sabato 29 dicembre 2018

Buoni propositi 2019!

Ogni anno ci saluta avendoci insegnato qualcosa, mostrandoci i nostri errori, ma anche i nostri pregi. Ogni fine anno degno di questo nome porta con sé delle riflessioni che possono essere sia positive che negative. Tuttavia io sono convinta che ogni persona, guardando l'anno appena passato, possa trovare entrambi i tipi di analisi citati.



Ogni fine anno io faccio una sorta di "Punto della situazione":
- prima di tutto, guardo le cose belle: quello che ho imparato, quello che ho guadagnato, quello che mi piace di me;
- dopo guardo le cose negative: se posso aver imparato qualcosa da queste (cosa non sempre possibile), se posso migliorare qualcosa di me, quindi come farlo;
- dire a me stessa i "Buoni propositi" per il 2019, magari scriverli, tenerli sotto mano per non dimenticarli.

Condividerò in questo blog uno dei miei buoni propositi 2019: imparare ad avere una riflessione più rapida e a dire tranquillamente la mia opinione senza aver paura che questo possa pregiudicare in qualche modo il rapporto con altre persone. Infatti se un'opinione fa allontanare qualcuno, meglio così. Mentre pensare prima di parlare a volte è un bene perché non fa parlare a sproposito, tuttavia a volte, sarebbe più giusto velocizzare la fase "Pensante" per potersi esprimere nel giusto contesto.

Fate anche voi un "Punto della situazione"? ☺️
Buoni propositi 2019!!
Buon 2019 a tutti!!!!  🎇🎆🥂🍾
Chiara

lunedì 24 dicembre 2018

Caro Gesù Bambino, Caro Babbo Natale, vorrei....

Caro Gesù Bambino,
Caro Babbo Natale,



Quest'anno vorrei che scomparissero dai social e dalla vita la rabbia, gli insulti gratuiti e che prevalessero umiltà, apertura mentale, gentilezza, ascolto, rispetto.

Vorrei che sparissero i giudizi e i pre-giudizi.
Vorrei che sparissero le critiche, vorrei che chi critica provasse lo stesso bruciore delle ferite che loro stessi causano. Così magari si sentirebbe di più la parola "Scusa" e tali soggetti imparerebbero a collegare il cervello alla bocca prima di parlare.
Vorrei che sparisse la superficialità.
Vorrei che tutti capissero che chiunque ha debolezze e difetti: fisici e caratteriali.
Vorrei che si avesse più consapevolezza del valore della salute e che non si prendessero più per il culo (scusatemi per il termine, ma bisogna essere diretti) le persone con reali patologie fisiche o psichiche.
Vorrei che le persone dopo essersi rammaricate dei loro errori, ne facessero una bella ricchezza personale per diventare migliori, magari portando anche la propria esperienza agli amici, ai figli, ai compagni.
Vorrei che i lamentosi, imparino a reagire e a trovare soluzioni, invece di crogiolarsi nel proprio bagno di piagnistei.
Vorrei che le persone imparassero a lasciar andare coloro con cui non vanno d'accordo, perché a volte non c'è un giusto o uno sbagliato, semplicemente si è incompatibili. Come ho letto recentemente "Siamo solo per pochi", tutti (Cit. di Roberto Emanuelli,  romanzo: "Buonanotte a te").

Vorrei che mettessi fine al razzismo e alla discriminazione nei confronti di chiunque. Perché il colore della pelle, il peso corporeo e qualsiasi altra cosa superficiale, non prendano il sopravvento sulla professionalità. Già che ci siamo, fai che le giovani donne non vengano discriminate da un'assunzione lavorativa solo per il "Rischio" di una, o più, eventuali maternità. Visto che ho chiesto trenta, facciamo trentuno: cioè che tali donne prendano uno stipendio uguale a quello del sesso maschile con lo stesso lavoro.

Vorrei che donassi a tutti un po' di empatia, che insegni a immedesimarsi un po', soprattutto nelle persone più fragili. Magari così vedremmo meno facce da culo "Fortunate e ignoranti" beffeggiarsi di superiorità che non appartiene loro.

Vorrei che la nostra società premiasse le persone intelligenti, umili, non presuntuose, gentili e riflessive. Vorrei che premiasse gli altruisti e meno gli stronzi.

Vorrei che portassi nella casa di tutti almeno un libro, perché tutti possano comprendere che non si smette mai di studiare ed imparare; che con una laurea o un diploma è impossibile aver letto "A sufficienza".

Per ultima cosa, almeno nel giorno di Natale, cancella la solitudine ed entra nel cuore di coloro che soffrono per farli sentire amati.

Caro Gesù Bambino e Caro Babbo Natale, so che è una letterina strana, ma il mondo mi sta davvero sfiduciando. Lo so, lo so: non si può piacere a tutti, come tutti non possono piacere a me. Tuttavia, un conto è il piacere, che è soggettivo, un conto è vedere che tanti stanno distruggendo la Tua bellissima Creazione che non comprende solo il mondo, ma anche tutte le qualità umane.

Dicono, come ho scritto sopra, che siamo fatti per pochi, è vero: pochi Amici, ma veri e buoni. Tuttavia questo non significa stare zitti contro ignoranza e ingiustizie.
Caro Gesù Bambino e Caro Babbo Natale, grazie per avermi dato una forza immensa, grazie per avermi dato la voce per combattere contro tutto ciò che viene contro la Tua Bontà.

Chiara

lunedì 17 dicembre 2018

Le persone che facevano il vostro Natale non ci sono più?

E' forse inutile e scontato dire quanto certe persone che già mancano durante l'anno, a Natale manchino ancora di più, vero?
Ci sono persone nella nostra vita che fanno il Natale. Oppure, forse, c'erano.


