domenica 14 dicembre 2014

Mi mancate...

Ci sono date che in noi ricorderanno sempre qualcosa. E spesso anche orari.
Ci si alza al mattino e si sa. Si sa che quel giorno di..... quattro anni fa tu te ne sei andato. E quattro anni non sembrano essere passati. Ma solo pochi mesi. E' tutto fresco, dalla tua voce al tuo volto.
Quest'anno con te ci dovrebbe essere anche qualcun'altro. Sono passati due mesi e tre giorni.
Eppure non mi sembra vero.

Mi pare solo una distanza provvisoria. Non duratura.
Ed è questo che proprio non riesco ad accettare. Che duri per sempre. Perchè non è possibile. Non può essere. E allora, spero che la religione con la quale sono cresciuta abbia ragione: è tutto provvisorio, e poi: torneremo a stare insieme.

Però mi manchi nonno. E mi manchi anche te, nonna.

Chiara

lunedì 1 dicembre 2014

Cara insicurezza ti scrivo...

Cara insicurezza ti scrivo...
perchè proprio non ne posso più.
Sei diventata il mio chiodo fisso, e chissà mai che, scrivendoti tu non decida di andare altrove, magari nel lontan posto in cui vive il tuo contrario soltanto oppure di mandare me laggiù.
Chissà se nuoci più te o lei. E' una dura lotta. Meglio essere sicuri o insicuri? Meglio il privilegiare dell'uno o dell'altro? Del bianco o del nero? Ovviamente, come sempre, è il grigio che dovrebbe vincere. Eppure sembra che la maggior parte delle persone, me compresa, vivano all'ombra di uno di questi due estremi.

Eppure quanto darei per vivere nell'estremo opposto!
Già perchè là, sono sicura, splende sempre il sole. Un po' come abitare vicino all'equatore.
Mentre io vivo praticamente nei mesi bui di Capo Nord; e, per quanto credo profondamente, che le persone situate in questa zona del globo tendano ad usare di più il contenuto della scatola cranica, riflettono anche troppo sulle cose, sulle situazioni, su loro stessi... A tal punto da vedere tutto buio e non capirci quasi più nulla. Cadendo così nella morsa dell'inquietudine. Dell'insicurezza. Di coloro che si mettono sempre in gioco.
Invece all'equatore, sole e caldo impediscono la riflessione ed espongono al mondo la sola apparenza, curata nei minimi dettagli, che tende a far credere che essa sia la realtà e che, essendo essa così curata, sia il vero contenuto dell'anima e che sia perfetta. Ed è qui che la sicurezza regna: perchè chi vive qui, crede davvero che sia così.

Allora, cara insicurezza, credi di potermi far cambiare  un po' aria o di cambiarla te? Perchè io proprio non riesco a starti più dietro, mi stai facendo anche dimenticare la fiducia: uno sguardo e volo in un baratro dove mi specchio davanti ad un vetro in cui tutto vorrei veder riflesso, meno che quello che vedo: me.


Foto scattata da Martina Pellissier

Te ne sarei davvero grata, cara insicurezza...
Chiara


mercoledì 26 novembre 2014

Dalla favola all'incubo... Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Ieri, 25 novembre 2014 è stata la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E' stata l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a designare questa data, già nel 1999. Ma in Italia sono dal 2005 si è iniziato a parlarne.
Non voglio scrivere del perchè proprio questa data, poichè basta cercare su Wikipedia per trovare risposte. Non voglio nemmeno scrivere un post di dai statistici: basta guardare un telegiornale per rendersi conto.

Tuttavia, per sensibilizzare a mio modo, nella speranza che possa essere anche solo una goccia nell'coeano, vorrei pubblicare il seguente mini-racconto. Ci tengo a precisare che non sono citati fatti reali o persone realmente esistenti. E' solo frutto della mia fantasia. E' scritta in prima persona solo perchè è un "Metodo" che credo colpisca maggiormente.

