, mai da chi riceve) le persone intorno riescono sempre a sminuire ciò che hanno combinato (certo, mica è capitato loro).
Ma cazzo, io non sono per il "Devi vivere certe situazioni", no: esiste un giusto e uno sbagliato!!! Esiste l'etica, esiste la coscienza!!!
Sbagliare e poi pretendere è la cosa più assurda che io abbia mai sentito.
Non dico che darei l'ergastolo a chiunque sbaglia, io per prima sbaglio, tutti sbagliano. Ma dopo aver commesso un errore non si possono cercare scorciatoie. Non si può pretendere che agli altri passi, non si può pretendere che gli altri accettino, non si può pretendere di voler realizzare quello che, seppure sbagliando, si voleva a scapito di altre persone, di anime che magari fino ad ora hanno solo subito conseguenze delle azioni altrui perché piombati nella loro vita.

Troppo facile. Le cose non capitano per caso. Quando capitano è perché lo si vuole o semplicemente si sbaglia (e spesso è perché non si pensa abbastanza). Tuttavia bisogna accettarlo senza pretendere che gli altri lo accettino, senza pretendere un perdono (soprattutto senza delle scuse decenti), ma soprattutto non si può progettare la propria felicità a discapito di quella altrui.

Chiara

domenica 1 ottobre 2017

Dite sempre ciò che pensate? Si? Allora datemi un consiglio sincero

Dite sempre ciò che pensate? Non intendo se aprite la bocca a vanvera, ma se, anche dopo attente riflessioni, vi rendete conto di pensarla in modo magari, non solo diverso, ma proprio opposto, oppure addirittura spiacevole su alcuni fatti o persino su dei conoscenti o anche amici... Glielo dite?
Non dico per forza cercando lo scontro, in maniera rabbiosa e infantile, ma con calma, spiegando chiaramente i vostri pensieri, seppur duri? E non dico neppure nello specifico su di loro, o su aspetti della loro vita, ma anche su questioni generali e non personali.

Confesso: io NO. L'ho fatto fino a "Ieri" con tatto, sensibilità ed empatia. Lo giuro. Eppure poi mi sono resa conto che per quanto a volte chiedano, in realtà a pochi interessa la risposta e la ascoltano.

Sui fatti generali quasi nessuno osa dire: "Ascolto opinioni diverse e ci rifletto..." Magari poi la pensa esattamente come prima, ma quella stessa opinione diversa è un arricchimento, a volte persino nei confronti della posizione precedente. Non solo quasi nessuno fa questo, ma: provano a convincerti della loro opinione, persino alzando la voce, volendo farsi ascoltare, ma non ascoltando.

Sui fatti personali ancora peggio: muovere una critica persino riflettuta per giorni, espressa con calma e dolcezza, nella speranza di aiutare e consigliare nella maniera corretta, trova persone che si arrabbiano (permalose, che magari dicono anche di essere insicure, ma col cavolo che lo sono, dato che nemmeno riflettono su quello che gli si dice) e vanno dritte per la loro strada rispondendo alle tue affermazione inventando delle scuse atroci di chi chiaramente voleva sentirsi dire determinate cose e invece ne ha sentite altre.

[Digressione: Come se non bastasse adesso gli argomenti seri si fanno con audio lunghissimi o messaggi lunghissimi su WhatsApp, ma quando ci si renderà conto che per lo più sono monologhi e non dialoghi? Peggio ancora quando (chiaramente) succede di fraintendersi. Si va avanti per ore. Chiaramente riporto fatti accaduti ad altri, perché persino quando avevo 11 anni, se litigavo con la mia amica del cuore, prendevo il telefono e la chiamavo: per lo più a voce si risolve nella metà del tempo rispetto allo stesso impiegato usando quei simpatici audio. Per carità, OGNI TANTO, possono anche starci, eh. Ci si ostina a dire che non si ha tempo per un te e un caffè o per una telefonata, ma poi se si sommano gli audio di una giornata, sono lunghi ore. Certo: possono mandarti ben 2 ore di monologhi ma per un'ora di dialogo non c'è tempo.]

Ultimamente ho diviso le persone in due gruppi:
- quelle con cui si può parlare, si può dire ciò che si pensa (sempre riflettendo e mai con superficialità!), e la si può anche pensare diversamente, ma il bene e la stima non cambiano;
- quelle che vogliono sentirsi dire solo quello che pensano loro.

Io mi comporto diversamente a seconda della categoria. Ma forse sbaglio io. Io che non voglio avere problemi, perché in questo momento proprio non voglio sprecare tempo ed energie per chi non lo apprezzerebbe. Ma forse, cari amici che dite sempre ciò che pensate, ditemi: questo è davvero un bene oppure sarebbe meglio svuotare i miei archivi e piuttosto arrivare a cancellare dei rapporti?

Giuro, che vorrei delle risposte sincere :-)
Un abbraccio,
Chiara