lunedì 19 maggio 2014

Raccontami di te, nonna... Raccontami di te, nonno...


Raccontami di te nonna, raccontami di quando eri giovane...
Raccontami della guerra, di tua mamma, di tuo papà... 
Raccontami come il nonno ti ha chiesto di sposarlo, raccontami di come hai detto al nonno che eri incinta... Raccontami il vostro segreto...
Raccontami com'era fare la mondina, com'era fare la sarta... Raccontami se lo hai scelto, perchè lo hai scelto...
Insegnami a cucire nonna, insegnami a fare i tuoi gnocchi nonna.
A me piace leggere nonna, mi piace scrivere. Ora ti racconto di me, nonna.



Raccontami di te nonno, raccontami di quando eri giovane...
Raccontami dei tuoi genitori, nonno...
Raccontami di come ti sei innamorato della nonna, raccontami come vi siete sposati, raccontami del vostro viaggio di nozze di ben qualche ora a Venezia... Raccontami il vostro segreto...
Raccontami del tuo lavoro, raccontami quante cose hai visto, hai sentito, hai ascoltato.
Insegnami a fare l'orto nonno, insegnami a rimettere su la catena della bici.
A me piacerebbe fare la dottoressa nonno. Ora ti racconto di me, nonno...

Questa è una cosa che non tutti fanno. Non tutti ascoltano i propri nonni, non tutti gli si raccontano.
Si passa tempo a snobbarli, a salutarli senza baci come avessero la lebbra, a trattarli come un ristorante, come un negozio di cucito. Si va a trovarli e si sta lì 30 minuti. Eppure: non si fa caso che il tempo passa, che loro sono la nostra storia, che loro sono ciò che noi saremo, e che noi siamo ciò che loro sono stati.

Si fa questo errore con i nonni, e in generale succede anche con le persone a cui si vuole bene.
Poi tutto crolla: una malattia, come un tumore, può lasciare un lasso tempo, anche se a volte breve, per poter recuperare. A volte no. A volte tutto finisce in un soffio, senza che si abbia potuto avere il tempo di dire un "Ciao".


Questo è un errore che io non ho commesso: ma ho visto, sentito e ascoltato persone che lo hanno commesso, ma, almeno questo: io non l'ho fatto.
Consiglio a tutti di dedicare il tempo che si ha a propria disposizione alle persone per cui si darebbe la vita, a quelle che se scomparissero, cadrebbe il mondo. Questa dovrebbe essere la lista di priorità di ognuno. Non vale solo per i nonni, ma per tutti. Inutile pregare se si lascia solo un familiare.
Insomma: bisogna essere bravi a gestire tutti gli impegni che la società moderna ci impone, ma se non lo si fa per le persone a cui si vuole un bene dell'anima, come si può pensare di ver costruito anche solo un vero rapporto?

Se le persone per cui nutrite tanto affetto non lo ricambiano (oltre alle parole ci vogliono i fatti), allora insistete, ma se vedete che insistete troppo e non cambia nulla, lasciatele andare. Se perdonare oppure no, è soggettivo: vedrete in futuro.

Nel frattempo, sono stata fortunata a non commettere mai questo errore, e se questo post può essere stato utile ad almeno uno di voi per fare una telefonata in più a chiunque sia per voi importante prima che sia troppo tardi, ne sono felice.
Chiara


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