Il "Non so cosa dirti", il "fai un po' come vuoi" è quello che i genitori, fin da quando si è ragazzini, quando li esasperiamo, lo dicono, e l'abitudine è quella di considerarla come una scappatoia, come una bella risposta, e, in effetti si pensa: "Evviva, certo che faccio quello che voglio: lo farò!" Poi, crescendo si comprende che, ahimè, non è sempre una risposta gioiosa, tutt'altro. E' la perdita della speranza, è la desolazione, è il "Mi hai talmente deluso che qualsiasi cosa tu dica o faccia, è irrelevante".
Questo si collega un po' all'ultimo post che ho scritto sulla pretenziosità in un rapporto, cioè sull'aspettarsi troppo da qualcuno. Nel "Non so cosa dirti" c'è racchiusa l'idea del "Mi aspettavo troppo da te, probabilmente non eri quella bella e intelligente persona che pensavo".
Cosa fare se ve lo sentite dire? Non lo so proprio... forse se me lo sentissi dire, insisterei al massimo (ovviamente se stessi nutrendo interesse per quella persona), se invece lo dovessi dire, non so quanta speranza di recupero ci sia... ma se una persona ci tiene, insiste e prova a capire davvero e profondamente quel "Non so cosa dirti".
Foto scattata da Giulia Zen
Il "Non so cosa dirti" a volte è già tanto...perché sto capendo che il peggio è quando si fa finta di nulla, ma l'opinione si nasconde perché "è inutile" e perché "tanto non cambierebbe niente"... allora si fa buon viso a cattivo gioco. E' falsità? A mio parere no: è solo la perdita totale di speranza.
Nella speranza che non vi capiti mai di sentirvelo dire, ma nemmeno di dirlo, poiché è altrettanto brutto, triste, amaro,
Chiara
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