Seduta ad un tavolo con una mia amica, mi racconta di avere
conosciuto dei ragazzi dell’età di 22 anni. Come una grandinata dal cielo, ci
accorgiamo di essere più vicine ai trenta che ai venti. Ma cosa abbiamo fatto
in tutti questi anni? Perché sono volati! Ma soprattutto: se tornassimo
indietro, con l‘esperienza di adesso, cosa cambieremmo?
Entrambe abbiamo pensato alla stessa cosa, eppure quando lo
dicevano le nostre mamme, non credevamo loro. Cos’è? Ci siamo rese conto di aver sempre sopravvalutato l’amore. Abbiamo
sempre dato troppa importanza all’avere qualcuno vicino… Certo è una cosa
bellissima averlo; ma non c’è bisogno di svolgere una ricerca ossessiva: quando
arriva, arriva. Non c’è bisogno che crolli il mondo quando ci si lascia: basta
che passi un po’ di tempo e il dolore diventa sempre più lieve. Devo ammettere
che il tempo in cui sono stata sola, non è stato così terribile. Devo anche
ammettere che, per capire che ogni cosa ha un suo tempo, ci ho messo un sacco
di tempo J .
Quanto tempo e quante lacrime per arrivare alle conclusioni più banali: tempo
sprecato, quando avremmo certamente potuto dedicarlo a cose più utili, proprio
per noi stesse. Io, ad esempio, ho speso davvero troppo tempo a piangere,
trascurando lo studio. Non lo farei più adesso. Perché se una storia non
funziona, ci si può provare un po’, ma poi si va avanti, si incontrano altre
persone, non è un dramma. Questo ovviamente vale per quando si è piccole, cioè
quando non c’è un matrimonio o dei figli alle spalle. Eppure che il mondo non
finisce, lo si capisce sempre dopo. Porca vacca. Ma la vera domanda è: abbiamo
imparato? Tutti e tutte vorremmo essere
unici, uniche per qualcuno, ma a quale prezzo?
E voi, cosa cambiereste se tornaste indietro nel tempo con
l’attuale esperienza?
Chiara