C'era una volta,
una ragazza come tante che sognava il grande Amore fin da quando era bambina. Un bel giorno lui arrivò: non era su un cavallo bianco e non era azzurro, ma con uno sguardo mi faceva sentire unica, bellissima e straordinaria. Come se lui vivesse per me. Come se lui fosse esattamente l'altra metà della mela. Era semplicemente il mio principe.
Così è iniziata la mia favola... o almeno quella che credevo essere una favola.
Era spettacolare, i primi mesi e il primo anno sono stati la vera realizzazione del mio sogno di bambina. Ci vedavamo tutti i giorni, con lui mi sono aperta come con nessun altro. Era lui il mio migliore amico, colui che sapeva ogni cosa di me. Eravamo diventati simbiotici.
Tuttavia stavo per precipitare dal paradiso all'inferno. Appena mi sono trasferita da lui non potevo più mettere gonne troppo corte. Dovevo cambiarmi varie volte per poter uscire, anche uscivo in sua compagnia. Mi piaceva la sua gelosia, all'inizio. Ma poi è precipitata: mi bastava essere gentile con un suo amico per sentirmi chiamare "Puttana". Mi bastava rispondere per ricevere uno schiaffo, poi due, poi tre e poi dei calci.
Mi sentivo sola. Disarmata. Provai a dirlo una volta ad un'amica: ero io che stavo amplificando la situazione, stavo sicuramente ingigantendo un banale litigio.
Mi sentivo sola più di prima. E non vedevo via d'sucita perchè ero spaesata.
Come poteva una persona che mi amava, una persona che mi conosceva così a fondo, una persona a cui avevo dato tutto, essere ora il mio incubo? Come poteva essersi trasformato da pricipe a orco?
Il senso di spaesamento che avevo era terribile. Non riuscivo proprio a capire. Piansi, tanto. Cercai in tutti i modi di trovare una risposta. Questa era la cosa che più mi spaventava: non avere una risposta a quel "Perchè?" che mi assillava, che mi prendeva la mente, la concentrazione, il cuore, l'anima.
Nonostante sia riuscita a cambiare vita, con l'aiuto di persone che mi hanno ascoltata e creduta.
Una cosa proprio non capisco: perchè? Io lo amavo.


Ricordatevi: denunciate, chiedete aiuto. Ma non restate a vivere in un incubo. Non insegnate ai vostri figli a vivere in un incubo.
Comunque, la cosa che più mi sconcerta è che, per quanto possa fermarmi ad analizzare tutti i fatti di cronaca che passano in ogni dove, non riesco proprio a capire PERCHè così tanti arrivino a controllare, picchiare, uccidere una donna: quella che è stata (tempo passato) oppure che è (tempo presente) una compagna di vita, un'amica. Come si possa voler così male quando si è amato.

Chiara

martedì 11 novembre 2014

Con abbastanza soldi, si divorzia.

Parlavo con lo “Smontatore di coppie”, cioè con mio papà, riguardo ai matrimoni: egli crede che, al giorno d’oggi, nessuna coppia potrà mai avere un rapporto felice “Per sempre”.  Lui crede che la famigerata fiamma si spenga per tutti, e le coppie che non si separano, non lo fanno per il semplice motivo che finanziariamente non possono permetterselo. Ammette che ci siano un numero di coppie che, invece, ha davvero una lunga e felice vita insieme, ovviamente con alti e bassi come in tutti i rapporti, ma in cui la fiamma è diventata un fuoco che a volte brucia meno, a volte arde intensamente. Ma, questo numero di coppie è secondo lui, molto limitato: circa il 10%, forse.
La ragione più logica è, secondo lui, il benessere economico. Infatti, sempre secondo lui, una volta i matrimoni duravano di più, non perché non ci fossero tradimenti o debolezze, semplicemente: non si poteva divorziare, non era così comune e, soprattutto, i rapporti extraconiugali venivano celati meglio oppure ignorati per la sopravvivenza della famiglia. Sopravvivenza che il benessere ha trasformato in “Tenore di vita”, quindi è solo questo che oggi le famiglie guardano: se devono avere un tenore di vita basso, è probabile che entrambi i coniugi trovino un loro equilibrio in casa da separati. Se, invece possono mantenere un tenore di vita uguale a prima o leggermente più basso, è certo che ci si separi ufficialmente. Poi ci sono le coppie che, pur avendo un tenore di vita basso da veri e propri divorziati, procedono su questa strada perché non si sopportano davvero più o hanno altre relazioni.
Una ragazza che conosco, tempo fa, mi ha esposto una teoria che ha un riscontro con quella di mio papà: lei sosteneva che sia meglio essere poveri se si vuole davvero avere una famiglia… E’ la sicurezza economica che porta gli uomini a fare i galli in giro… ed è questa che attrae altre donne. Quando si vive nell’incertezza economica, non c’è tempo di pensare al sesso con altre persone (perché è di questo che si tratta), non c’è il tempo di pensare ai difetti dell’altro: si va avanti e basta.

E’ davvero così che funziona?

