lunedì 1 dicembre 2014

Cara insicurezza ti scrivo...

Cara insicurezza ti scrivo...
perchè proprio non ne posso più.
Sei diventata il mio chiodo fisso, e chissà mai che, scrivendoti tu non decida di andare altrove, magari nel lontan posto in cui vive il tuo contrario soltanto oppure di mandare me laggiù.
Chissà se nuoci più te o lei. E' una dura lotta. Meglio essere sicuri o insicuri? Meglio il privilegiare dell'uno o dell'altro? Del bianco o del nero? Ovviamente, come sempre, è il grigio che dovrebbe vincere. Eppure sembra che la maggior parte delle persone, me compresa, vivano all'ombra di uno di questi due estremi.

Eppure quanto darei per vivere nell'estremo opposto!
Già perchè là, sono sicura, splende sempre il sole. Un po' come abitare vicino all'equatore.
Mentre io vivo praticamente nei mesi bui di Capo Nord; e, per quanto credo profondamente, che le persone situate in questa zona del globo tendano ad usare di più il contenuto della scatola cranica, riflettono anche troppo sulle cose, sulle situazioni, su loro stessi... A tal punto da vedere tutto buio e non capirci quasi più nulla. Cadendo così nella morsa dell'inquietudine. Dell'insicurezza. Di coloro che si mettono sempre in gioco.
Invece all'equatore, sole e caldo impediscono la riflessione ed espongono al mondo la sola apparenza, curata nei minimi dettagli, che tende a far credere che essa sia la realtà e che, essendo essa così curata, sia il vero contenuto dell'anima e che sia perfetta. Ed è qui che la sicurezza regna: perchè chi vive qui, crede davvero che sia così.

Allora, cara insicurezza, credi di potermi far cambiare  un po' aria o di cambiarla te? Perchè io proprio non riesco a starti più dietro, mi stai facendo anche dimenticare la fiducia: uno sguardo e volo in un baratro dove mi specchio davanti ad un vetro in cui tutto vorrei veder riflesso, meno che quello che vedo: me.


Foto scattata da Martina Pellissier

Te ne sarei davvero grata, cara insicurezza...
Chiara


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