Foto scattata da Michele De Lorenzo
Se c'erano e non ci sono più perché sono volate via, non bisogna dimenticarle, non bisogna allontanarne il ricordo, anche se questo fa davvero male. Bisogna ricordarle di più, stringerle di più. Infatti si possono abbracciare anche se non sono più qui. Come? Parlandoci, ripercorrendo ogni singolo gesto che si compiva con loro durante le feste. Mia cugina, tempo fa, mi ha detto che quando prepara una torta che preparava nostra nonna, sente alle spalle la nonna che le dà piccoli suggerimenti. E' proprio così che le persone che non ci sono più continuano ad esserci, ed ora più che mai, in questo periodo natalizio, ripercorrendo i loro gesti, le loro tradizioni, le cose che si facevano insieme, che la loro presenza verrà avvertita più fortemente e così li onorerete.

Se c'erano e non ci sono più perché sono andate via o perché le avete mandate via, cercate bene di comprendere il perché. Ogni situazione è a sé e non si possono certo dare consigli generici. Ma se è l'orgoglio che vi tiene lontano da loro, se è il non-perdono, lavorate sul contesto e fate di tutto per far prevalere l'Amore, se questo c'è ancora, che sia amore affettivo, di amicizia, o del classico amore di coppia.
Attenzione a non farvi prendere dalla nostalgia del passato per riportare nella vostra vita persone nocive per essa.

Se c'erano e non ci sono più per i vostri bimbi, perché eravate voi quelle persone che ricreavano la loro famiglia, e ora siete separati o divorziati, vi scongiuro: non litigate in questo momento. Fareste più danni che altro ai vostri figli, cercate di non farli sentire "A metà"o combattuti o in colpa, come si sentono spesso questi bambini. Cercate di pensare prima al loro bene, senza usarli per ripicche. Se le cose si possono salvare, se siete stati una famiglia, fate il possibile per salvarle, perché un figlio vuole, prima di ogni altra cosa, una famiglia felice. Altrimenti, per lo meno, non complicate le cose.

Chiara

lunedì 10 dicembre 2018

COSA REGALARE A NATALE?

Questa è una domanda tipica, a cui tutti provano a dare risposta con mille consigli. Quindi: perché non provarci anche io? 😅
Proverò a fare una lista molto concreta "Regali si" e "Regali no". Ma prima debutterò con una bella affermazione scontata, che poi, per quanto scontata sia, c'è sempre qualcuno che casca dal pero:
il dono deve essere pensato per la persona che lo riceve. Potreste ribattere, dicendomi che una lista come la seguente è uno standard, perché non si può certo pensare che, generalizzando, si vinca, tuttavia proverò a guidarvi nella scelta. Più esplicitamente: se siete in giro e una cosa vi fa pensare ad una persona in particolare: avete trovato la cosa giusta. Se non sapete cosa fare, i miei consigli, magari vi torneranno utili.

REGALI SI : (chiaramente poi applicate il consiglio alla persona: se scrivo "Vino" e una persona è astemia, direi di no).
DONAZIONE IN BENEFICIENZA ad una causa correlata alla persona a cui si fa il regalo.

- ADDOBBI NATALIZI: perché no? Se sapete che una persona fa l'albero di Natale, perché non una bella pallina natalizia particolare? Oppure un piccolo presepe: anche se una famiglia fa il classico bello grande, uno di quelli piccoli, carini da mettere nelle altre stanze della casa, è sempre gradito.

- LIBRO : se proprio dovete sbagliare, sbagliate con un libro. Ma per evitarlo, consiglio di leggere questo post http://www.tegamini.it/2018/11/30/libriniregalini-un-progetto-dispirazione-collettiva/?fbclid=IwAR38BC67uF6D04krGetc80nAB5QNDqTD_aeoTSJHc9nktBFQTKcaOaBcE4s e di seguire Tegamini (Francesca Crescentini) su Instagram .

- GIFT CARD: io le amo. Non significa che siano impersonali, significano anzi "Ti ho pensato, ma non sapevo di cosa avessi bisogno." Poi azzeccare il tipo di Gift Card, significa che è pensata come cosa. Ad es. Io leggo molto ed amo tenere i libri. Al mio compleanno mi hanno regalato una Gift Card di una libreria: mi sono comprata un sacco di libri! Mi hanno resa felice. La persona non osava scegliere il libro perché ultimamente legge poco, invece io ho la lista di libri da comprare e così ho potuto esaudire dei miei desideri. Anche questo significa: conoscere una persona!

- SMART BOX: ormai hanno una scadenza di almeno 2 anni, quindi direi che si può fare. Ricordatevi di pensare alle persone che ricevono (sempre al discorso del: "Non una degustazione di vini ad un astemio").

- GIOIELLI: magari quelli che usa la persona (orecchini? collana? bracciale) e guardare anche i suoi gusti.

- COVER CELL: perché no? Cambiarla ogni tanto è piacevole, è come cambiare indumento. Magari informatevi prima che la persona non stia per cambiare cellulare.

- PRODOTTI UTILI: maschere per il viso, creme, bagnoschiuma. Attenzione ai profumi, già molto soggettivi. In questa categoria metterei anche: vino, magari un olio evo italiano, una cibaria particolare: attenzione ai cesti di Natale: cibi che vengono mangiati dal ricevente, non cesti standard.

- PRODOTTI DI PROFUMERIA: intendendo trucchi e profumi, fateli solo se conoscete i gusti della persona e se sapete cosa usa.

-PRODOTTI PER LA CASA: profumi per ambiente ben accetti, biancheria per la casa, se serve, o comunque se ha un senso natalizio, o per quella persona, la fantasia.

- PIGIAMI: sempre apprezzati, ma attenzione alla taglia e al tessuto.

-INTIMO: se sapete gusti e taglie, altrimenti GIF CARD.

