lunedì 24 dicembre 2018

Caro Gesù Bambino, Caro Babbo Natale, vorrei....

Caro Gesù Bambino,
Caro Babbo Natale,



Quest'anno vorrei che scomparissero dai social e dalla vita la rabbia, gli insulti gratuiti e che prevalessero umiltà, apertura mentale, gentilezza, ascolto, rispetto.

Vorrei che sparissero i giudizi e i pre-giudizi.
Vorrei che sparissero le critiche, vorrei che chi critica provasse lo stesso bruciore delle ferite che loro stessi causano. Così magari si sentirebbe di più la parola "Scusa" e tali soggetti imparerebbero a collegare il cervello alla bocca prima di parlare.
Vorrei che sparisse la superficialità.
Vorrei che tutti capissero che chiunque ha debolezze e difetti: fisici e caratteriali.
Vorrei che si avesse più consapevolezza del valore della salute e che non si prendessero più per il culo (scusatemi per il termine, ma bisogna essere diretti) le persone con reali patologie fisiche o psichiche.
Vorrei che le persone dopo essersi rammaricate dei loro errori, ne facessero una bella ricchezza personale per diventare migliori, magari portando anche la propria esperienza agli amici, ai figli, ai compagni.
Vorrei che i lamentosi, imparino a reagire e a trovare soluzioni, invece di crogiolarsi nel proprio bagno di piagnistei.
Vorrei che le persone imparassero a lasciar andare coloro con cui non vanno d'accordo, perché a volte non c'è un giusto o uno sbagliato, semplicemente si è incompatibili. Come ho letto recentemente "Siamo solo per pochi", tutti (Cit. di Roberto Emanuelli,  romanzo: "Buonanotte a te").

Vorrei che mettessi fine al razzismo e alla discriminazione nei confronti di chiunque. Perché il colore della pelle, il peso corporeo e qualsiasi altra cosa superficiale, non prendano il sopravvento sulla professionalità. Già che ci siamo, fai che le giovani donne non vengano discriminate da un'assunzione lavorativa solo per il "Rischio" di una, o più, eventuali maternità. Visto che ho chiesto trenta, facciamo trentuno: cioè che tali donne prendano uno stipendio uguale a quello del sesso maschile con lo stesso lavoro.

Vorrei che donassi a tutti un po' di empatia, che insegni a immedesimarsi un po', soprattutto nelle persone più fragili. Magari così vedremmo meno facce da culo "Fortunate e ignoranti" beffeggiarsi di superiorità che non appartiene loro.

Vorrei che la nostra società premiasse le persone intelligenti, umili, non presuntuose, gentili e riflessive. Vorrei che premiasse gli altruisti e meno gli stronzi.

Vorrei che portassi nella casa di tutti almeno un libro, perché tutti possano comprendere che non si smette mai di studiare ed imparare; che con una laurea o un diploma è impossibile aver letto "A sufficienza".

Per ultima cosa, almeno nel giorno di Natale, cancella la solitudine ed entra nel cuore di coloro che soffrono per farli sentire amati.

Caro Gesù Bambino e Caro Babbo Natale, so che è una letterina strana, ma il mondo mi sta davvero sfiduciando. Lo so, lo so: non si può piacere a tutti, come tutti non possono piacere a me. Tuttavia, un conto è il piacere, che è soggettivo, un conto è vedere che tanti stanno distruggendo la Tua bellissima Creazione che non comprende solo il mondo, ma anche tutte le qualità umane.

Dicono, come ho scritto sopra, che siamo fatti per pochi, è vero: pochi Amici, ma veri e buoni. Tuttavia questo non significa stare zitti contro ignoranza e ingiustizie.
Caro Gesù Bambino e Caro Babbo Natale, grazie per avermi dato una forza immensa, grazie per avermi dato la voce per combattere contro tutto ciò che viene contro la Tua Bontà.

Chiara

1 commento:

  1. Sembrano cose piccole, "facili" quelle che hai chiesto: la capacità ascoltare, non insultare gratuitamente, non discriminare... Cosa ci vuole? Eppure messe tutte insieme descrivono un mondo utopico e meraviglioso...pensare che sarebbe così "facile" averlo a portata di mano, se ognuno si impegnasse nel suo piccolo!

    RispondiElimina