Una piccola introduzione a cura di Paolo Barnard e poi tre storie di tre grandi medici che, ad un certo punto sono diventati pazienti: Sandro Bartoccioni, cardiochirurgo, Gianni Bonadonna, oncologo e Francesco Sartori, chirurgo toracico.
Il dottor Bartoccioni entra sul personale, raccontando la sua storia clinica e come questa lo ha fatto sentire, il dottor Bonadonna, che racconta la sua storia e il distacco che ha trovato in chi lo ha curato, il dottor Sartori che dà le istruzioni per migliorare le cose partendo dalla sua esperienza.
Alla fine del libro c'è un decalogo firmato dai tre medici-pazienti.
Cosa vuol dire passare da essere medici ad essere pazienti? Vedere le cose dall'altra parte, forse, può aiutare a svolgere meglio il proprio lavoro? Forse può aiutare a capire dove si sbaglia?
Una lettura che dona davvero molto ai giovani medici, ma che ad un certo punto, dimenticano. A meno che non capiti in prima persona.
Questo romanzo dovrebbe aiutare i poveri privi di empatia a migliorarsi... Ma, dicono, che purtroppo, essa sia solo un dono naturale. Speriamo di no.
Da leggere e rileggere,
Chiara
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