-ARTICOLI FOTOGRAFICI: Sì ai calendari, ma attenzione che non li facciano in troppi: non si possono certo appendere 20 calendari in casa. Sì alle cover del cell personalizzate. Sì alle calamite. NO ai cuscini o cose ingombranti perché ognuno vorrebbe esporre le sue scelte fotografiche a casa propria.

-GIOCHI IN SCATOLA: per gli appassionati, direi che sono un ottimo regalo. Sia quelli seri, sia quelli divertenti, magari da fare a Capodanno 😉.  Pensate bene al genere giusto in base alla persona davanti. Attenzione ai doppioni!


REGALI NO: se chiaramente l'oggetto in questione è in questa categoria, ma lo avete trovato e avete  pensato "E' suo", significa che non è anonimo, quindi va benissimo. Ad esempio: io ho mille pashmine (e le uso anche). Mi regalano una pashmina con le libellule: m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-a! Perché sanno che amo le libellule. Idem mi è capitato con una bellissima lanterna. Ma se non ci fosse stata la libellula, li avrei recepiti come "Regali a caso".
- PASHMINE e SCIARPE
- TAZZE
- COPERTE IN PAIL
- OGGETTI SENZA SIGNIFICATO da appoggiare o appendere in case non vostre.
- VESTITI : troppo complicati a meno che non siano mirati.
- TROUSSE.

CONSIGLIO TOP:  se siete in confidenza, chiedete al ricevente cosa vorrebbe, e ditelo senza problemi, parlando serenamente anche del budget. In questo periodo storico, se non si sa dove sbattere la testa, piuttosto che fare doni a caso, non è meglio regalarsi ciò che si desidera davvero? Anche perché, altrimenti, passate le feste, i regali non apprezzati finiscono in cantina, e si va in giro a comprarsi ciò che si avrebbe voluto ricevere.
Se siete senza soldi: evitate l'imbarazzo di ricevere un dono senza contraccambiare, ditelo prima e decidete di stare insieme senza impegno per una pizza o una bella cioccolata calda.

Chiara

domenica 9 dicembre 2018

Io & Te come Meredith & Cristina

Io non so cosa ci sia successo. O se sia successo solo a me, o solo a te. Ma sono mesi e mesi, ormai, che avverto che qualcosa si è spezzato. Non ci avrei mai creduto. Sono anni che sei il mio respiro e io il tuo. Ci siamo sempre dette che siamo l'una la persona dell'altra, come Meredith e Cristina. Eppure, ultimamente non è più così.

Tu hai fatto una serie di scelte, perché si, le hai fatte te (non le hanno fatte per te) che ti hanno cambiata. Sei diventata così astratta, nella tua bolla di sapone dove tutto ti sembra andare male e invece che reagire, ti sei fermata in balìa delle onde. Hai fatto qualche scelta, stai comunque inseguendo alcuni dei tuoi sogni con una certa facilità e con una certa dose di fortuna, ma nonostante ciò: ti lamenti e basta. Ti lamenti di ogni cosa ormai, e io non riesco più ad aiutarti. Per quanto mi sforzi, per quanto ti abbia detto: "Dimmi cosa vuoi che io faccia, e io lo farò", qualcosa non va.
Non so più se sono l'unica a sentire che qualcosa si è spezzato e se tu, nemmeno te ne sei accorta, oppure stai anche te come me.

O forse non è vero, è tutto sbagliato quello che ho scritto. Forse sono io ad essere cambiata, e tu sei sempre stata così. Forse sono io quella che si è discostata dal nostro equilibrio. Forse sono io che ho visto inutili i miei tentavi di aiutarti o non mi piacciono più i tuoi discorsi negativi e mi sono allontanata.

Forse invece, siamo solo cresciute, in maniera diversa. E' successo quello che temevano: la lontananza ha vinto, ancora una volta, nella mia vita.

Quello che sento, però, non è rabbia, non sono arrabbiata con te, né con me. Ti voglio una marea di bene e darei qualsiasi cosa perché tu sia felice. Ma la verità è che solo tu puoi lottare per la tua felicità.

Ti voglio bene Amica mia. Spero che questo legame non si rompa del tutto, perché mi manchi e faccio fatica a pensare la mia vita senza di te.

Chiara

lunedì 3 dicembre 2018

Accade tutto per una ragione?

Accade tutto per una ragione? Secondo me: NO.
Nell'ultima settimana mi sono imbattuta in persone che lo credono e che hanno lasciato trasparire nelle loro parole quasi un senso di tristezza per questa mia visione delle cose, come a dire "Chiara non essere così pessimista! Affronta ogni situazione con il sorriso!" 😅
In tutta onestà, non credo proprio che la mia visione di ciò che accade possa essere definita "Pessimistica", tantomeno che non mi faccia sorridere (anzi!), tantomeno che mi porti a non reagire (anzi!). La cosa che più mi è dispiaciuta è stata quella di leggere di persone che vedono queste mie riflessioni come un lamento su qualcosa che è accaduto a me: mai interpretazione fu più sbagliata.

Accade tutto per una ragione?
NO. Io non ci credo affatto. Non penso proprio che tutto sia scritto, anche perché, essendo cattolica, credo nel libero arbitrio*, e non credo che Dio, o qualsiasi altra cosa in cui voi crediate, abbia creato un mondo dove tutto sia già scritto.
*Dal sito:  http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s1c1a3_it.htm la citazione seguente:
"Dio ha creato l'uomo ragionevole conferendogli la dignità di una persona dotata dell'iniziativa e della padronanza dei suoi atti."

Ma se tutto è già scritto, perché non uscite un po' dal vostro piccolo mondo e non guardate la complessità del mondo intero? Non ci siete solo voi e il vostro orticello, tantomeno solo io. Che ragione c'è per un bambino che muore? Ma nessuna! E non esistono significati nascosti, anche perché solo un destino terribile, un dio cattivo potrebbe aver scritto un mondo che va come il nostro. Non c'è ragione dietro ad un terremoto, o altre mille tragedie che potrei citare.

