lunedì 19 novembre 2018

Le conseguenze delle critiche

Post un po' scontato direi, ma non mi concentrerò sul fatto che le persone troveranno sempre qualcosa da criticare in chiunque, quanto più sul fatto che criticano senza pensare alle conseguenze.

Criticare è davvero brutto, specialmente quando le critiche non sono consigli indirizzati ad un amico per aiutarlo, ma vengono fatte con il semplice scopo di far prendere aria alla lingua.
Le critiche sono prive di empatia, altrimenti sarebbero aiuti, consigli.
(Sto scrivendo sulle critiche vere, quelle che feriscono, sia chiaro, non le critiche del tipo: "Non si va al lavoro con una mini-minigonna".)

Quante volte si sentono critiche, per esempio sugli alcolisti, sui drogati, sui ludopatici, sugli obesi, sugli anoressici, sui depressi, ecc.? Le critiche sulle persone malate, sono fuori da ogni empatia, da ogni logica, da ogni anima. Inoltre, quando queste persone provano a chiedere aiuto andando da psichiatri o psicologi, la società spesso le giudica pazzi. Però, quando magari arrivano a compiere gesti estremi, allora lì, per una minima frazione di secondo, magari si pensa: "Se avesse chiesto aiuto...".
Bisogna mettersi in testa che tutti noi possiamo aiutare, anche senza che questo venga richiesto. Si può parlare con cognizione di causa, si può aprire la bocca dosando le parole, cercando di essere più empatici, più profondi, ricordandosi che ognuno ha i propri mostri interiori, e forse, se si fosse solo più gentili e meno critici con il prossimo, il mondo sarebbe già un posto migliore.

Le critiche hanno delle conseguenze: alle persone malate, alle persone sensibili, fanno male. Per quanto sicuri si sé si possa essere: nessuno è perfetto, e questo andrebbe ricordato sempre.

Quando viene nascosta una cattiveria dietro la frase "Era una battuta", ricordate che le battute fanno ridere, non feriscono. Per cui non offendete da soli la vostra intelligenza usando espressioni senza senso.
Quando si pensa di essere perfetti, è ora di cambiare specchio.

Chiara 

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