lunedì 25 febbraio 2019

110 e lode in corso: ottimi professionisti?

Spesso e volentieri si tende ad idealizzare certi ambiti professionali, come quello medico. Si tende a vedere la figura del Dottore come quello che tutto sa, tutto deve saper e tutto deve. D'altronde si è sempre sentito dire che "Fare il medico è una vocazione".
In realtà non è proprio così. Basta aggirarsi tra i banchi universitari per vedere quanta competizione esiste in un corso di laurea già selezionato all'ingresso, quanti sgambetti ci si fa, quante false indicazioni si danno per far scivolare un compagno di corso, quanto spesso e volentieri si sorrida delle cadute altrui. Eppure nemmeno i bambini si comportano così. 

Bisognerebbe davvero togliersi dalla mente che un 100 e lode in corso non faccia di nessuno un grande e un vero professionista, non solo in medicina, ma in qualsiasi corso di laurea. Tante persone, invece, lo usano proprio come modo di gonfiare il petto, e così la propria autostima. Tuttavia laurearsi in corso a pieni voti non denota intelligenza, nemmeno per i laureati in medicina (una delle lauree più complesse). Certo, bisogna che si sia orgogliosi di sé quando si raggiunge un obiettivo, ma usarlo per sminuire altri professionisti, o far loro lo sgambetto per arrivare primi, non solo è segno di poca intelligenza, empatia e tanto altro, ma persino di troppa sicurezza personale, che spesso è solo l'antipasto di uno scivolone della stessa vita. Attenzione.

Come tanti penseranno, non è per invidia che scrivo questo post ma solo per stimolare alcuni ad essere meno arroganti. Insomma: il voto di laurea non è un parametro che conta per definire quanto si vale/valga/varrà come professionisti,
quindi agire con coscienza è fondamentale.

Chiara


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