lunedì 26 novembre 2018

Che ingiustizia!

Chiunque almeno una volta nella vita lo ha provato: una grande senso di ingiustizia.

Piace a tutti pensare che la "Ruota giri" e che le persone cattive saranno infelici. Ma siamo onesti: non è così. Purtroppo non si sa se nel lungo corso della vita le cose buone compiute, come le cattive torneranno indietro. Questo è più un concetto, forse, del "Quando si morirà", ma in corso di respiro, non c'è nessuna garanzia che ad essere buoni, si sarà felici.

Ed è questo che fa venire voglia di urlare al mondo: "Ma che ingiustizia!", come se si fosse subito un grave torto.

Bisognerebbe continuare a lavorare per se stessi, per la propria serenità e felicità, senza far del male agli altri. In fondo l'unica cosa che resta è la propria coscienza.
E, come tanti di voi penseranno: "A posto siamo.", in chiave ironica, ovviamente. 😅

Chiara

lunedì 19 novembre 2018

Le conseguenze delle critiche

Post un po' scontato direi, ma non mi concentrerò sul fatto che le persone troveranno sempre qualcosa da criticare in chiunque, quanto più sul fatto che criticano senza pensare alle conseguenze.

Criticare è davvero brutto, specialmente quando le critiche non sono consigli indirizzati ad un amico per aiutarlo, ma vengono fatte con il semplice scopo di far prendere aria alla lingua.
Le critiche sono prive di empatia, altrimenti sarebbero aiuti, consigli.
(Sto scrivendo sulle critiche vere, quelle che feriscono, sia chiaro, non le critiche del tipo: "Non si va al lavoro con una mini-minigonna".)

Quante volte si sentono critiche, per esempio sugli alcolisti, sui drogati, sui ludopatici, sugli obesi, sugli anoressici, sui depressi, ecc.? Le critiche sulle persone malate, sono fuori da ogni empatia, da ogni logica, da ogni anima. Inoltre, quando queste persone provano a chiedere aiuto andando da psichiatri o psicologi, la società spesso le giudica pazzi. Però, quando magari arrivano a compiere gesti estremi, allora lì, per una minima frazione di secondo, magari si pensa: "Se avesse chiesto aiuto...".
Bisogna mettersi in testa che tutti noi possiamo aiutare, anche senza che questo venga richiesto. Si può parlare con cognizione di causa, si può aprire la bocca dosando le parole, cercando di essere più empatici, più profondi, ricordandosi che ognuno ha i propri mostri interiori, e forse, se si fosse solo più gentili e meno critici con il prossimo, il mondo sarebbe già un posto migliore.

Le critiche hanno delle conseguenze: alle persone malate, alle persone sensibili, fanno male. Per quanto sicuri si sé si possa essere: nessuno è perfetto, e questo andrebbe ricordato sempre.

Quando viene nascosta una cattiveria dietro la frase "Era una battuta", ricordate che le battute fanno ridere, non feriscono. Per cui non offendete da soli la vostra intelligenza usando espressioni senza senso.
Quando si pensa di essere perfetti, è ora di cambiare specchio.

Chiara 

lunedì 12 novembre 2018

Il vero Amore...

A chi non è capitato?
Quell'amore tanto forte che anche solo amare fa male,  il cuore lo si sente a metà anche quando va tutto bene, perché non sarà mai più intero: una parte la si sente battere e l'altra è con chi la possiede. Qualsiasi cosa questa persona ci farà, mai quella metà sarà di nuovo ricongiunta nel petto. Bisogna sperare che non se ne andrà. Si nasconde tutto in questo verbo: sperare.

La vera magia è quando l'altra persona ricambia. Un amore così unico, si può non ricambiare? Non lo so. A me piace pensare di no. Un amore così profondo deve essere ricambiato, perché sono due anime che si riconoscono. Non può essere vissuto solo da una delle due, non avrebbe senso.
Tuttavia, non è detto che queste persone riescano a stare insieme per sempre. Ma si ameranno per sempre. Questo si.

Un consiglio: se lo avete in questo momento, fate il possibile perché non finisca.
Se non lo avete, continuate a cercarlo.
Se lo avete perso, beh... Non lo so: forse sperare è la cosa giusta?

Chiara

lunedì 5 novembre 2018

Vi vergognate mai di alcuni errori o di pensieri che vi scaturiscono improvvisi?

Vi vergognate mai di alcuni errori o di pensieri che vi scaturiscono improvvisi?

Dicono che pensare ogni tanto faccia male, ed è assolutamente vero: tante volte le persone superficiali vivono, senza dubbio, meglio. Tuttavia il fermarsi lì senza scendere in profondità è una caratteristica che o si ha o non si ha, e non ci si può fare proprio nulla.

Le persone, che mi piace definire "Scavatori", invece si trovano spesso a raschiare la profondità di ogni azione, a volte però si fermano, spaventati da quanto dovrebbero scendere in questi meandri. A volte si fermano dopo qualche scalino verso il basso, intimoriti.
Infatti, a volte, non ci si rende conto che ciò che si teme, non è solo il giudizio degli altri e nostro, ma soprattutto quello di Dio, nonostante la dottrina cattolica ci abbia presentato un Dio buono. Quell'azione, che si è scelto di compiere, a volte, si rivela un grande errore. Magari per scelta, si ripete anche... Forse nello sperare un esito diverso?
In ogni caso, questo fa così vergognare che ci si allontana da Dio, a volte anche dagli amici, a volte anche da se stessi perché si sa benissimo che scavando, si troverebbero alcune risposte che, a cui non si è pronti di sentire per la troppa mortificazione personale.

Infatti, se ci si pensa: si prega per l'aiuto di Dio, degli amici, di se stessi. E poi: puff! Ecco il sabotaggio sui nostri passi, commesso proprio da chi poi recita quelle preghiere.

Forse, allora, bisognerebbe cercare di provare meno vergogna, affrontare di più la profondità, arrivare a capire il perché reale degli errori, per non commetterli più, senza fermarsi al secondo gradino ammettendo solo che sì: era un errore.

Che dire dei pensieri improvvisi? Stessa cosa: ogni tanto la mente gioca dei brutti scherzi, che bisogna combattere dopo essersi posti i tanti perché del caso.

Quindi, affrontate tutto, ma soprattutto non lasciate che gli errori vi allontanino da Dio e dagli amici.

Chiara