martedì 24 maggio 2016

Complicità - Rubrica di caratteristiche umane

“Sembravamo fatti per essere incastrati, come se nulla, prima di noi, avesse mai combaciato” Leah Stewart.

Meraviglioso, non trovate? Quella sensazione di perfezione di coppia che si ha tramite una forte Amicizia oppure un grande Amore.
Pensare una cosa e ascoltare l’altro dirla. Dire una cosa e vedere l’altro pensarla.
Pensare ad un commento indicibile e riscoprire in uno sguardo che si vorrebbe dire la stessa cosa, quindi farsi scappare un sorriso.

La complicità è un’intesa perfetta.
E’ conoscere l’altro al punto che si sa cosa farebbe in una certa situazione.
E’ conoscere cosa sta vivendo dentro.
E’ conoscere cosa lo fa ridere e cosa lo fa piangere.
E’ conoscere cosa chiede a Babbo Natale senza aver letto la letterina.
E’ conoscere come si vestirebbe, che borsa comprerebbe.
E’ conoscere cosa risponderebbe a tutte le domande, o almeno, alla maggior parte.
E’ conoscere i gusti del gelato da ordinare prima che l’altro li dica.
E’ conoscere pregi e difetti: saper gestire i difetti ed esaltarne i pregi.
E’ conoscere il suo passato e cosa vuole dal suo futuro.
Fondamentalmente, è conoscere cosa pensa, cosa ha scritto sulla sua anima.

La complicità è data da un’intesa perfetta. Più si trascorre tempo di qualità con qualcuno, più gli si chiede, più lo si ascolta,  più lo si impara a leggere. Tuttavia, solo se presente un certo non so che, che attrae verso di lui, si ha voglia di intraprendere un viaggio come questo.

La cosa difficile della complicità, è mantenerla. Questo sì è difficile. L’unica regola che mi viene in mente è quella del non trascurare l’amico o l’amato.
Perché, per quanta complicità ci sia, se non si mantiene un certo periodo tempo insieme (variabile a seconda delle persone), tutto cessa. Il tempo in cui finirà, dipenderà da quanto era forte, ma il destino è quello che muoia.

IO
Sono complice, molto complice, soprattutto delle mie Amiche incontrate tra scuola media e liceo. Con alcune più di certe cose, con altre, più di altre. Con una, soprattutto, abbiamo una complicità unica.
Ho perso purtroppo una persona importante. Con lei la complicità era fenomenale. Poi la vita ci ha divise e, per quanto mi riguarda, ha perso la capacità di leggermi l’anima. Adesso legge soprattutto la sua di anima. (Per coloro che l’hanno capita: come sono cattiva, ahaahah).
Ne ho persa un’altra di persona importante, questa volta non so perché e come sia successo. Ci siamo persi. Eravamo ad un bivio e abbiamo preso, involontariamente, due strade diverse. Quando ce ne siamo accorti era troppo tardi. Ed è qui che mi sono resa conto di come facilmente si perde la complicità: a distanza di tempo, questa persona, pensava di conoscermi: “Io ti conosco bene!” mi diceva. Ma non conosceva più me. Mi aveva conosciuta.

E’ una cosa rara, la complicità.
Se la trovate, coltivatela, datele tempo, perché è meravigliosa.
Chiara


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