lunedì 30 dicembre 2013

La Famiglia del Mulino Bianco è davvero utile?

Pensavo non esistessero. Invece esistono.
Viene definita, comunemente parlando, "Famiglia del Mulino Bianco" quella famiglia che quasi corrisponde alla pubblicità che in passato regnava nelle nostre tv, appunto della Mulino Bianco, cioè della classica famigliola unita in cui la pace e la felicità regnano costanti.
Io ho sempre pensato che nessuna famiglia potesse essere così perfetta, invece mi sbagliavo. Mi spiego meglio: la perfezione non significa che non ci siano discussioni, o momenti tristi, ma semplicemente affrontarli con unità, come se si sapesse che si è e si starà insieme. La perfezione significa essere uniti sulle decisioni importanti, o, comunque mantenersi un po' come una squadra, e non far pesare nulla dei brutti momenti ai figli.

Ebbene sì: tali famiglie esistono. Ci sono genitori che non si fanno sentire discutere davanti ai figli, che restano uniti anche nelle bufere, ci sono coppie che non si tradiscono, ci sono famiglie che sono vere squadre di serie A.

Ma la vera domanda è: questa famiglia quanto è utile?
Questo sogno di famiglia fa bene?
Innanzitutto posso assolutamente dire che ne sono invidiosa: utile o non utile, non mi importa, l'avrei voluta io una famiglia così!
Detto questo, non credo sia utile averla.
Le persone che, sempre più frequentemente conosco, che hanno questa immensa fortuna, non sanno rapportarsi al dolore, al vero dolore e non si rendono conto della loro buona sorte.
Per loro sbagliare un esame, perdere scolasticamente un anno, avere un posto di lavoro che non è quello dei sogni, essere lasciati dal fidanzato, rappresentano delle vere tragedie. Iniziano così ad usare frasi assolutamente inappropriate alla situazione, come: "Perdere un anno?? Io?? Non potrei mai!! Insomma, io ho una certa intelligenza!!" (Nascosta chissà dove, poi, perchè con questa affermazione, non si dimostra di averne molta.), "Mi sta cadendo il mondo addosso...", "Non dò significato alla mia vita...", piangere o non uscire più di casa poichè si piange per una bocciatura, arrabbiarsi da lanciare o spaccare oggetti.
Non si fa così. Mi ripeto: non si fa così.

Per quanto la rottura di un amore possa fare male, la perdita di un anno scolastico far sentire degradati, non sono tragedie.
Persino quando penso alla persona più innamorata che conosco, quando è stata lasciata, dopo quasi un anno, le si legge ancora la sofferenza nei suoi occhi, la si avverte solo parlando dell'Amore, eppure lei, la persona in questione (della mia età, non sto parlando di rotture di matrimoni, perchè quelle sono sofferenze ben più grandi) non ha mai usato frasi grandi per tale dolore, che per quanto la stesse e la sta devastando, non si può rapportare a veri dolori. Perchè lei non incappa in questo errore? Perchè non è cresciuta nella famiglia del Mulino Bianco.

Il vero dolore sta nel perdere qualcuno, sarò più esplicita: nella sua morte, il vero dolore sta nella scomparsa di qualcuno: di un figlio, di un genitore, di un famigliare, di un amico, della persona che si ama.
Il vero dolore sta nel non avere più una famiglia, perderla, perchè è come sentirla morta.
Il vero dolore è dover affrontare un grande dolore ed essere certi di avere qualcuno vicino, di cercarlo e vedere che non c'è.
Il vero dolore è nascondersi sotto un tavolo quando qualcuno urla, perchè si ha subito un trauma.
Il vero dolore sta nel mettere insieme tutte le forze per affrontare un problema di salute.
Il vero dolore è entrare in una sala operatoria, senza sapere come se ne uscirà.
Il vero dolore è affrontare queste perdite sin da bambini.
Il vero dolore è firmare le carte di un divorzio.
Il vero dolore è discutere per l'affidamento dei figli.
Il vero dolore per una bambina è non sapere quando rivedrà il papà, perchè la mamma non glielo fa vedere sempre, e poi si trova anche a dover scegliere.
Il vero dolore è avere un problema di salute, sapere che si vivrà, ma magari da autistici.
Il vero dolore è perdere il lavoro e non sapere cosa dire alla propria famiglia tornando a casa.
Il vero dolore è volere regalare il mondo al figlio, ma non riuscire a darglielo, e sentirsi frustrati.
Il vero dolore è vedere qualcuno che si ama soffrire e non poter far nulla, ma proprio nulla, se non abbracciarlo.
Il vero dolore è non parlare più con un genitore, o con un figlio.

Potrei andare avanti all'infinito, perchè, non c'è mai limite al peggio, e credo fermamente che certe perone non sappiano affrontare il vero dolore perchè sono vissute nella famiglia del Mulino Bianco, eppure vorrei davvero far cambio.

Chiara



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