lunedì 29 ottobre 2018

Anche se siete morti, non siete poi così lontani...

Questa è la settimana del 2 novembre, conosciuto come il "Giorno dei morti", o meglio della commemorazione dei defunti. Durante Lo scorso week end ed il prossimo, tanti sono stati e saranno impegnati nel classico giro dei cimiteri. Inutile dire che i propri cari andrebbero ricordati nelle preghiere quotidiane e non solo durante questa sorta di processione di inizio novembre.

Dopo questa premessa, vorrei parlare del lutto.
Ci sono giorni in cui ricordo i miei cari la sera e mi mancano, e giorni in cui mi sento come se il cuore mi fosse stato strappato. Certo, si va avanti. Ma non è vero che il dolore passa.
Questa poesia, secondo me, rappresenta perfettamente come ci si sente in quel momento, qualsiasi sia il tipo di amore che ci legasse al defunto.

Funeral Blues di W. H. Auden
Fermate gli orologi, tagliate i fili del telefono, e regalate un osso succulento al cane affinché non abbai. 
Faccia silenzio il pianoforte, tacciano i risonanti tamburi, che avanzi la bara, che vengano gli amici dolenti.
Lasciate che gli aerei volteggino nel cielo e scrivano l'odioso messaggio: lui è morto. 
Guarnite di crespo il collo bianco dei piccioni e fate che il vigile urbano indossi i guanti neri.
Lui era il mio nord, il mio sud, era l'oriente e l'occidente, i miei giorni di lavoro, i miei giorni di festa, era il mezzodì, la mia mezzanotte, la mia musica, le mie parole.
Credevo che l'amore potesse durare per sempre, ma mi sbagliavo.
Offuscate tutte le stelle perché non le vuole più nessuno; buttate via la luna, tirate giù il sole; svuotate gli oceani e abbattete gli alberi; perché da questo momento niente servirà più a niente. 

A me, ha sempre dato molto conforto questo scritto, spesso attribuito a Sant'Agostino, ma che dovrebbe essere di Henry Scott Holland: La morte non è niente
La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altra lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è al stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai pensieri della tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. 

Ho visto un cartone animato, Coco della Disney, che parla della tradizione messicana de "Il giorno dei morti", qui di seguito il trailer da YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=ro2mnwYOp50

Vi dico la verità: a me è piaciuto molto, e trovo che sia un modo bello per spiegare la morte ai bambini, ma non solo. La tradizione è messicana, tuttavia il messaggio finale è quello della nostra fede cattolica, almeno secondo me. Certo, non sono una teologa, ma quello che ho sempre percepito è proprio questo: morendo i nostri cari, si ricongiungono, oltre che a Dio, ai propri cari che hanno perso e cui tenevano moltissimo. Un domani, anche noi ci ricongiungeremo a loro, e via dicendo... Nella vita siamo solo di passaggio, ma poi, un domani, torneremo vicini alle persone che abbiamo perso e staremo con loro per sempre. 
L'altro messaggio che deve essere forse un po' interpretato è quello di pensare e ricordare i nostri cari SEMPRE. Perché mantenendo vivo il loro ricordo, sono qui con noi. 

A voi che siete sempre nel mio cuore e nei miei pensieri,
lo so: anche se siete morti, non siete poi così lontani...
Chiara

lunedì 22 ottobre 2018

Buon compleanno a me!

Questo è stato un compleanno "Particolare": non avevo voglia di festeggiare perché vedevo schierato davanti a me tutto quello che avrei già dovuto essere e fare, e che non sono, né che ho fatto.

Invece già da due giorni prima, mi sono arrivati, messaggi, bigliettini che mi hanno fatto sentire speciale. Persone che "Mi hanno obbligato" e "Mi stanno obbligando tutt'ora" a festeggiare, sono quelle che senza dubbio, hanno capito davvero, ciò di cui io avessi bisogno, senza che neppure io lo sapessi.
Persone che mi hanno fatta sentire unica, speciale, fortunata di essere come sono.
Persone che mi hanno ringraziata per come sono, e non mi hanno fatta sentire per nulla fuori posto.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sono guardata con i loro occhi e il regalo più bello che ho ricevuto e che mi sono fatta, è stato quello di sentirmi orgogliosa di me, felice di dove sono e di come sono.

Grazie a tutti voi, sono estremamente fortunata ad avervi vicino.
Non faccio i nomi, ma spero che il mio messaggio vi arrivi al cuore.

L'unico dispiacere che ho avuto, è stato quello di non ricevere gli auguri da persone che nei miei pensieri ci sono. Siete stati una sorta di stella mancante per completare la perfezione di una costellazione, ma ciò non significa che vi toglierò dai miei pensieri di affetto.

Un abbraccio a tutti,
Chiara


Confidenze SI o confidenze NO?

Quando nasce un'amicizia, generalmente, per quanto lenta proceda la conoscenza, non si sa mai quando è il momento opportuno per confidarsi. Con "Momento opportuno" intendo quel momento in cui nasce la fiducia per parlare realmente e profondamente di sé.
Vorrei tanto scrivere qualcosa per far capire a tutti quando è il momento, ma in realtà non lo so nemmeno io, quindi se voi lo sapete, vi scongiuro ditemelo 😅 .

