mercoledì 25 marzo 2020

L'uomo impara... Davvero?


L’uomo dovrebbe evolvere, ma non lo fa..
L’uomo dovrebbe imparare ad ascoltare, ma non lo fa...
Dicono che i momenti di crisi, le guerre, gli attentati, la mancanza di salute possano far aprire gli occhi davanti alle cose importanti della vita, davanti ai principi....
Ma non è vero...
Chi era egoista, chi parlava sempre di sé, lodandosi, lo è e lo fa ancora...
Chi aveva una sovrastima di sé, pensandosi indispensabile, ancora non ha capito che il mondo va avanti comunque...
Chi pensava di essere sensibile ed empatico, pensa di esserlo ancora, senza ascoltare e senza ascoltarsi...
Chi pensava che i principi fossero antiquati, lo pensa ancora...
Chi lascia soli i genitori, lo fa ancora...
Chi non pensava ai figli, lo fa ancora...
Chi sputa nel piatto dove mangia, lo fa ancora...
Chi non è abituato a lottare, non lotta ancora... 
Chi è opportunista, lo è ancora...
Chi è ipocrita, lo è ancora...

L’uomo non cambierà mai finché continuerà a credersi così superiore... 
Non c’è speranza, purtroppo...

L'uomo non impara mai e non imparerà nemmeno questa volta...

Chiara

mercoledì 18 marzo 2020

Riflessioni sui "Grazie"....

In questo momento storico, in cui il mondo è in emergenza da Coronavirus, di cui è stata dichiarata la pandemia globale, le riflessioni sono molte.
Non voglio tuttavia concentrarmi su affermazioni che reputo di un'ignoranza folle, poiché non credo ne valga la pena, ma concentrarmi su altro.


La gara dei grazie: sono nati i primi striscioni per coloro che l'emergenza la vivono in prima linea, cioè medici e infermieri. Non si sa perché ma questo ha suscitato il risentimento di alcune categorie che non ricevono questi "Grazie" e che quindi lo devono urlare ai quattro venti.
Certo, medici e infermieri, non sono i soli che stanno lavorando per l'emergenza, tutto il personale sanitario che sta lavorando con pazienti a rischio o con strumenti a rischio, deve semplicemente sentirsi incluso in quel "GRAZIE": dalla donna delle pulizie, a chi sterilizza i vari dispositivi, al Direttore Sanitario. Capite che non si può fare uno striscione per categoria? La maggior parte delle persone inserisce le lauree dell'area sanitaria in due: medicina e infermieristica. Semplicemente perché non conosce quel mondo, quindi sentitevi tutti ringraziati, e fate il vostro lavoro, accettando che ci sono specializzazioni e specializzazioni, e non è il caso di fare la gara dell'importanza di ognuno, no?

E' davvero così importante emergere piuttosto che fare il proprio lavoro?

I grazie rivolti al personale sanitario: benissimo, utili. Certo, è di sollievo che la popolazione capisca l'importanza di tutto il personale sanitario.... MA vorrei sottolineare quanto fino a "Ieri", persone che non hanno idea di come funzioni la sanità ci abbiano ampiamente sputato dentro, dando la colpa al personale sanitario, senza sapere cosa dicono le leggi. Persone che sostenevano che è colpa dei medici che fanno visite private la ragione delle liste di attesa.... Perché informarsi prima di criticare, non si usa più, vero? Persone alle quali tutto è dovuto. Persone che aggrediscono verbalmente e fisicamente il personale sanitario, persone che pretendono e basta. E non commento le denunce ingiustificate (la maggior parte e non me lo sto inventando) fatte solo per spillare soldi, vero?
Turni faticosi e sottopagati, senza contratti indeterminati, specializzandi usati come esperti, concorsi che lasciano a desiderare.... Insomma potrei andare avanti per molte righe, ma mi fermerò: tutto questo e molto altro era quello che dei professionisti subivano fino a pochi mesi fa e lo fanno tutt'ora, e con tutta probabilità continueranno a farlo.

Spero venga presa più coscienza, ma soprattutto, se posso chiederlo: RISPETTO. Basterebbe questo. 

Chiara

lunedì 9 marzo 2020

Le leggi e l'Amore.

Legge e amore vanno di pari passo. Perchè?
Perchè le regole etiche e morali, se si ama, se si vuol bene, non è un problema applicarle. Ma l'amore quello vero. Il bene, quello vero. Non quello che si dice senza fare.


Quando si ama qualcuno, quando si vuol bene a qualcuno, a prescindere da chi esso sia (marito, moglie, figli, sorelle, fratelli, amici, ecc), si fa qualsiasi cosa pur di non ferirlo e non vedere la tristezza sul suo volto. Questo significa amare, amare inteso come voler bene, che si ribella all'egoismo, che gli va contro. Non l'egoismo quello che si usa per autotutelarsi, ma l'egoismo che fa venire prima "IO e i miei desideri" a discapito di "TE e i dispiaceri che potrei causarti".

Dunque se si dà una regola senza che ci sia amore, allora l'animo umano è destinato a ribellarsi. Invece quando l'animo umano ama, le regole vengono seguite in automatico, senza doverle nemmeno precisare. Ecco perchè leggi e amore vanno di pari passo, perché quando c'è Amore, è normale comportarsi in un certo modo, in ogni rapporto ovviamente, non si sta parlando solo del rapporto tra uomo e donna.

Questo post è stato scritto liberamente ispirato dall'omelia di Don Alberto, del Vangelo secondo Matteo (5,17-37) di domenica 16 febbraio 2020.

Chiara

sabato 7 marzo 2020

E se il mondo avesse a suo favore la solidarietà femminile?

