venerdì 12 luglio 2013

Sono solo date...

Poi arrivano certi giorni. Certi giorni in cui ti ricordi esattamente cosa stavi facendo un anno, due anni, tre anni, cinque anni, dieci anni prima.
Ti ricordi come ti sei svegliata, a cosa hai pensato quando è suonata la sveglia, quando sei scesa dal letto. Ti ricordi la colazione, ti ricordi di non averla fatta, ti ricordi che poi sei partita in auto. Ti ricordi nel dettaglio tutte le ore successive, tutto quello che è successo e che non avresti mai pensato sarebbe potuto accadere. Come una giornata, i gesti di una persona che credevi dovuti ad un motivo, si siano trasformati in tutt'altro. Ti ricordi il pranzo, nel dettaglio. Persino l'aggiunta di tonno richiesta. Eppure, cosa hai mangiato ieri, non lo rammenti. Ti ricordi le lacrime, una ad una, scivolare sulla guancia e arrivare al collo e... cadere. Cadere come ti stavi sentendo cadere te.
Ti ricordi che non volevi aprire la porta del futuro, ma hai mandato giù tutto. In poco tempo e hai pensato: ci sarò, andremo avanti, andrà tutto bene. Ti ricordi che quel groppo in gola per quanto mandassi giù, giù non andava. Ti ricordi di aver accostato l'auto e di aver gridato come una pazza. Ti rcirodi che tutto quello che hai pensato era talmente orribile da scrivere ad un Prete perchè non sopportavi quel peso sul cuore. Ti ricordi quello che hai fatto il giorno dopo, e quello dopo ancora. Ti ricordi di aver avuto il fuoco di Sant'Antonio, ti ricordi che dormendo a pugni serrati, tua mamma provava ad aprirti le mani. Ti ricordi di esserti affaciata ad un futuro da dietro una porta, ma che, pur essendo te un obbiettivo, non volevi guardare. 

                                                          Foto scattata da Giulia Zen

E, a distanza di anni, tutto sembra essere così presente, come se quella sofferenza, si fosse solo abituata ad esserci.
Date, che vorresti potessero scomparire dal calendario.
Date che sembra quasi di riviverle.
Date che non te ne frega nulla, assolutamente nulla, di quello che ti hanno isegnato, di tutto quel bla bla bla, perchè oggi, quel giorno, in quella data, stai male e basta. E il tempo per i bei discorsi filosofici c'è stato negli altri 364 giorni. Non pensate, non scrivete che da certe esperienze si impara, eccetera, eccetera, ci sono giorni, che sono solo di sfogo, che sono solo per piangere, che sono solo per guardare le libellule volare all'orizzonte. Perchè sì: ci vogliono anche questi giorni, perchè sì: ci vuole tempo per imparare ad affrontare la realtà. Perchè reagendo senza avere reazioni, senza sfogarsi, sembra che porti ad allontanare il dolore, ma è solo una sensazione; in realtà lo si manda in profondità, ma poi, prima o poi, esce, torna a galla. Quindi prima si pensa al dolore, poi al resto, e piano piano si fa tutto.

Eppure...sono solo date.

Chiara

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