La mia idea è questa: non c'è una ragione dietro a tutto. A volte, si può trarre insegnamento dagli eventi, a volte no. Ma la cosa più bella di tutte: è che abbiamo la possibilità di SCELTA! Questo rende OTTIMISTICA la mia visione delle cose. Questo fa sì che si possa reagire, si possa sorridere: perché si può scegliere! A volte no, certo, non si sceglie una tragedia, ma si sceglie di reagire, ad esempio. Non siamo certo soli in una bolla di sapone in cui si può scegliere tutto, dipende anche dalle scelte di altri cosa accade nella propria vita, nel mondo. Ma si può cercare di SCEGLIERE di fare la cosa giusta.
E "Qui casca l'asino": siamo umani, si sbaglia: con la mia visione delle cose ciascuno dovrebbe prendersi la RESPONSABILITÀ' delle proprie scelte e cambiarle se le reputa errate, se ha scoperto di aver sbagliato. Con la visione scritta precedentemente, non si sta cercando un po' una scusa per non farlo, cito: "Gli uomini accumulano gli errori della loro vita e creano un mostro che chiamano destino." John Hobbes

Allora: qual'è la visione più ottimistica e sorridente? Io trovo decisamente che sia la mia. E sappiate che sto sorridendo 😄

Chiara

lunedì 26 novembre 2018

Che ingiustizia!

Chiunque almeno una volta nella vita lo ha provato: una grande senso di ingiustizia.

Piace a tutti pensare che la "Ruota giri" e che le persone cattive saranno infelici. Ma siamo onesti: non è così. Purtroppo non si sa se nel lungo corso della vita le cose buone compiute, come le cattive torneranno indietro. Questo è più un concetto, forse, del "Quando si morirà", ma in corso di respiro, non c'è nessuna garanzia che ad essere buoni, si sarà felici.

Ed è questo che fa venire voglia di urlare al mondo: "Ma che ingiustizia!", come se si fosse subito un grave torto.

Bisognerebbe continuare a lavorare per se stessi, per la propria serenità e felicità, senza far del male agli altri. In fondo l'unica cosa che resta è la propria coscienza.
E, come tanti di voi penseranno: "A posto siamo.", in chiave ironica, ovviamente. 😅

Chiara

lunedì 19 novembre 2018

Le conseguenze delle critiche

Post un po' scontato direi, ma non mi concentrerò sul fatto che le persone troveranno sempre qualcosa da criticare in chiunque, quanto più sul fatto che criticano senza pensare alle conseguenze.

Criticare è davvero brutto, specialmente quando le critiche non sono consigli indirizzati ad un amico per aiutarlo, ma vengono fatte con il semplice scopo di far prendere aria alla lingua.
Le critiche sono prive di empatia, altrimenti sarebbero aiuti, consigli.
(Sto scrivendo sulle critiche vere, quelle che feriscono, sia chiaro, non le critiche del tipo: "Non si va al lavoro con una mini-minigonna".)

Quante volte si sentono critiche, per esempio sugli alcolisti, sui drogati, sui ludopatici, sugli obesi, sugli anoressici, sui depressi, ecc.? Le critiche sulle persone malate, sono fuori da ogni empatia, da ogni logica, da ogni anima. Inoltre, quando queste persone provano a chiedere aiuto andando da psichiatri o psicologi, la società spesso le giudica pazzi. Però, quando magari arrivano a compiere gesti estremi, allora lì, per una minima frazione di secondo, magari si pensa: "Se avesse chiesto aiuto...".
Bisogna mettersi in testa che tutti noi possiamo aiutare, anche senza che questo venga richiesto. Si può parlare con cognizione di causa, si può aprire la bocca dosando le parole, cercando di essere più empatici, più profondi, ricordandosi che ognuno ha i propri mostri interiori, e forse, se si fosse solo più gentili e meno critici con il prossimo, il mondo sarebbe già un posto migliore.

Le critiche hanno delle conseguenze: alle persone malate, alle persone sensibili, fanno male. Per quanto sicuri si sé si possa essere: nessuno è perfetto, e questo andrebbe ricordato sempre.

Quando viene nascosta una cattiveria dietro la frase "Era una battuta", ricordate che le battute fanno ridere, non feriscono. Per cui non offendete da soli la vostra intelligenza usando espressioni senza senso.
Quando si pensa di essere perfetti, è ora di cambiare specchio.

Chiara 

lunedì 12 novembre 2018

Il vero Amore...

A chi non è capitato?
Quell'amore tanto forte che anche solo amare fa male,  il cuore lo si sente a metà anche quando va tutto bene, perché non sarà mai più intero: una parte la si sente battere e l'altra è con chi la possiede. Qualsiasi cosa questa persona ci farà, mai quella metà sarà di nuovo ricongiunta nel petto. Bisogna sperare che non se ne andrà. Si nasconde tutto in questo verbo: sperare.

La vera magia è quando l'altra persona ricambia. Un amore così unico, si può non ricambiare? Non lo so. A me piace pensare di no. Un amore così profondo deve essere ricambiato, perché sono due anime che si riconoscono. Non può essere vissuto solo da una delle due, non avrebbe senso.
Tuttavia, non è detto che queste persone riescano a stare insieme per sempre. Ma si ameranno per sempre. Questo si.

Un consiglio: se lo avete in questo momento, fate il possibile perché non finisca.
Se non lo avete, continuate a cercarlo.
Se lo avete perso, beh... Non lo so: forse sperare è la cosa giusta?

Chiara

lunedì 5 novembre 2018

Vi vergognate mai di alcuni errori o di pensieri che vi scaturiscono improvvisi?

