giovedì 16 gennaio 2014

LIBELLULE

Libellula, chi ti diè questo nome?
Chi scelse la successione musicale delle labiali,
li-bel-lu-la,
come note uscite dai tasti di un pianoforte?
Due grandi e colorate ali trasparenti, tremule e trepide, quelle sei tu.
E tanto alata sei che quando sorvoli le acque stagnanti e l'erbe dei prati
di te solo le ali si vedono, velate veline di seta lucente.
A volte ti fermi nell'aria, tu, senza peso e imponderabile, leggera aligera.

Se lieve sulla pista da ghiaccio io vedo una fanciulla
che forma aeree figure danzanti, e sicura volteggia, salta, si leva e atterra,
è a te che penso, a te paragono la sua leggerezza.
"Come una libellula"
vuol dire una controllata eleganza in una liberata energia.

E controllata eleganza e liberata energia, come la tua, cerca nelle sue frasi
lo scrittore mentre vola la sua fantasia
e a volte si ferma -come fai tu- e a volte arretra -come fai tu-,
sospeso anche lui e oscillante, accampato a mezz'aria.
Libellula, bella libellula, dai a lui le tue ali.

RAFFAELE LA CAPRIA


Foto scattata da Fabrizio Caloni - Grazie mille per questa e le tante altre foto!

Questa meravigliosa poesia l'ho trovata all'inizio del romanzo "Fiaba d'Amore" di Antonio Moresco, collana "Libellule Mondadori".

Non c'è nulla da commentare: la poesia dice tutto. E' stupenda.

Chiara

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