lunedì 9 ottobre 2017

"Le cose non capitano per caso"

Finalmente riesco a dirlo ad alta voce, o meglio scriverlo.
Nessuna delle decisioni che prendiamo ogni giorno è un caso. Nessuna decisione lo è stata di altri. Ogni scelta è di ciascun individuo.
Quante volte ho sentito ripetere "E' capitato!". Quante volte ho visto persone far ricadere le proprie scelte sbagliate sulle vite di altri. Come? "E' capitato, devi accettarlo, devi venirmi incontro".
Partiamo da presupposto che NESSUNO è obbligato ad andare incontro a qualcun altro quando questo qualcun altro fa errori che si ripercuotono sulla vita altrui.
Ma non è nemmeno giusto? Ci avete mai pensato?

Esagererò ma alla fine, se estremizziamo il concetto "Errori che si ripercuotono su altri" finiamo in ambito giudiziario e penale. Lo so, mi rendo conto che è un esagerare, ma è così.
Commettere un errore, ferire, è come commettere un reato (anche se so bene che le azioni criminali sono "Ben definite"), ma poi, per il semplice fatto che "Non è così grave" (cosa tra l'altro soggettiva e che, ovviamente viene affermata sempre da chi commette, mai da chi riceve) le persone intorno riescono sempre a sminuire ciò che hanno combinato (certo, mica è capitato loro).
Ma cazzo, io non sono per il "Devi vivere certe situazioni", no: esiste un giusto e uno sbagliato!!! Esiste l'etica, esiste la coscienza!!!
Sbagliare e poi pretendere è la cosa più assurda che io abbia mai sentito.
Non dico che darei l'ergastolo a chiunque sbaglia, io per prima sbaglio, tutti sbagliano. Ma dopo aver commesso un errore non si possono cercare scorciatoie. Non si può pretendere che agli altri passi, non si può pretendere che gli altri accettino, non si può pretendere di voler realizzare quello che, seppure sbagliando, si voleva a scapito di altre persone, di anime che magari fino ad ora hanno solo subito conseguenze delle azioni altrui perché piombati nella loro vita.

Troppo facile. Le cose non capitano per caso. Quando capitano è perché lo si vuole o semplicemente si sbaglia (e spesso è perché non si pensa abbastanza). Tuttavia bisogna accettarlo senza pretendere che gli altri lo accettino, senza pretendere un perdono (soprattutto senza delle scuse decenti), ma soprattutto non si può progettare la propria felicità a discapito di quella altrui.

Chiara

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