Vi vergognate mai di alcuni errori o di pensieri che vi scaturiscono improvvisi?

Dicono che pensare ogni tanto faccia male, ed è assolutamente vero: tante volte le persone superficiali vivono, senza dubbio, meglio. Tuttavia il fermarsi lì senza scendere in profondità è una caratteristica che o si ha o non si ha, e non ci si può fare proprio nulla.

Le persone, che mi piace definire "Scavatori", invece si trovano spesso a raschiare la profondità di ogni azione, a volte però si fermano, spaventati da quanto dovrebbero scendere in questi meandri. A volte si fermano dopo qualche scalino verso il basso, intimoriti.
Infatti, a volte, non ci si rende conto che ciò che si teme, non è solo il giudizio degli altri e nostro, ma soprattutto quello di Dio, nonostante la dottrina cattolica ci abbia presentato un Dio buono. Quell'azione, che si è scelto di compiere, a volte, si rivela un grande errore. Magari per scelta, si ripete anche... Forse nello sperare un esito diverso?
In ogni caso, questo fa così vergognare che ci si allontana da Dio, a volte anche dagli amici, a volte anche da se stessi perché si sa benissimo che scavando, si troverebbero alcune risposte che, a cui non si è pronti di sentire per la troppa mortificazione personale.

Infatti, se ci si pensa: si prega per l'aiuto di Dio, degli amici, di se stessi. E poi: puff! Ecco il sabotaggio sui nostri passi, commesso proprio da chi poi recita quelle preghiere.

Forse, allora, bisognerebbe cercare di provare meno vergogna, affrontare di più la profondità, arrivare a capire il perché reale degli errori, per non commetterli più, senza fermarsi al secondo gradino ammettendo solo che sì: era un errore.

Che dire dei pensieri improvvisi? Stessa cosa: ogni tanto la mente gioca dei brutti scherzi, che bisogna combattere dopo essersi posti i tanti perché del caso.

Quindi, affrontate tutto, ma soprattutto non lasciate che gli errori vi allontanino da Dio e dagli amici.

Chiara

lunedì 29 ottobre 2018

Anche se siete morti, non siete poi così lontani...

Questa è la settimana del 2 novembre, conosciuto come il "Giorno dei morti", o meglio della commemorazione dei defunti. Durante Lo scorso week end ed il prossimo, tanti sono stati e saranno impegnati nel classico giro dei cimiteri. Inutile dire che i propri cari andrebbero ricordati nelle preghiere quotidiane e non solo durante questa sorta di processione di inizio novembre.

Dopo questa premessa, vorrei parlare del lutto.
Ci sono giorni in cui ricordo i miei cari la sera e mi mancano, e giorni in cui mi sento come se il cuore mi fosse stato strappato. Certo, si va avanti. Ma non è vero che il dolore passa.
Questa poesia, secondo me, rappresenta perfettamente come ci si sente in quel momento, qualsiasi sia il tipo di amore che ci legasse al defunto.

Funeral Blues di W. H. Auden
Fermate gli orologi, tagliate i fili del telefono, e regalate un osso succulento al cane affinché non abbai. 
Faccia silenzio il pianoforte, tacciano i risonanti tamburi, che avanzi la bara, che vengano gli amici dolenti.
Lasciate che gli aerei volteggino nel cielo e scrivano l'odioso messaggio: lui è morto. 
Guarnite di crespo il collo bianco dei piccioni e fate che il vigile urbano indossi i guanti neri.
Lui era il mio nord, il mio sud, era l'oriente e l'occidente, i miei giorni di lavoro, i miei giorni di festa, era il mezzodì, la mia mezzanotte, la mia musica, le mie parole.
Credevo che l'amore potesse durare per sempre, ma mi sbagliavo.
Offuscate tutte le stelle perché non le vuole più nessuno; buttate via la luna, tirate giù il sole; svuotate gli oceani e abbattete gli alberi; perché da questo momento niente servirà più a niente. 

A me, ha sempre dato molto conforto questo scritto, spesso attribuito a Sant'Agostino, ma che dovrebbe essere di Henry Scott Holland: La morte non è niente
La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altra lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è al stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai pensieri della tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. 

Ho visto un cartone animato, Coco della Disney, che parla della tradizione messicana de "Il giorno dei morti", qui di seguito il trailer da YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=ro2mnwYOp50

Vi dico la verità: a me è piaciuto molto, e trovo che sia un modo bello per spiegare la morte ai bambini, ma non solo. La tradizione è messicana, tuttavia il messaggio finale è quello della nostra fede cattolica, almeno secondo me. Certo, non sono una teologa, ma quello che ho sempre percepito è proprio questo: morendo i nostri cari, si ricongiungono, oltre che a Dio, ai propri cari che hanno perso e cui tenevano moltissimo. Un domani, anche noi ci ricongiungeremo a loro, e via dicendo... Nella vita siamo solo di passaggio, ma poi, un domani, torneremo vicini alle persone che abbiamo perso e staremo con loro per sempre. 
L'altro messaggio che deve essere forse un po' interpretato è quello di pensare e ricordare i nostri cari SEMPRE. Perché mantenendo vivo il loro ricordo, sono qui con noi. 

A voi che siete sempre nel mio cuore e nei miei pensieri,
lo so: anche se siete morti, non siete poi così lontani...
Chiara

lunedì 22 ottobre 2018

Buon compleanno a me!

Questo è stato un compleanno "Particolare": non avevo voglia di festeggiare perché vedevo schierato davanti a me tutto quello che avrei già dovuto essere e fare, e che non sono, né che ho fatto.

