Già: così pare, è quella che desiderano tutti. Anzi, che desideriamo
tutti. (Perché mai io non dovrei aspirare a tale stato emozionale?)
Una persona mi ha detto: “Chiara, devi cercare di andare
oltre, anche se vieni ferita, devi cercare di consolarti pensando che tutti
cerchiamo solo la felicità. Anche i più bastardi di noi, cercano quella
beatitudine interiore. A volte sbagliano modo, ma il loro ultimo scopo è quello
di chiunque: essere felici.”
All’inizio questo pensiero mi ha dato conforto, ho iniziato
a pensare che potevo chiudere non un occhio, ma due… Potevo superare il male
che ricevevo in questo modo. Potevo mettere in pratica il perdono cristiano
tanto predicato.
I torti purtroppo sono aumentati: cercare di essere felici
dopo aver commesso un errore è umano, in fin dei conti, tutti sbagliano. Ma,
cercare di riemergere da un errore trascinando nel fango altre persone, non è
umano. E’ da stronzi. E non me ne frega proprio nulla della ricerca della felicità.
Ognuno di noi sbaglia, ognuno di noi paga le conseguenze dei
propri errori. Ma non si devono portare altre persone, del tutto estranee a
tale errore, a soffrire. Non si può uscire da un errore commettendone un altro
DI PROPROSITO. Voglio dire: commettere un altro errore, è umano, ma commetterlo
volontariamente no. E’ da stronzi. Anche grandi.
Ci si dimentica in continuazione che OGNI GESTO che si
compie può ferire o può far gioire un’altra persona.
Sono stata al matrimonio di una coppia di amici, e il prete
diceva: “Prima di venire in chiesa a fare i bei cristiani della domenica,
iniziate a comportarvi bene fuori dalla chiesa, iniziate a comportarvi bene in
famiglia, ad aiutare il prossimo.” Quel
“Prossimo” non è detto che sia per forza uno sconosciuto. Può essere un nonno/a, una madre, un padre, un fratello, una sorella, una cugino/a, un
amico/a, un parente lontano, qualcuno conosciuto al lavoro o in
università.
Non vi importa di aiutare? Problema personale tra voi e il
dio in cui credete.
Ma nuocere? Non si può nuocere: né se andate in chiesa, né
se non ci andate. Non si nuoce per trovare la propria felicità. E, per quanto
mi riguarda, non c’è un torto più grande di questo.
E’ facile parlare di perdono quando non si vivono certe
situazioni.
In certi casi stare zitti e iniziare a cambiare rotta
cercando la propria coscienza è la scelta migliore.
Nella vana speranza che questo messaggio arrivi nelle mani
di persone ampiamente stronze.
Buona (ardua) ricerca.
Chiara