“Sembravamo fatti per essere
incastrati, come se nulla, prima di noi, avesse mai combaciato” Leah Stewart.
Meraviglioso, non trovate?
Quella sensazione di perfezione di coppia che si ha tramite una forte Amicizia
oppure un grande Amore.
Pensare una cosa e ascoltare
l’altro dirla. Dire una cosa e vedere l’altro pensarla.
Pensare ad un commento
indicibile e riscoprire in uno sguardo che si vorrebbe dire la stessa cosa,
quindi farsi scappare un sorriso.
La complicità è un’intesa
perfetta.
E’ conoscere l’altro al punto
che si sa cosa farebbe in una certa situazione.
E’ conoscere cosa sta vivendo
dentro.
E’ conoscere cosa lo fa
ridere e cosa lo fa piangere.
E’ conoscere cosa chiede a
Babbo Natale senza aver letto la letterina.
E’ conoscere come si vestirebbe,
che borsa comprerebbe.
E’ conoscere cosa risponderebbe
a tutte le domande, o almeno, alla maggior parte.
E’ conoscere i gusti del
gelato da ordinare prima che l’altro li dica.
E’ conoscere pregi e difetti: saper gestire i difetti ed esaltarne i pregi.
E’ conoscere il suo passato e
cosa vuole dal suo futuro.
Fondamentalmente, è conoscere cosa pensa, cosa ha
scritto sulla sua anima.
La complicità è data da
un’intesa perfetta. Più si trascorre tempo di qualità con qualcuno, più gli si
chiede, più lo si ascolta, più lo si
impara a leggere. Tuttavia, solo se presente un certo non so che, che attrae verso di lui, si ha voglia di intraprendere
un viaggio come questo.
La cosa difficile della
complicità, è mantenerla. Questo sì è difficile. L’unica regola che mi viene in
mente è quella del non trascurare l’amico o l’amato.
Perché, per quanta complicità
ci sia, se non si mantiene un certo periodo tempo insieme (variabile a seconda
delle persone), tutto cessa. Il tempo in cui finirà, dipenderà da quanto era
forte, ma il destino è quello che muoia.
IO
Sono complice, molto
complice, soprattutto delle mie Amiche incontrate tra scuola media e liceo. Con
alcune più di certe cose, con altre, più di altre. Con una, soprattutto, abbiamo
una complicità unica.
Ho perso purtroppo una
persona importante. Con lei la complicità era fenomenale. Poi la vita ci ha
divise e, per quanto mi riguarda, ha perso la capacità di leggermi l’anima.
Adesso legge soprattutto la sua di anima. (Per coloro che l’hanno capita: come
sono cattiva, ahaahah).
Ne ho persa un’altra di
persona importante, questa volta non so perché e come sia successo. Ci siamo
persi. Eravamo ad un bivio e abbiamo preso, involontariamente, due strade
diverse. Quando ce ne siamo accorti era troppo tardi. Ed è qui che mi sono resa
conto di come facilmente si perde la complicità: a distanza di tempo, questa
persona, pensava di conoscermi: “Io ti conosco bene!” mi diceva. Ma non
conosceva più me. Mi aveva conosciuta.
E’ una cosa rara, la
complicità.
Se la trovate, coltivatela,
datele tempo, perché è meravigliosa.
Chiara