Invece già da due giorni prima, mi sono arrivati, messaggi, bigliettini che mi hanno fatto sentire speciale. Persone che "Mi hanno obbligato" e "Mi stanno obbligando tutt'ora" a festeggiare, sono quelle che senza dubbio, hanno capito davvero, ciò di cui io avessi bisogno, senza che neppure io lo sapessi.
Persone che mi hanno fatta sentire unica, speciale, fortunata di essere come sono.
Persone che mi hanno ringraziata per come sono, e non mi hanno fatta sentire per nulla fuori posto.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sono guardata con i loro occhi e il regalo più bello che ho ricevuto e che mi sono fatta, è stato quello di sentirmi orgogliosa di me, felice di dove sono e di come sono.

Grazie a tutti voi, sono estremamente fortunata ad avervi vicino.
Non faccio i nomi, ma spero che il mio messaggio vi arrivi al cuore.

L'unico dispiacere che ho avuto, è stato quello di non ricevere gli auguri da persone che nei miei pensieri ci sono. Siete stati una sorta di stella mancante per completare la perfezione di una costellazione, ma ciò non significa che vi toglierò dai miei pensieri di affetto.

Un abbraccio a tutti,
Chiara


Confidenze SI o confidenze NO?

Quando nasce un'amicizia, generalmente, per quanto lenta proceda la conoscenza, non si sa mai quando è il momento opportuno per confidarsi. Con "Momento opportuno" intendo quel momento in cui nasce la fiducia per parlare realmente e profondamente di sé.
Vorrei tanto scrivere qualcosa per far capire a tutti quando è il momento, ma in realtà non lo so nemmeno io, quindi se voi lo sapete, vi scongiuro ditemelo 😅 .

Io sono molto fiduciosa: "Purtroppo" o "Per fortuna" 

Ci sono giorni i cui queste confidenze vengono decisamente violate da un'insensibilità che veniva celata da chi le stava ricevendo, almeno fino a quel momento. Durante queste giornate mi dico: "Chiara, ma cavolo! Hai già abbastanza amici e amiche, ma cosa cavolo cerchi ancora?"
Ci resto male, ci rifletto in continuazione, e, ovviamente, mi pento. A volte ho persino "Paura" di come potrebbero essere sfruttate le mie confidenze.

Ci sono volte, invece, in cui ringrazio di essermi confidata, perché mi rendo conto che grazie a questa fiducia, ho incontrato e ho mantenuto, nella mia vita, persone davvero speciali che mi hanno arricchita tantissimo. Queste persone non sono mai "Troppe", ognuna dà un valore aggiunto. 

Forse, vale la pena rischiare, fidarsi e confidarsi

Chiara

lunedì 15 ottobre 2018

Su cosa è basata l'intimità di un rapporto?

Su cosa è basata l'intimità di un rapporto? Può essere basata sulla condivisione, secondo voi?

Credo che ognuno abbia la propria idea, i propri bisogni, sia in amicizia, sia in coppia.
Tuttavia io sono convinta che non esista un vero rapporto senza una vera condivisione.

Mi vengono in mente tre tipi di condivisione: quotidiana, dei fatti più significativi, profonda.
La condivisione quotidiana fa raccontare la giornata,
la condivisione dei fatti più significativi fa riportare le cose più importanti capitate in un certo lasso di tempo,
la condivisione profonda è quella degli eventi più sensibili e dei sentimenti.

In amicizia è complicato: c'è infatti un equilibrio molto personale, a volte varia "Da amica/o ad amica/o", quindi da rapporto a rapporto. Tuttavia non possono mancare la condivisione dei fatti più significativi e quella profonda.

In amore, invece, è molto più semplice, per così dire: sono necessarie tutte e tre.

A mio parere solo in questo modo si può creare l'intimità, che è alla base della complicità, fondamentale in amicizia e in amore.

Voi cosa pensate?

Chiara

lunedì 8 ottobre 2018

Il bellissimo e il bruttissimo potere di Whatsapp

Whatsapp, Telegram e tutti i servizi di messaggistica istantanea hanno aperto un nuovo metodo di comunicazione.

Ci hanno fatto abituare al "Tutto e subito", anche se spesso poi fanno scontrare questa società impaziente con la realtà dell'impossibilità di essere sempre connessi.
Aiutano, anche tanto le persone. Le aiutano nei momenti di solitudine, quando vorrebbero un consiglio urgente, quando non riescono a parlare ma a scrivere. Aiutano quando l'altra persona non può essere subito disponibile, ma può ricevere e rispondere appena è libera.

Ma è ora di guardare cosa non fanno: non fanno capire i toni (nonostante le innumerevoli faccine). Inoltre, visto che non si può scrivere certo un romanzo dettagliato, per quanto lungo possa essere il messaggio, in pochi sono Dickens e quindi apre a domande, fraintendimenti e incomprensioni.
Ho visto litigi spegnersi dopo una breve chiamata e persone scoprire che intendevano la stessa cosa.
Ho visto persone sottovalutare gioie o dolori scritti su tali messaggi, senza capire la profondità del testo.
Allora, per piacere, non lasciamo che Whatsapp, Telegram o altro sostituiscano uno sguardo, un abbraccio, un sorriso o una lacrima reale.

Chiara

lunedì 1 ottobre 2018

Cosa vogliono le donne?

Questa domanda perseguita i maschietti dall'alba dei tempi, vero? Sono stati scritti articoli, canzoni, poesie, scenografie.
Qualche tempo fa, durante un film, la seguente frase mi ha colpita particolarmente: "Non lo sappiamo nemmeno noi donne cosa vogliamo." Ma non è del tutto vero, giusto, amiche?
Ho messo insieme un po' di opinioni, e mi piacerebbe se mi faceste sapere se queste sono esaustive o se desiderate altro.

