11 ottobre 2011
Quante volte al giorno d’oggi sentiamo la necessità di usare
questo termine? Viene usato dai giornalisti di qualsiasi ambito, poi passa di
bocca a bocca tra noi persone comuni, e lo sentiamo risuonare nei corridoi
della nostra anima, ma anche dal semplice panettiere. Eppure... sappiamo
realmente cosa vuol dire? Lo sappiamo usare con il rispetto che la sua
etimologia, cioè il vero senso di questa parola (anche se identificandola solo
come “parola” quasi sembra di
degradarla! Infatti è evidente che “libertà” esprima un concetto più profondo
di quello di “tavolo” ), richiede?
Credo di no. E me ne rammarico molto. Sembra che vada di
moda usare a caso, anzi, per esprimermi in termini forti, tradire, quella che,
personalmente reputo un’espressione così profonda, da venire spesso deformata.
Mi spiego meglio: ognuno parla di libertà personale, di quello che può dire o
fare, senza mai considerare l’atro individuo come essere libero. Le persone si dimenticano che la
propria libertà termina dove inizia la
libertà altrui. Libertà non
significa fare ciò che si vuole, quando si vuole. Se fosse così, sarebbe una frase puramente
egoistica. Infatti bisognerebbe capire che non
si può fare ciò che si vuole, quando lo si
vuole. Rendersi conto di questa affermazione è il più grande passo
che ci rende altruisti e ci fa capire che non siamo in una società in cui l’
“io” domina su tutto o, almeno, non dovrebbe essere così. E’ assolutamente
necessario riconoscere che non si tratta più di libertà personale
quando si viola la libertà altrui. Bisogna capire i termini prima di
utilizzarli: la vera libertà, se reale, è di tutti, non di uno.
Statua della libertà-Stati Uniti
Ho deciso di usare questa immagine, anche se è stata donata per festeggiare l'Indipendenza, e non una libertà "generica", perché è molto rappresentativa.
Chiara
ps scusate la lunga assenza :-(
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