In tanti credono nella necessità di perdonare un torto subito perché "Fa male rimuginarci su, perché non esistono persone cattive, ma solo persone che fanno qualcosa di brutto, e che, come tutti, sbagliano."
Però cosa accade quando il perdono è avvenuto? Quando colui che ha sofferto supera la cosa, con il tempo, con la pazienza, magari anche con la preghiera? Cosa accade quando questo perdono avviene?
Soprattutto se la sofferenza è stata molta, ecco che si è pervasi dalla paura. Paura a fidarsi di nuovo, paura a lasciarsi andare, ad essere se stessi, paura di riprovare quella sofferenza.
E' per questa ragione che tante volte ci si prova a proteggere un po', quasi allontanando una probabile ri-frequentazione, come se razionalità e affettività si unissero in un'affermazione esaustiva, quasi telegrammatica: "Perdono effettuato, ti auguro con tutto il cuore di stare bene ed essere felice, stop".
Tuttavia quante volte questo viene etichettato come: "Mancanza reale di perdono", "Vendetta", come se fossero tutti bravi a leggere nel cuore degli altri. Come se "Perdonare" fosse sinonimo di "Dimenticare". Invece non è così, perché il perdono è cosciente, serio, profondo, e le conseguenze che implica, tutte le paure elencate, dovrebbero essere accettate da entrambe le parti, con rispetto e con amore.
Chiara
![]() |
Foto la cui pioggia rappresenta le lacrime dovute ad una sofferenza e alla paura del perdono. |