Chiara

sabato 8 novembre 2014

La MIA opinione sul test della scuola di specializzazione di medicina

Dopo aver sentito opinione contrastanti sul test di ingresso alle scuole di specializzazione di medicina, permettettemi di dare la MIA opinione. 

Prima, però, farò una premessa per coloro che non sono informati in merito e tutto ciò che è un riassunto del test è scritto in corsivo.
Medicina è composta da 6 anni, dopo la laurea si devono fare 3 mesi di tirocinio obbligatorio, dopo di che l'esame per l'iscrizione all'albo, quindi il test per la scuola di specializzazione.
Una volta (quando la mia generazione si è iscritta ai 6 anni di medicina, ai quali si accedeva con un test d'ingresso) il test per la specializzazione era regolato sì da un test ma ogni ateneo e ogni scuola di specializzazione gestivano il proprio. Questo portava a irregolarità, poichè, proprio per le modalità dei test, poteva capitare che si facessero passare persone specifiche.
A fronte di questa ingiustizia, è stato elaborato un altro test: uguale in tutta Italia, negli stessi giorni in tutta Italia. Quattro giorni di test: un giorno "Generale" che dà il punteggio base ed è obbligatorio per tutti, un giorno le "Cliniche", un giorno le "Chirurgiche", un giorno i "Servizi". Degli ultimi tre, si possono fare tutti, come solo uno, a scelta. Inoltre in questi tre giorni si devono esprimere delle preferenze sulla disciplina specifica per la quale si sta facendo il test e, quindi, ci saranno una serie di domande più specifiche (Non voglio soffermarmi troppo sui dettagli). Il punteggio si calcola per ogni disciplina, ed è dato, oltre che al punteggio del test "Specifico", anche da quello "Generale" e inoltre va anche aggiunta la media dei voti, la media dei voti degli esami più importanti per quella disciplina e il voto di laurea.

Ecco, spero di essere stata chiara senza scendere troppo nei dettagli, perchè ai più di voi, basta comprendere il discorso generale. Per chi volesse approfondire può andare a leggere il bando.

Quindi ecco le obiezioni più comuni: 
1. In certi atenei d'Italia, ci si laurea con il 110 e lode e con una media alta di voti, con molta più "probabilità" che in altri atenei. 
2. In moltissime aule si è copiato e si usava internet senza problemi.

Tuttavia la cosa che mi lascia più interdetta è come le persone non sembrano preoccupate dalla Nazionalizzazione del test. Per quanto ciascuno possa mettere le proprie preferenze di "Città", si sta concorrendo con città che ovviamente non sono uguali: ci sono atenei nel quale è facilissimo uscire con 110 e lode, altri in cui non è così facile. Quindi un concorrente ad. esempio di Brescia, mettendo un preferenza per una città, concorre con candidati con un punteggio più alto che hanno messo anche loro quella città, o comunque tutta Italia. 

Io credo che sì ci debba essere un test ONESTO, ma i presupposti di questo test, fanno pensare tutto fuorchè che sia ONESTO E GIUSTO, già nel calcolo del punteggio con atenei così diversi.

LA MIA OBIEZIONE:
Inoltre farò un'obiezione solo mia credo, perchè commenti di questo tipo non ne ho ancora sentiti: presupponendo che una persona abbi fatto tutto giusto, arriva a 26 anni a fare questo test. Ma a 26 anni non è come a 18 che si è pronti a nuove avventure e quasi si va ovunque. A 26 si ha, in genere una fidanzata, si sta costruendo qualcosa con la propria compagna o compagno, alcuni hanno già dei figli. Come si può fronteggiare con tanta felicità un concorso NAZIONALE e ricominciare in un luogo dove è necessario l'aereo per vedere i propri cari? 
Mi è stato obiettato che l'aereo è facile, veloce ed economico. Ovviamente a chi non tiene alla famiglia come me. Per chi ha dei figli, per chi alle 18 riceve la telefonata della mamma o del papà che vengono a cena da te perchè gli manchi, per chi sta costruendo un futuro con una persona, per chi è legato ai propri affetti, per chi ha una vita al di fuori dello studio, Milano-Brescia in macchina (è tutta autostrada e si fa in 40 minuti), non sarà mai come Palermo-Linate o Roma-Orio. Senza contare che un areo non si decide di prenderlo in 15 minuti, che bisogna andare almeno un'ora e mezza (???) prima in areoporto, che poi vi è la strada tra areoporto e casa. 
A 18 anni sì, lo avrei fatto. Ma adesso no. La mia vita è qui, qui. Sto costruendo la mia vita, tra quattro anni vorrò un figlio.... come faccio se il mio fidanzato sarà a Palermo e io a Roma? Come ci si può accontentare di questo. Io voglio un rapporto vero, non su skype. Senza contare che tra turni e notti magari non combaceranno nemmeno giorni i liberi.
Ma, a quanto pare, sono solo io che voglio che la mia vita sia accanto ai miei cari. 

