sabato 2 maggio 2015

Un mese dopo: Je suis Keniota, Je ne suis pas Charlie.

Avevo in mente il mio bell’articolo da scrivere ancora tempo fa… Ma Briatore mi ha anticipata. Visto che, senza ombra di dubbio, ha più seguito di me, mi limito a condividere l’articolo con le sue parole.

Briatore sferza l'Occidente: "150 vittime in Kenya valgono meno dei 12 morti di Charlie Hebdo?"
L'imprenditore smaschera l'ipocrisia dell'Occidente: "I nostri politici sono andati in televisione per Charlie Hebdo, mentre la strage in Kenya è passata come se niente fosse”.
"La reazione che c'è stata per l'attacco all'università in Kenya rispetto a quello a Charlie Hebdo fa vedere che il mondo in generale, è molto meno attento a quanto avviene in Africa".
A pochi giorni dal sanguinoso attacco dei terroristi somali contro il college di Garissa in Kenya, Flavio Briatore interviene a gamba tesa smascherando tutta l'ipocrisia dell'Occidente.
Dopo aver assicurato che in Kenya, dove è proprietario di un lussuoso resort, "non ci sono problemi di sicurezza", Briatore ci tiene a far notare la scarsa reazione a livello internazionale per la tragedia avvenuta all'università. "La reazione internazionale rispetto a quanto avvenuto per Charlie, fa vedere come al mondo importi molto poco delle cose africane - tuona l'imprenditore - Charlie Hebdo era un giornale che in un modo o nell'altro si sapeva che poteva essere nel mirino, ma questi ragazzi sono stati trucidati, e non si è vista la stessa reazione. Certamente ci sono stati dieci morti e dispiace, ma qui ci sono stati 150, forse 180 ragazzi trucidati, non c'è stata la stessa attenzione mediatica". Poi l'affondo: "Il mondo dell'Africa è di serie B o di Serie C".
Briatore si rifiuta di lanciare un appello per l'Africa. Anche perché lo ha già fatto papa Francesco. "Lo ha fatto meglio di tutti - spiega - è l'unico che ha capito questo dramma". "I nostri politici erano in televisione per Charlie Hebdo - ricorda - mentre la strage del Kenya, dove sono stati trucidati ragazzi inermi, è scivolata via, come se niente fosse. Questo fa vedere che il mondo dell'Africa non è che interessi molto". Quanto avvenuto a Parigi nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo è "grave e sentito più vicino dai cittadini europei" ma, sottolinea ancora Briatore, "il pericolo vero è quello dell'Africa" perché "lì è stato attaccato un giornale che da anni prendeva di mira Maometto, ma quanto avvenuto in Kenya può accadere in qualunque altro posto del mondo". E spiega: "Erano studenti che non ce l'avevano con Maometto, erano in questo campus molto frequentato, 1500 studenti, e sono stati trucidati. La cosa sconvolgente è che chi era cristiano è stato decapitato, e chi non lo era, è stato lasciato andare. Eppure - incalza - le reazioni che ho visto sono state molto deboli". Briatore punta il dito contro tutti i ministri: "Li ho visti a tutti i tg e i talk show ed erano 'tutti Charlie', mentre questa tragedia vera, che poteva succedere in Tanzania o in America, è passata in secondo piano".

Ecco il link dell’articolo qui sopra:



Chiara

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