mercoledì 18 luglio 2012

Destabilizzanti aspettative

Si vive. La metafora della vita come un viaggio, come il percorrere una lunga strada è un po' banale, ma è molto efficace. Diciamo che rende l'idea. Problema o fortuna: non si è soli. Quasi mai, almeno... o meglio: siamo tutti soli, ma nessuno lo è mai del tutto. Mi spiego: siamo circondati da persone, eppure, capita di sentirsi soli. Quando? Quando si è confusi... confusi su tutto e nella testa si creano dei punti saldi di contorno all'autostrada che stiamo percorrendo. Punti saldi, che, puntualmente, si muovono e causano solo instabilità.

                                                     Foto scattata da Giulia Zen


Cosa li fanno muovere? Le aspettative. Si, esatto quelle piccole certezze che si installano erroneamente nella nostra testa, nella nostra anima. Poi, puntualmente, vengono spazzate via.
Ci aspettiamo un "come stai?" che non arriva, ci aspettiamo un "mi dispiace" che non passa nemmeno nell'anticamera del cervello della persona da cui l'avremmo aspettato o, semplicemente, ci aspettiamo che qualcuno si ricordi di un esame importante, di una situazione di disagio, di un evento che sta succedendo. Si pensa, troppo spesso, che le persone, quelle che ci circondano sappiamo mettersi nei nostri panni, cioè che siano empatiche nei nostri confronti. Ma non è così, e bisogna smettere di pensare sia così.
Meno aspettative si hanno, più sorpresi saremo, perché se qualcuno ci stupisce è positivo....ma se qualcuno ci delude, è un problema perché dall'autostrada non si vedono più riferimenti intorno. I punti saldi ci devono essere, e, ora non so dove si possano trovare, ma santo cielo: non cercateli negli altri.
Cancellate le vostre aspettative,

Chiara

p.s. se ci sono errori grammaticali nei miei post, è perché un mese fa ho rovesciato la coca cola sulla tastiera. I tasti non vanno più tanto bene, e quando rileggo i miei post sono veloce e mi sfuggono perché li ho già rivisti mille volte. Non, di certo, per ignoranza.

2 commenti:

  1. Hai ragione, meglio non avere grandi aspettative nei confronti degli altri... Credimi, però, i punti saldi della nostra esistenza ci sono, e a volte ci guardano affrontare i problemi a debita distanza, così solo quando si è affievolito il turbine delle nostre emozioni ... arriva il "come stai?".
    Noi magari vorremmo ricevere subito attenzioni, essere capite ecc ma per CRESCERE forse dobbiamo cominciare ad affrontare da SOLI per poter poi condividere con gli altri... Un bacio grande.... Tania

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  2. Hai ragione cuginetta... solo che, come poi ti ho scritto, a volte, ci si sente così soli che non si pensa che quello che ne verrà sarà positivo. L'unico "chiodo fisso" è la sensazione di solitudine. Spero che, crescendo, io possa capire meglio....
    Un bacio grande...
    Ti voglio bene...
    Chiara

    p.s. miticaaaaa sei riuscita a iscriverti e a commentare anche con 38 di febbre!! :)

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