lunedì 4 novembre 2019

Comportarsi come si vorrebbe che gli altri si comportassero


Concetto non semplice, e vi spiego il motivo. Partiamo dal presupposto che nessuna situazione possa essere mai completamente uguale ad un altra. Questa è la ragione del perché a me proprio non piace quando per aiutare l'altra persona ad essere empatica, si fanno esempi sulla sua vita riportando eventi della propria, con la classica frase: "E' come se a te....". No. E' impossibile, è proprio impossibile. La stessa situazione non potrà mai capitare, o se capita può anche essere normale che l'altro reagisca in modo differente, ma l'empatia è data dalla capacità non di pensare alla stessa situazione su di sé, ma di pensare: "Se io fossi lei/lui, con il suo passato, con il suo carattere, con la sua persona".

Davanti a questo dialogo: "Immagina te in questa situazione..." oppure "Quella volta anche a te è capitato", risposta: "Ma è diverso", quindi potrebbe sembrare che io giustifichi il fatto di quel "Ma è' diverso" che fa tanto innervosire l'interlocutore.
Invece no: io credo che sia necessario che l'altro, di sua iniziativa, provi a pensare non solo a situazioni simili, ma valuti risposte e comportamento di tutto il contesto di un concetto e del sentimento che ne consegue.
Ad esempio parlando di gelosia, come fa una persona a ritenere più giusto di essere più gelosa rispetto ad un'altra? La gelosia è sempre quella. Che diritto ha una persona, davanti a qualcosa che la fa arrabbiare, di sminuire la rabbia dicendole di aver più motivi lei di esserlo davanti ad un'altra situazione? Nessuno. I sentimenti sono i sentimenti nonostante le situazioni diverse.  

Chiara

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