Parte 2: sfatiamo un mito.
In ritardo di un giorno, ma ci sono! :-)
Dai vostri commenti e dalle vostre storie mi è tornata in mente una vecchia frase, che tanti anni fa si scriveva sulla
Smemo, quando ero alle medie, al liceo. Diceva:
L'amore chiese all'amicizia: "Tu a cosa servi?" E l'amicizia rispose: "A portare un sorriso dove tu hai lasciato una lacrima."
Eheheh niente di più falso.. :-)
Chiariamo subito le cose: questa frase, questo
detto, va bene se hai 16 anni e si riferisce alle proprie
cotte quotidiane, altrimenti è ora di superare la cosa. Ma come? Ci si lamenta tanto della Disney che ha fatto credere nelle vere storie d'amore... ma mai a queste
cagate sull'amicizia.
Carol diceva che se l'amore è un'incertezza, l'amicizia è una sicurezza....poi ha aggiunto: "Se c'è". Ho visto storie di amicizie finite male, e in quel momento se non c'era un amore accanto alla persona tradita dall'amicizia, sarebbe stato un vero colpo, nonostante lo sia stato comunque,
almeno c'era qualcuno accanto.
Così, come diceva
Marco, siamo pronti a credere alle storie d'amore eterne e a quelle finite male, ma soprattutto pagine e pagine spese ad aiutare donne e uomini di tutto il mondo a cercare il vero amore. MA: la vera amicizia? Come si deduce? Come si affronta la rottura con un amico, con un'amica? Nei vostri commenti ho letto tanta
delusione scatenata dall'amicizia, tanta
amarezza, tanta
tristezza.
C'è chi è arrabbiato per un'amicizia finita e chi è deluso per un'amicizia non trovata. Tutto ciò fa tanto male, perché se una storia d'amore (nell'epoca attuale, con l'eccezione dei sogni) è quasi normale finisca, un'amicizia non
dovrebbe (né nella realtà, né nei sogni)
, ma lo fa: finisce. Ho letto una frase da una canzone di Laura Pausini, riferita all'amicizia: "(...) è come un grande amore, solo mascherato un po' (...)". Probabilmente è in questo modo che si deve prendere, come una storia d'amore: si inizia con feeling, si inizia per caso, si chiacchiera, ci si vuole bene, si è se stessi e "se va bene, andrà, altrimenti fine". E' triste ma credo sia così.
Purtroppo,
Alessia, non si può far molto se una persona non è interessata. Tu puoi provare, ma se...beh io non ho molta stima di tante persone. Anche io ho provato a farmi sentire, a far sentire la mia disponibile amicizia, ma se dall'altra parte non c'è interesse, cosa ci vuoi fare? Nulla. Sai cosa mi è capitato di pensare? "Se dovessi morire ora, e certe persone dovessero venire al mio funerale, giuro che le perseguito dall'Aldilà." Esagero? Oh, io odio l'ipocrisia. Credo proprio, quindi, che ne sarei capace. Sinceramente, dopo, mi calmo e penso: "Povero/a ebete". Hihihi :-)
Non si arriva subito alla conclusione "Povero/a ebete", spesso come ho dedotto da quello che ha scritto
Nati, ci si colpevolizza. In qualche modo è vero che se un rapporto finisce la colpa è di entrambi, ma non sempre è così. A volte finisce perché deve finire, perché quel feeling non esiste più. A volte, invece, finisce per colpa di uno/a, quando l'altro ha fatto il possibile... e dopo un po' è normale cedere. Siamo tutti umani e, come non si possono inseguire gli amori, non si possono inseguire le amicizie.
A me,
Alessia, è capitata un'amicizia così: al liceo, durante le prove di un'accademia di Natale, a teatro, ero per caso vicino ad una ragazza, e sul palco c'erano tre persone: uomo1, uomo2, donna.
Ad un certo punto ho detto: "Che bello che è, quell'oca non può smettere di toccarlo?" La ragazza accanto a me ha detto: "Oh santo cielo... stavo pensando la stessa cosa...piace anche a te?" In quel momento eravamo paralizzate, ma in uno slancio di fiducia (fino a quel momento non c'eravamo mai parlate), ci siamo dette a chi eravamo interessate. Io "all'uomo1", lei "all'uomo2". Ero in terza liceo.... adesso ho quasi 24 anni e lei è una delle mie più grandi amiche. :-) Per questo continuo a pensare alla casualità...
non è che c'è un destino anche per le amicizie?
Una volta invece, parlavo con delle persone e sostenevo la tesi che io, anche se non sentivo
mensilmente certe persone, per una questione di distanza, di molteplici impegni, quando ci si riusciva a vedere era come se l'amicizia che ci univa dimostrava una strana quotidianità e sarebbe durata per sempre. Questa cosa capitava anche a mia mamma. Invece mi devo ricredere. Mi sbagliavo. Ormai ho un muro dentro di me. Alcune di queste persone, una volta hanno passato brutti e bei momenti ed io, dall'esserci poco, sono stata presente a condividerli. E' successo che abbiano passato brutti momenti loro ed io non potevo saperlo, perché "non sentendosi di parlare non mi avevano avvisato". Ma se ci sentivamo
non-mensilmente come facevo a star loro vicino comunque? Per non far lo stesso errore, negli ultimi mesi ho fatto loro sapere che stavo passando un periodo
travagliato...alcuni hanno giudicato superficialmente (eliminati), altri, pur sapendo, hanno ignorato (eliminati), e così ho fatto una bella
pulizia d'amicizia. Con rabbia, con impulsività? Sì, ma ci sono anche queste emozioni, sensazioni nella vita e spesso è necessario usarle. Non è che l'abbia comunicato con telegrammi ufficiali, non mi interessa farlo. L'ho solo fatto dentro di me, perché
ora so chi conta davvero, ma soprattutto: so per chi conto davvero (e spero continuerà ad essere così). Pensate, è una pulizia che ho fatto anche per mia mamma. Lei mi ha sempre presentato una sua amica come la migliore che si possa avere... poi ho visto i fatti, e ho fatto pulizia dentro di me, anche per lei.
Un amico sa sorreggere il tuo cuore, e il suo.
Ci sono errori che si possono commettere (come io stessa ho commesso o
mi hanno commesso), ma poi ci sono errori ingiustificabili, errori imperdonabili. A volte invece, semplicemente finisce così, come un grande amore.
Chiara