Chiara

martedì 4 novembre 2014

Scivolare via...

Ferma. Seduta in una metropolita mi fermo ad ascoltare i miei pensieri. Sapevo che dovevo prendere la macchina. Quando guido penso alla strada. Non a me. Invece in metro: penso. Dannazione.

(Il pensiero va a quel "Te" che resterà solo una persona astratta.
Una persona astratta che nella vita di chiunque può essere un'amica, un amico, un fidanzato, una fidanzata, e, perchè no: dei parenti o anche un genitori piuttosto che entrambi.
A me la situazione è capitata varie volte sia in passato che nel presente, a varie di queste categorie.)

Penso a te... a come tutto sta scivolando via. O è già scivolato via. A quello che era e che non è più. A quello che eravamo e a quello che non siamo più.
E' bastato un niente, uno scivolone, un errore. E tutto il castello è caduto, è precipitato. Quella mano che ci davamo sempre, improvvisamente è venuta a mancare su un pavimento umido. E il nostro Noi è diventato un Tu ed un Io per terra e lontani.
Capita che le cose cambino, che i rapporti mutino, è un continuo evolversi, è un continuo vivere e, a volte sbagliare. A volte basta uno "Scusa", a volte no.
Ripenso ad una frase che mi è stata detta: "I rapporti cambiano con il tempo, nonostante la distanza si può restare comunque uniti/e". Vero. Verissimo. Io e le mie migliori amiche ne siamo la prova. Amiche da quando avevamo 11, 15 e 16 anni tutto è cambiato, viviamo lontane ma i nostri cuori sono affini e vicini. Sono capitati screzi, come in ogni rapporto, ma ci abbiamo lavorato, e quel Noi non è mai mutato.
Invece, quando due cuori si allontanano, come i nostri, nulla vi è da fare.
Parlare varie volte non è servito a nulla. Discutere su di noi, non è servito a nulla. Ci sono stati apici di ritrovamento ma poi ricadevamo nel baratro. Baratro che avevamo già raggiunto con quello scivolone. Non ci siamo mai rialzati/e insieme. E tutto lì, è finito, è scivolato via.
Come la pioggia, quando cade su un tessuto non permeabile. Chissà come siamo diventati/e impermeabili mentre pioveva. Forse non eravamo forti abbastanza.
Forse... Forse... Forse non ha più nemmeno tanto senso stare a pensarci, stare a pensarti. Perchè sei scivolato/a via, proprio come questa lacrima mentre penso a te.
Ora la metro è arrivata. Meno male: posso smettere di pensare.

Chiara

sabato 25 ottobre 2014

Cara nonna...



Cara nonna,
il dolore per la tua perdita è talmente forte che l’unica cosa che ci da’ un minimo di sollievo sono i ricordi piacevoli di quando eravamo bambine:
§ focaccine, lasagne e cotolette;
§ Cerniere, bottoni e cappotti;
§ tacchi, vestito e ballo liscio;
§ Singapore, America e Israele;
§ Ponte di Legno e Spotorno!
.    Cari il me’ ben! Pendolo, Din Don.
Ognuna di queste parole rievocano in noi tanti momenti di immensa gioia trascorsi assieme. Ci ricordiamo le numerose domeniche a pranzo da te, le vacanze al mare e in montagna , le passeggiate al mercato e i tuoi tentativi di insegnarci a ballare bene, come solo tu sapevi fare...! Nonna, in questi ultimi cinque mesi abbiamo visto la gioia nei tuoi occhi ogni volta che venivamo a trovarti tutti insieme, così come ti abbiamo vista lentamente indebolirti e spegnerti.
Anche se ora piangiamo all’idea di non averti più qui con noi, i nostri cuori sono in realtà pieni di gioia. Perché sappiamo che ora sei in un posto migliore in compagnia del Signore e di tutti i tuoi cari. Proprio perché “PIU’ FORTE DELLA MORTE E’ L’AMORE” siamo sicure che questo non è veramente un addio e da lassù continuerai a proteggerci!
Gesù, confidiamo in Te!
Con affetto i tuoi nipoti...

p.s. Se ora stai cucendo, non mettere gli spilli in bocca!

lunedì 20 ottobre 2014

Investire tempo e fiducia nelle persone a cui si vuole bene!