Io sono molto fiduciosa: "Purtroppo" o "Per fortuna" 

Ci sono giorni i cui queste confidenze vengono decisamente violate da un'insensibilità che veniva celata da chi le stava ricevendo, almeno fino a quel momento. Durante queste giornate mi dico: "Chiara, ma cavolo! Hai già abbastanza amici e amiche, ma cosa cavolo cerchi ancora?"
Ci resto male, ci rifletto in continuazione, e, ovviamente, mi pento. A volte ho persino "Paura" di come potrebbero essere sfruttate le mie confidenze.

Ci sono volte, invece, in cui ringrazio di essermi confidata, perché mi rendo conto che grazie a questa fiducia, ho incontrato e ho mantenuto, nella mia vita, persone davvero speciali che mi hanno arricchita tantissimo. Queste persone non sono mai "Troppe", ognuna dà un valore aggiunto. 

Forse, vale la pena rischiare, fidarsi e confidarsi

Chiara

lunedì 15 ottobre 2018

Su cosa è basata l'intimità di un rapporto?

Su cosa è basata l'intimità di un rapporto? Può essere basata sulla condivisione, secondo voi?

Credo che ognuno abbia la propria idea, i propri bisogni, sia in amicizia, sia in coppia.
Tuttavia io sono convinta che non esista un vero rapporto senza una vera condivisione.

Mi vengono in mente tre tipi di condivisione: quotidiana, dei fatti più significativi, profonda.
La condivisione quotidiana fa raccontare la giornata,
la condivisione dei fatti più significativi fa riportare le cose più importanti capitate in un certo lasso di tempo,
la condivisione profonda è quella degli eventi più sensibili e dei sentimenti.

In amicizia è complicato: c'è infatti un equilibrio molto personale, a volte varia "Da amica/o ad amica/o", quindi da rapporto a rapporto. Tuttavia non possono mancare la condivisione dei fatti più significativi e quella profonda.

In amore, invece, è molto più semplice, per così dire: sono necessarie tutte e tre.

A mio parere solo in questo modo si può creare l'intimità, che è alla base della complicità, fondamentale in amicizia e in amore.

Voi cosa pensate?

Chiara

lunedì 8 ottobre 2018

Il bellissimo e il bruttissimo potere di Whatsapp

Whatsapp, Telegram e tutti i servizi di messaggistica istantanea hanno aperto un nuovo metodo di comunicazione.

Ci hanno fatto abituare al "Tutto e subito", anche se spesso poi fanno scontrare questa società impaziente con la realtà dell'impossibilità di essere sempre connessi.
Aiutano, anche tanto le persone. Le aiutano nei momenti di solitudine, quando vorrebbero un consiglio urgente, quando non riescono a parlare ma a scrivere. Aiutano quando l'altra persona non può essere subito disponibile, ma può ricevere e rispondere appena è libera.

Ma è ora di guardare cosa non fanno: non fanno capire i toni (nonostante le innumerevoli faccine). Inoltre, visto che non si può scrivere certo un romanzo dettagliato, per quanto lungo possa essere il messaggio, in pochi sono Dickens e quindi apre a domande, fraintendimenti e incomprensioni.
Ho visto litigi spegnersi dopo una breve chiamata e persone scoprire che intendevano la stessa cosa.
Ho visto persone sottovalutare gioie o dolori scritti su tali messaggi, senza capire la profondità del testo.
Allora, per piacere, non lasciamo che Whatsapp, Telegram o altro sostituiscano uno sguardo, un abbraccio, un sorriso o una lacrima reale.

Chiara

lunedì 1 ottobre 2018

Cosa vogliono le donne?

Questa domanda perseguita i maschietti dall'alba dei tempi, vero? Sono stati scritti articoli, canzoni, poesie, scenografie.
Qualche tempo fa, durante un film, la seguente frase mi ha colpita particolarmente: "Non lo sappiamo nemmeno noi donne cosa vogliamo." Ma non è del tutto vero, giusto, amiche?
Ho messo insieme un po' di opinioni, e mi piacerebbe se mi faceste sapere se queste sono esaustive o se desiderate altro.

Vogliono i baci del buongiorno e gli abbracci della buona notte;
Vogliono accanto il proprio migliore amico, perché è questo che deve essere un compagno di vita.
 Vogliono qualcuno che le abbracci e le aiuti nei momenti di difficoltà, che stringa loro le mani nei momenti di gioia e festeggi i loro successi.
Vogliono qualcuno che supporti i loro sogni.
Vogliono sentirsi amate, coccolate, ascoltate.
Vogliono qualcuno che si interessi di loro.
Vogliono qualcuno che le desideri e che odi il fatto che altri le possano desiderare.
Vogliono essere la loro priorità.
Vogliono qualcuno che si prenda cura di loro, che, in fin dei conti, è quello che loro fanno con gli altri.
Vogliono qualcuno che non le dia per scontate, perché quando questo accade, qual qualcuno le ha perse.


E i maschi cosa vogliono?
Scrivetemi!
Chiara