Si scelgono le persone che si
hanno intorno (amici, fidanzato, persino i parenti con cui si lega di più) in
base a tante ragioni; tuttavia ritengo essere, quella principale, l’affinità. Non l’affinità in generale, ma
l’affinità di valori, che comprende
un’enorme categoria: insomma ho detto tutto e niente.
Quello di cui voglio parlare
in questo post è l’affinità che si crea quando una persona vive un momento “Così”
tendente al brutto. Questo sentimento, può essere definito in base alla stessa empatia che il soggetto sente che
l’altro ha nei suoi confronti. Recentemente parlavo con una persona che l’ha
chiamato: “Cultura della solidarietà”.
Eppure, se così si scelgono
le persone che ci stanno vicine anche nei momenti “No”, io ALCUNE le ho scelte
proprio male. Ahahahaah J Finalmente l’ho detto. E finalmente ho steso le mie
regole, le regole dell’empatia, le
regole che, invece, hanno le persone a me più vicine.
Cosa fanno coloro che
hanno una cultura della solidarietà
sbagliata?
Attenzione, perché, sebbene
le ho definite mie regole, sono regole che vanno contro l’EMPATIA, qualità che
tutti dovrebbero avere per potersi definire realmente “Persone solidali”.
1. Negano il problema (degli altri ovviamente). Fatto notare che esiste davvero un problema, vedi punto 2.
1. Negano il problema (degli altri ovviamente). Fatto notare che esiste davvero un problema, vedi punto 2.
2. Sminuiscono il
problema (degli altri).
3. Non riescono a
identificarsi con il problema, cosa che potrebbe essere risolta con il banale:
“Se fosse capitato a me…?”, quindi vi è un’identificazione emotiva assente,
così…
4. Si tolgono dalla
fatica di pensare davvero al problema, troppa fatica immedesimarsi, infatti.
5. Sanno risolvere
sempre i problemi (degli altri) con soluzioni oscene e di una facilità
elementare, che è ovvio che, se davvero quella fosse stata una soluzione,
chiunque ci arriverebbe. E se non hanno soluzioni dicono: “Massì, andrà tutto
bene”. Come se avessero la sfera di
cristallo. Non è detto che andrà tutto bene.
6. Spesso, ma non
sempre, quando hanno loro un problema del cazzo, è un problema pari alla fame
nel terzo mondo.
Bene, se fate ANCHE SOLO UNA
DI QUESTE COSE, è ESTREMAMENTE FASTIDIOSA, per almeno il 90% delle persone con
un problema.
Per me, non è fastidiosa: fa
proprio girare i coglioni = mi fa proprio incazzare.
Consigli? Meglio imparare ad
ascoltare davvero, dimostrare la vicinanza con una persona tramite l’empatia.
Baci & abbracci
Chiara