Rapimento è un vocabolo usato in maniera negativa. Accade quando si viene presi contro la propria volontà. Eppure è molto di più.
Essere rapiti da qualcosa è un brivido che pochi hanno l’onore di subire. Ho usato i termini corretti;
infatti non si decide, è qualcosa di violentemente passionale, travolgente,
ammaliante, affascinante, irresistibile… qualcosa che nemmeno mille sinonimi
possono descrivere alla perfezione. Perché? Perché è un’emozione. È
inspiegabile. Non si decide, non si giudica, se ne è posseduti e basta. Ed è
una sensazione incredibilmente meravigliosa! Per questo ho scritto sopra che è un onore subire un rapimento. (Credo sia palese che non sto parlando di un sequestro di persona fisico, con motivazione di riscatto o vendetta).
Voglio essere rapita! Voglio continuare così: ascoltare una
canzone e non riuscire a staccarmene perché è troppo impetuosa nella mia mente.
Esattamente come una poesia con un sottofondo melodico, che, al posto che essere immaginato, esiste davvero nella
congiunzione perfetta dell’anima di colui che la scrive e di chi la
odora. Le parole e le note accostate secondo delle linee precise pur non
seguendo regole, pur non seguendo dei parametri fissi, riescono ad essere
incredibilmente affascinanti, ma anche questo aggettivo mi risulta riduttivo .
È questo che mi piace della poesia o della musica. Il
passare ore su ore a decidere la parola o la nota giusta da posizionare in quel punto, in quell'istante.
Stop. Le parole accostate, socchiuse l’una all'altra hanno il potere, la magia
addosso che null’altro ha. Riescono a dire tutto se le ami, e nulla, se non le
capisci. Sono incantate, melodiche, spesso sbagliate e spesso incredibilmente
assolute e perfette. Come le dita di un neonato, così piccole, ma così
profondamente grandi per ciò che rappresentano. Le parole sono così: semplicemente uniche! La cosa che più mi piace è che esse si possono scegliere.
Soprattutto se scritte. Se scritte, se ragionate, se meditate possono davvero
dire tutto. Bisogna stare attenti però: una citazione infatti sostiene che “Una parola
detta non può tornare indietro.” Perché è detta. Sono pericolose quanto belle, le parole. Le
parole... le parole più belle sono quelle pesate, ponderate, riflettute, dette
perché vanno dette. E quelle accostate, cioè quelle nate lontane, ma messe vicine per
scelta sono quelle che mi fanno impazzire perché sono tanto meditate quanto
spontanee (sì: è una bella e buona contraddizione che pochi potranno comprendere).
Eppure stanno così bene insieme. Come due amanti: l’uno senza l’altro non vivrebbero perché non
riuscirebbero ad esprimersi nella loro forma più totale. E così sono poesia. E
la poesia è reale, come un servizio al telegiornale. È la cronaca dell’irrazionalità, delle
emozioni. Le tanto agoniate emozioni! E' come se questa fosse un'isola poetica, perché credo che il rapimento sia poetico, romantico. Quindi sono convinta che la poesia centri qualunque sia la natura del rapimento: letterale o musicale, ma io trovo che entrambe siano così intimamente connesse, così intimamente poetiche. Quando si arriva su quest’isola, ci si
innamora dei rapitori, non per la sindrome di Stoccolma, ma perché si
comprende a pieno la loro magia. Sì: il rapimento è poetico e al tempo stesso conduce su un'isola di poesia dell'anima.
Dedicato a chi ama le parole e le note...a chi ama la poesia dell'arte...
Chiara
*Ho scelto questo dipinto per come mi fa sentire....perchè penso sia molto rappresentativo dello stile romantico a cui ho fatto riferimento nel testo. Per trovare spiegazioni vi rimando a qualsiasi libro di arte.
*Ho scelto questo dipinto per come mi fa sentire....perchè penso sia molto rappresentativo dello stile romantico a cui ho fatto riferimento nel testo. Per trovare spiegazioni vi rimando a qualsiasi libro di arte.
Belle parole... Condivido... :)
RispondiElimina:-)
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