Facebook porta tante tentazioni: sia curiosare i fatti degli altri, sia sfoghi personali che a mente lucida si potrebbero evitare. Eppure, al momento, presi dalla rabbia: si scrive.
Così, mi ha scritto un amico. Amico che fino a qualche hanno fa era il mio migliore amico, quindi, mi conosceva davvero bene.
Questo amico mi ha detto che devo crescere, che devo uscire dai giochi di Facebook, e di cancellarmi. Ci ho pensato tante volte, proprio per evitare tali scivoloni di stile, ma, ahimè, non so se leggereste in così tanti il mio blog.
Comunque, tornando a noi: lui dice che sono una bandiera in mezzo al vento, che sono troppo vulnerabile e che sono in preda agli eventi e alle persone. Cosa gravissima.
Gli ho detto che il mio problema principale è: dipendere dall'affetto altrui. Ho la terribile necessità di volermi sentire amata. Sentire amata, ma anche io sono disposta a fare sentire amati gli altri. Inoltre faccio fatica a reagire alle delusioni scaturite dalle persone per cui darei la vita.
Eppure, sembra che io parli ostrogoto. Ma la cosa più strana è che tutti, con messaggi in privato, mi stanno dicendo che io sbaglio tutto: sono sola e devo farmene una ragione.
Ma, guarda caso, chi lo dice, ha sempre qualcuno.
O, forse, in realtà: siamo tutti un po' soli: bisogna solo sapere accettarlo.
Buone riflessioni,
Chiara
p.s. Grazie amico per questa riflessione: mai più scivoloni, promesso.
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