lunedì 11 agosto 2014

Di fatto, non ci sei più.

Cara nonna...
Parlavamo di quanto ti assomigliavamo, di quanto abbiamo preso da te. E almeno l'ultima giornata, sei stata te. Non pensavo fosse un addio, ma lo è stato. E almeno l'ultima giornata, ci hai visto tutte e tre insieme, come volevi da anni.
E' bastata una notte, un sonno e quando quegli occhi si sono spalancanti, tu non c'eri più. Non c'eri più, esattamente come avviene nei film, c'erano occhi freddi, nessuna coscienza dentro essi.
O forse, da un lato, eccola lì: la parte più brutta è riemersa, quella che nessuno di noi vorrebbe mai far vedere agli altri, eccola lì davanti a tutti.

Parlavamo di quanto ti somigliavamo, piedi e capelli da una parte, occhi e altezza dall'altra.
Ma c'è una cosa, una sola cosa a cui non avrei pensato. Non pensavo che te non ci saresti stata. Davo per scontato che altri dieci anni li avresti fatti con noi. Certo, prima di aprile.

Parlavamo di quanto ti somigliavamo e una cosa mi è sfuggita: la tua sensazione di solitudine, quell'essere sempre un po' malinconica, e, ahimè, di celare un rancore che dentro devastava. Queste cose che sento anche io quotidianamente e che non ti ho mai detto. Sentirmi di dare tanto spesso, e di ricevere poco (non da tutti ovviamente), è una cosa che forse ci accomunerà per sempre.
Ricordo le tue telefonate, le tue confidenze, quella maledetta sensazione di essere sola che non se ne andava. E se eravamo troppo uguali da una parte, eravamo troppo diverse dall'altra: le ingiustizie subite ti avevano resa a tratti dura, a tratti addirittura cattiva, persino con coloro con i quali non vi era motivo, certo: non sempre. E questa parte, che per ora non è mia, aiutami a non svilluparla mai, perchè, sai, a volte, mi capita di pensare a cose brutte.

Sai sicuramente le altre cose più intime a cui sto pensando...
E sai sicuramente della mia rabbia per una morte così lunga e dolorosa. Vola dove non c'è sofferenza.
Ti voglio bene,
So che ci sei ancora, ma di fatto non ci sei più.
Chiara

 
                                                  Foto scattata da Michele De Lorenzo

p.s. Nonostante mi sia stato detto di non eccedere nel pubblicare i fatti miei sui Facebook, trovo che questo sfogo, questa lettera, possa aiutare magari qualcun altro che prova certe cose: è così che ho trovato un'amica, Paola. E, se concordo con alcune cose sui social network, credo che, come in tutto, sia la via di mezzo e il fine, le cose che contano.

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