Ho fatto un sogno, un bellissimo sogno, da cui è stata molto dura risvegliarsi.
Vivevo in un mondo tutto rosa, in un mondo in cui le qualità femminili spiccavano più di quanto facciano nel nostro quotidiano.
Foto di Silvano Erba, Maestro d'arte floreale. Via Piave 13, Cavenago Brianza (Mb). www.silvanoerba.it  
La qualità che spiccava di più era quella della solidarietà. Le donne quando ci si mettono, sono una vera squadra, riescono a fare fronte comune in un modo unico.
Eppure, non tutte lo fanno.
Critichiamo tanto il sesso opposto per i loro modi bruschi, per come tradiscono quasi senza remore, per come riescono a far prevalere il loro egoismo... Ma esiste davvero questa distinzione tra sessi o alla fine, dipende dalle persone?
Cosa accadrebbe se le donne, se tutte le donne, fossero davvero amiche tra di loro, a prescindere dalle idee politiche, dalle idee di gestione di una casa, di una carriera, di un figlio, di una relazione? A prescindere dalla sintonia che si crea tra individui?
Cosa accadrebbe se le donne la smettessero di voler fare le "Prime donne" solo perché ci sono uomini? Cosa accadrebbe se le donne non dovessero per forza voler star al centro dell'attenzione maschile come oche, ma portando le idee, la solidarietà, l'empatia?
Cosa accadrebbe se si rispettassero tutte, senza mai ferirsi a vicenda? Cosa accadrebbe se davanti ad uno stronzo, lo rimettessero al loro posto?
Cosa accadrebbe se smettessero di farsi sgambetti, criticarsi e sminuirsi tra di loro?
Cosa accadrebbe se tutte le donne si comportassero da vere Donne, e non semplicemente da femmine?
Allora, quel mondo rosa, quel colore rosa, sarebbe senz'altro di più. Sarebbe davvero un mondo migliore se nel proprio piccolo ognuna si comportasse con solidarietà ed empatia.

Chissà se mai quel sogno diventerà realtà...
Chiara

giovedì 5 marzo 2020

FILM - STORIA DI UN MATRIMONIO

Data uscita: 2019.
Genere: Drammatico, sentimentale.
Durata: 2 ore e 16 minuti.
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito.
Regia e sceneggiatura di: Noah Baumbach
Attori principali: Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta.
Premio Oscar 2020: Laura Dern come miglior attrice non protagonista.
Ambientazione: New York, Los Angelese, 2018.
Disponibile su: Netflix.
Trailerhttps://www.youtube.com/watch?v=t6YNekYevQ0 .

Screenshot dal mio account Netflix.
Il titolo racconta proprio la dinamica del film: "Storia di un matrimonio", nulla di più, nulla di meno.
Charlie e Nicole sono marito e moglie, lui regista teatrale, lei attrice, in piena crisi. Vivono a New York, ma lei è originaria di Los Angeles.
Decidono di fare terapia di coppia per uscirne, e uno dei compiti è scrivere ciò che all'uno piace dell'altro. Nicole però si blocca. Decidono di prendersi una pausa e lei torna a Los Angeles per girare il pilot di una serie tv, portando con sé il figlio, in accordo con Charlie ovviamente.
E' in questo momento che Nicole decide di chiedere il divorzio da Charlie.

Questo film racconta di come un grande amore possa diventare deleterio quando non si ascolta l'altro, quando si immagazzinano rancori senza parlare, quando si pensa di aver nascosto un segreto, e invece non è tanto nascosto, quando si permette a persone esterne di intrufolarsi in quella che è la realtà di una coppia.

Un film triste e riflessivo, ma soprattutto lento, come se mancasse quel "Quid" unico che si aspetta per tutta la durata della pellicola.

Chiara

lunedì 2 marzo 2020

Il gioco del telefono senza fili insegna qualcosa ai bambini?

Rinfreschiamoci le idee: ci si siede, generalmente in cerchio, il bambino A dice nell'orecchio una frase al bambino B, che fa lo stesso con il bambino C, ecc, per quanti pargoletti giocano. L'ultimo bimbo dice ad alta voce la frase che gli è stata suggerita, in modo che il bambino A la senta e possa confermare o meno quello che lui stesso aveva detto.
A prescindere dal numero dei giocatori quando si arriva alla fine, quasi mai la frase finale combacia con quella iniziale.

Questo cosa dovrebbe insegnare?
In una visione superficiale ad imparare ad ascoltare e a riportare correttamente quanto sentito, in una visone più profonda, invece, ad imparare che quando si riceve una notizia su qualcuno, tendenzialmente, quella è stata maneggiata e modificata da chi la riporta, salvo ovviamente fatti concreti sempre verificabili, in stile "Cronaca".

Ma le frasi (e non i fatti) dette in circostanze uniche, non possono essere riportate in maniera oggettiva senza il contesto. C'è un contesto che non viene mai considerato, pertanto credo sia questa la ragione per cui la gente capisce spesso e volentieri "Cozze" per "Cazzi". 


Bisogna fare molta attenzione quando si rischia di ferire qualcuno riportando "Frasi a metà", cioè senza contesto. Perché quasi certamente a quel qualcuno arriverà notizia di quel che si dice e a volte anche di chi lo ha detto.
A quanto pare, sono sempre tutti così bravi a giudicare la vita altrui conoscendone 1/100, eppure non ci sono persone perfette, con vite perfette... Strano, no?

Come sempre l'ideale è comportarsi come si vorrebbe che gli altri si comportassero.
E forse, ricordarsi che nel "Telefono senza fili", alla fine A urlava "Ma non avete proprio capito nulla".

Chiara