Vogliono i baci del buongiorno e gli abbracci della buona notte;
Vogliono accanto il proprio migliore amico, perché è questo che deve essere un compagno di vita.
 Vogliono qualcuno che le abbracci e le aiuti nei momenti di difficoltà, che stringa loro le mani nei momenti di gioia e festeggi i loro successi.
Vogliono qualcuno che supporti i loro sogni.
Vogliono sentirsi amate, coccolate, ascoltate.
Vogliono qualcuno che si interessi di loro.
Vogliono qualcuno che le desideri e che odi il fatto che altri le possano desiderare.
Vogliono essere la loro priorità.
Vogliono qualcuno che si prenda cura di loro, che, in fin dei conti, è quello che loro fanno con gli altri.
Vogliono qualcuno che non le dia per scontate, perché quando questo accade, qual qualcuno le ha perse.


E i maschi cosa vogliono?
Scrivetemi!
Chiara

mercoledì 26 settembre 2018

Manco da un po'....

Ciao cari amici!!
Manco da moltissimo, che vergogna! Però ho dei piccoli progetti per questo blog, a scadenza più regolare.
Infatti cercherò di pubblicare ogni mercoledì la recensione di un libro, oppure di un film, e ogni lunedì un post di quelli classici che scrivevo di solito.

Spero che non vi siate dimenticati di me...
Un abbraccio,
Chiara

mercoledì 13 giugno 2018

VANNO IN CHIESA E POI...

"Vanno in chiesa, vanno alla Santa Messa e poi... Guarda cosa hanno votato..." ;
"Vanno in chiesa, vanno alla Santa Messa e poi...  Guarda cosa scrivono su Facebook..." ;
"Vanno in chiesa, vanno alla Santa Messa... Solo per farsi vedere..." ;
"Guarda quel prete cosa ha fatto! E meno male che è un prete!"

Vorrei tanto spiegare a tutti voi, che noi Cristiani Cattolici, quelli della Santa Messa della Domenica, non siamo una setta chiusa nel nostro mondo di convinzioni e ci divertiamo a sbagliare, a fare del male, a ingannare. Non siamo così!
Sono stanca di vedere persone che generalizzano sui Cristiani Cattolici. Noi siamo persone, esattamente come voi. Pertanto sbagliamo. Oh si, certo che sbagliamo! Esattamente come tutti gli essere umani su questo pianeta.
Andare in chiesa non è sinonimo di presunzione. Andare in chiesa è credere in un Dio buono, amorevole, cercare di capire meglio il messaggio di Gesù. Certo, la chiesa ha sbagliato, lo ha anche riconosciuto, magari sbaglierà ancora. D'altronde, è fatta di uomini. I sacerdoti dedicano la loro vita allo studio, agli altri, e provano a far capire il messaggio di Dio al mondo. Un messaggio che è bellissimo, se almeno lo si ascoltasse. 

Non andare in chiesa significa essere cattive persone? Assolutamente no.
Andare in chiesa rende buoni? Assolutamente no. Magari bastasse solo questo! Ci vuole tanto di più. E non è detto che non abbiate ragione a fare accuse, solo che: se uno è stronzo, lo siamo tutti. Non si può generalizzare, come in ogni cosa. 
Io vado in chiesa perché credo in quel Gesù morto in croce per Amore. Ci vado perché forse, posso imparare di più sull'Amore. Ci vado perché quando esco, sento Dio più vicino. 

Ma ciò non significa che mi possiate giudicare da questo o che sappiate per chi ho votato. Potete giudicarmi per le mie azioni, se volete. E sono sicura di essere colpevole, perché sì: io sbaglio comunque, anche se ce la metto tutta per non farlo.

Vi racconto una storia: qualche anno fa stavo passando un brutto momento . Alcune persone mi hanno voltato le spalle. Sapevano cosa provavo, mi ero confidata. Molte persone mi sono state vicine, altre no. Chi è restato? Chi non andava e non va tutt'ora in chiesa. Lo so, è un caso.

Quindi? Dio è male? Sono cattivi, ipocriti esseri umani? Mi sono allontanata ancora di più dalla mia religione perché se loro davano il cattivo esempio, le spese le doveva fare il mio credo? 
No. Anzi: sono andata in chiesa. Cerco di essere io quell'esempio che viene insegnato e che loro, in quell'occasione non hanno trasmesso, cerco di ascoltare la Parola di Dio, anche se sono sicura che sbaglierò, magari come loro... Ma d'altronde: "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra(...)" dal Vangelo di Giovanni (8,1-11).

Chiara

martedì 8 maggio 2018

Alle Mamme che...


Appurato che la mia mamma è fantastica ed è sicuramente la migliore sul mercato, che non conosco mamme come lei, e che negli anni precedenti ho sempre scritto su di lei, questo post lo voglio dedicare ad altre due tipi di mamme. Sono certa che lei sarà d’accordo con me.

Buona Festa della Mamma alle mamme che…

Hanno perso un bambino, perché oggi non sono meno mamme, ma mamme ancora di più, perché hanno passato quello che nessuna madre dovrebbe mai provare, quella terribile situazione contro natura.
Auguri quindi a quelle mamme che oggi non hanno un bambino che le possa abbracciare, nella speranza che lo sentano comunque quell’abbraccio. 

Buona Festa della Mamma alle mamme che…

Non possono partorire, ma che sono più madri di quelle che quell’istinto proprio non ce l’hanno.
Che sono più madri di quelle che fanno soffrire i loro bambini, di quelle che non li proteggono, di quelle che li abbandonano. 
Auguri quindi alle mamme che scelgono di prendere questi bambini in affido o in adozione, che regalano a questi bambini l’Amore materno che la vita aveva loro negato. Auguri a quelle mamme che non si accaniscono per partorire, che non scelgono la fecondazione eterologa (fecondazione artificiale con ovuli o sperma da un soggetto esterno alla coppia), che non vanno all’estero, che non vogliono un bambino che abbia per forza i loro occhi, ma solo che abbia il loro Amore.
A loro che fanno una scelta difficile, di puro amore, con un percorso pieno di ostacoli, auguri, perché oggi possano vedere la propria anima riflessa negli occhi di quel bambino in affido o adottato mentre sogna la sua mamma. Perché non è detto che si debba partorire per essere Madri.

