sabato 25 gennaio 2014

Siamo ciò che gli altri vedono?

Vediamo un po': voi, con che caratteristiche descrivereste il vostro fidanzato, fidanzata? Un grande amico, amica? Un, una conoscente? Una persona che avete appena consociuto?
Ma soprattutto: come pensiate di essere descritti dalle persone a loro volta citate sopra?

Le caratteristiche, gli aggettivi che si individuano di una persona (chiunque essa sia, e qualunque cosa rappresenti nella nostra vita in quel momento), fanno quell'uomo, quella donna?
Cioè: quell'indivuduo è proprio così di per sè?

Credo la parola "Dipende", rappresenti l'esatto concetto, perchè, come sempre, generalizzare è sbagliato.

Infatti, se una persona fa sì che il 90% di coloro che la circondano e che non si conoscono tra loro, la descrivano in un modo, ecco, probabilmente tali caratteristiche corrispondono a quello che realmente lei è dentro.

Qualora invece, un individuo sia descritto in un certo modo da un numero ristretto di persone, o proprio da una singola persona, la risposta alla domanda è "No".
Proprio qui viene la parte interessante e provocatoria: se si è in un modo, in una modalità (metafora tecnologica) con una persona specifica, questo implica che sia quella persona a farci essere in quel modo.
E' una riflessione che mi ha fatto fare una mia amica: è chi ci circonda in quel momento che tira fuori le nostre qualità migliori o peggiori. Non è detto che sia la nostra natura.
L'idea, quindi, è quella di cercare di circondarsi delle persone che da noi tirano fuori il meglio, che ci fanno sentire bene e in una modalità di serenità. Non di quelle che tirano fuori dalla nostra anima il peggio di noi, quelle che ci fanno sentire talmente diversi da non essere più noi stessi. Fuggite da queste persone, correndo a più non posso, e rifugiatevi in coloro che fanno di noi il meglio.

Chiara

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