Questo post è molto duro e parla in generale dei rapporti.
Io sono molto fortunata, perchè ho trovato sulla mia strada delle persone che hanno investito su di me, quanto io su di loro. Certo, a volte ci si arrabbia, a volte si pensa di essere trascurati, io, come loro. A volte ho dato loro dispiaceri, mai senza volerlo, ma spesso ho sbagliato. E anche loro. Ma siamo tutti umani e il nostro rapporto va al di là di errori (che chiunque commette), perchè prevale il bene, il desiderare quel rapporto. Loro hanno investito su di me molto del loro tempo libero, e io su di loro.

Ultimamente mi capita di ascoltare lamentele disarmanti:
- un amico è andato ad una laurea ed era dispiaciutissimo per il laureando perchè aveva giusto cinque persone, tra familiari e amici, intorno a sè. Per forza, studiava e non c'era mai per nessuno;
- pubblico su facebook uno stato in cui dicevo che coloro che lo commentavano avrebbero ricevuto da me una sorpresa: ebbene commenta una persona che non sento da due anni, che aveva ignorato persino i miei auguri di compleanno, dicendomi che la sorpresa più grande sarebbe stato avere me;
- persone che scompaiono e si lamentano di quanto poco tempo hanno e la pagina fb è sempre attiva e pubblicano varie cose in continuazione;
- sentirsi dire "Mi manchi", e poi vedere che invece la persona in questione prende mile impegni, ma nessuno con il destinatario del "Mi manchi", o addirittura organizza una cena per il compleanno a cui non sei invitata/o.

Ovviamente tutto ciò è assolutamente disarmante, quasi fino alle risate. Io avrò incontrato anche le persone giuste, ma la chiave del nostro rapporto è quanto investiamo l'una sull'altra. Oltre al tempo, bisogna anche investire la fiducia, raccontarsi, aprirsi, fare confidenze. Non si può solo pretendere che le faccia l'altro. Entrambi lo devono fare, entrambi lo devono dimostrare, entrambi devono dedicare tempo all'altro.

Grazie a Marty, Carol, Claudia, Vania, Flami, Laura ed a Eleonora (F.) per essermi state cose vicine nell'ultima settimana...
Un abbraccio,
Chiara

venerdì 17 ottobre 2014

Confessioni personali sul mio blog?

Mi capita spesso di sentirmi chiedere se sto bene, quasi come se si sapesse già la risposta, o se mi sono lasciata con il mio fidanzato.  
Sapete perché? Perché molti vedono il mio blog come un diario personale. Vorrei precisare che a volte lo è, a volte no.
Infatti io mi riesco ad immedesimare benissimo nelle situazioni altrui, ma anche semplicemente nella protagonista di un film e quindi riesco a scrivere come se stessi vivendo certe situazioni o come se stessi provando certe emozioni. In realtà il segreto è semplicemente questo: mi immedesimo, come fossi una scrittrice. Spesso scrivo pensieri trovando spunto nelle notizie del telegiornale o da una notizia di cronaca rosa.
Vi faccio un esempio: una mia amica pensava che dopo il post “Un dolce ricordo” mi fossi lasciata con il mio fidanzato. Un amico pensava che dopo il post “Personali confessioni” fossero “tornati” dei problemi avuti in passato con i miei amici… Non è così ragazzi. Per la precisione in quest’ultimo post non mi rivolgevo a persone che mi conoscono bene, ma ad un pubblico estraneo.
Io sono una persona molto riflessiva, e mi basta uno spunto grande quanto una briciola per partire in quarta con la fantasia, e sì: questo lo posso dire, mi esce bene immedesimarmi e quindi posso capire il fatto che voi lettori pensiate che quello che scrivo sia la mia realtà.
Ma, vi confesso che così non è: la mia realtà resta in me, anche solo perché la voglio proteggere, e difficilmente la troverete sul mio blog.
Scrivo “pezzi” riflessivi, ma non perché io sia sempre triste, non lo sono, ma perché le situazioni, anche altrui, che ispirano le riflessioni più grandi, credo derivino da situazioni complicate e difficilmente felici. Ma questo non significa che io non lo sia. Quindi non vi preoccupate per me… e se avete dubbi, scrivetemi senza problemi!
Baci

Chiara

martedì 14 ottobre 2014

Come si dividono le mie Amiche

In questi giorni ho imparato che ci sono varie tipologie di Amiche...