Questo post è dedicato a tre persone speciali: la mia mamma e due che voglio tenere segrete.


Chiara

giovedì 3 maggio 2018

Gli animali sono davvero meglio degli uomini?


Io credo con molta fermezza che gli animali siano più semplici. A loro basta davvero poco, ma non ciò non significa che siano migliori!
Vorrei farvi riflettere: è chiaro che se un cane o un gatto si accontenta di coccole, giochi, cibo, acqua fresca, passeggiata, non ha le pretese di un umano! Vorrei vedere voi se il vostro partner, la vostra migliore amica, vostro figlio, vostra madre, vi trattasse come un gatto o un cane! Vi accontentereste? Non facciamo gli ipocriti: no. Provate a educare un cane o un figlio: stessa cosa? No.

La verità è che i rapporti umani sono davvero diversi, più complicati, pretendono (meno male!) di più. Hanno bisogno di uno scambio maggiore di ogni cosa! Sono senz’altro più realistici e più difficili. 
Vi faccio un altro esempio: davvero voi non conoscete persone amate dai propri animali che invece nella vita quotidiana (e magari anche con voi) sono dei veri stronzi? Sicuramente le conoscete. 
Allora, al posto che dire frasi come “Gli animali sono meglio di noi” le alternative sono:
  • pretendete che gli altri vi diano coccole, cibo, giochi e fatevelo bastare.
  • Iniziate voi a fare la differenza: comportatevi bene, siate gentili, mettetevi nei panni altrui e amate esattamente come ama un cane. Educate i vostri figli a non essere le persone dalle quali siete i primi a scappare. 

Vorrei specificare una cosa: io amo i cani, follemente. Ma se devo scegliere se è meglio il rapporto con un cane o con mia mamma ad esempio, scelgo mia mamma.
Ho tanti amici che amano i cani, i gatti... Beh amici, non significa che il post si riferisca a voi nello specifico, è una considerazione generale nei confronti di una frase che va tanto di moda oggi.

Chiara 

martedì 24 aprile 2018

La moda della pazzia


Non so se vi è mai capitato di leggere quelle frasi del tipo: “Potevo essere normale ma ho scelto di essere folle” o cose del genere che fanno trasparire che la vera vita, quella bella, la vivono solo i folli, i pazzi, quelli che scelgono di essere “Diversi”? , “Unici”? , “Divertenti”?  . Insomma quello che traspare è questo. 

Io sono totalmente contro a queste affermazioni. 
Infatti io sono realmente convinta che TUTTI siamo diversi, pertanto UNICI. Inoltre come ciascuno si diverte dipende dal gusto personale. 
Ci sono persone apatiche nei confronti di ogni cosa, allora quelle magari, devono rivedere un po’ la loro vita, ma se anche non volessero e a loro piace vivere così, restano comunque individui unici.
La cosa più strana, tante volte la “Follia” di cui parlano queste persone non è nell’inseguire i propri sogni (che a volte è una vera follia!) ma quella di fare le 5 ogni venerdì e sabato notte, anzi “mattina” e fare qualche cavolata in questo contesto. Invece chi lavora per un proprio sogno è banale perché magari è a casa a leggere o a pitturare o a godersi la sua famiglia? 

Quindi qual’è la follia di cui parlate e che vi contraddistingue dal resto del mondo? Dovete per forza dichiararvi esseri diversi da tutto il mondo?
Ve lo ripeto, vi tranquillizzo io: siamo tutti diversi e unici. Se proprio devo esprimere un mio parer: la vera follia è inseguire i propri sogni quando sono difficili e, a questo punto, aver rispetto per gli altri, senza aver la presunzione di essere “di più”. 

Chiara

mercoledì 11 aprile 2018

Agire o non agire? Vuoi risolvere o no i tuoi problemi? Vuoi darti l’opportunità di essere felice o vuoi vivere in base a “cosa accade” e in base alle decisioni altrui?


Agire o non agire? Vuoi risolvere o no i tuoi problemi? Vuoi darti l’opportunità di essere felice o vuoi vivere in base a “cosa accade” e in base alle decisioni altrui?

Eccoci. Questa è la decisione che TU e SOLO TU puoi prendere.
I problemi li hanno tutti, li hanno avuti tutti, può accadere che li abbiano tutti. Quindi smettila di lamentarti. Sono poche le persone davvero sfortunate nella vita. E probabilmente tu non rientri in questa categoria. Stai passando un periodo, più o meno lungo. Il fatto è che non ti va di pensare, lo immagino. Ma adesso ti dico io una cosa.

Più non pensi, più non agisci, più ti fai trascinare dalla balia degli eventi, più sarai sfortunata, più un problema porterà ad un altro, meno possibilità avrai di risolverlo. Già! Perché i problemi arrivano da soli, ma le soluzioni, la maggior parte delle volte, no. E se rientri nella categoria in cui si risolvono da soli, se tu non modifichi il tuo modo di affrontare le cose, starai ancora più dentro al prossimo problema. Se tu invece impari ad affrontare quello che la vita ti ha messo davanti, è l’atteggiamento globale che cambia, la tua mente cambia. I prossimi problemi si risolveranno meglio o comunque li vivrai diversamente.
Parliamoci chiaro: ci sono problemi per cui non possiamo farci più di tanto, vanno accettati e comportano lo stesso il fare un lavoro personale.
Ma se tu li neghi, se tu continui a farti trascinare, che vita pensi di vivere? Vuoi davvero che sia così sprecata la tua esistenza? 

Chiara