Quelle che ti riempiono di baci e cuoricini, quelle che provano a chiamarti anche rischiando di non ricevere risposta, quelle che si informano sui tuoi orari per chiamarti a tutti i costi, quelle che non mandano un messaggio ma chiamano, quelle la cui unica frase è "Come stai?" senza pensare al resto. Quelle che sanno quale sarà l'ora più difficile e ti scrivono che ti stanno pensando, che ti mandano cuoricini, quei baci e a cui non importa se risponderai dopo ore: loro vogliono solo farti capire che, in quel momento, ti stanno pensando e sono lì con te. Quelle che avrebbero voluto venire a tutti i costi.

Ci sono poi quelle più tecniche, quelle che non sanno bene gestire la cosa, quelle che magari mandano giusto un messaggio al giorno per capire cosa farai, ma che poi non si fanno più sentire. O magari solo quelle che dopo le condoglianze e una citazione sul tema, spariscono. Sono sicura che non sia cattiveria la loro, ma solo difficoltà ad avere quell'empatia, quella sensibilità... Probabilmente perchè mai state affezionate così tanto ad una persona che è venuta a mancare, magari perchè invece vogliono lasciarti libera di vivere in questo momento.

Io sono più per le prime, poichè anche io sono fatta in questo modo.
Ma la cosa più importante è che so comunque che mi avete pensata, quindi grazie a tutte, amiche mie. E' bello vedere come siamo tutte diverse e come ci compensiamo a vicenda.

Vi voglio bene,
Chiara

mercoledì 8 ottobre 2014

Perchè si tradisce?

Tradire o non tradire? E’ questo il problema. Ovviamente scherzo. La vera domanda non è se il tradimento sia giusto o sbagliato, perché la risposta è ovvia. La vera domanda è: perché si tradisce?
E le risposte sono decisamente multiple, ma si dividono in due categorie: uomini e donne.

Gli uomini tradiscono per vari motivi:
1.   Tradiscono perché piacciono le belle ragazze. E una bella ragazza è solo questo: una bella ragazza, non vedono sentimento né altro in lei.
2.   Tradiscono perché il sesso con la propria ragazza/moglie non è quello che vorrebbero. E, gli uomini, preferiscono ferire piuttosto che parlare. A volte credono che una donna faccia per loro per com’ è, magari bella e intelligente o semplicemente succube, ma sono convinti che è così che debba essere il loro rapporto amoroso e il sesso lo lasciano fuori dalla coppia “estraniandolo”.
3.   Tradiscono perché la quotidianità ha spento la fiamma del sesso nel loro rapporto e piuttosto che parlarne con la propria compagna, finiscono per andare con altre.

Le donne tradiscono per due motivi:
1.   Tradiscono perché manca loro quella serie di attenzioni che l’uomo dava loro una volta e che non dà più. Tradiscono perché non vengono più fatti loro complimenti. Tradiscono perché il loro uomo non le fa più sentire speciali, uniche e desiderate.
2.   Tradiscono non fisicamente ma con il cuore. Magari lo tengono per loro, magari muoiono dentro perché stanno con un uomo ma desiderano un altro, non solo fisicamente.


Quando un uomo tradisce, spesso, con delle scuse, si può tornare indietro: perché fondamentalmente ha tradito con un organo specifico e basta.
Ma quando è la donna a tradire: lei tradisce con l’anima, con la dolcezza, con il cuore. E allora, non basta una scusa per tornare indietro.

Ovviamente a questo elenco diviso tra donne e uomini ci sono sicuramente eccezioni in entrambe le categorie che vanno a prendere le loro ragioni nell’altra categoria, ma credo tutt’al più che la mia divisione sia reale.

La mia personale opinione è che comunque, solo il desiderio di andare con un’altra persona sia un grave indice nei problemi di coppia, ma, parlandone, forse, si può risolvere.
Altre volte, invece serve a fare capire che la storia in corso sia finita.  Il tutto senza giungere a un tradimento fisico vero e proprio. Credo, infatti che “No, non lo faccio” si possa sempre dire.

Le ultime due considerazioni sono che:
-       non è quasi mai colpa dell’amante: se esso entra in un rapporto è perché gli è stato concesso, o addirittura è stato invitato.
-       Non è sempre solo colpa di colui che tradisce.

Chiara