lunedì 8 ottobre 2012

Pro e contro di chi si è

Nell'immaginario collettivo, pensiamo alle persone che definiamo artisti, come persone abbastanza strane, o meglio particolari e non di certo ordinarie. Si immagina un non so che di folle nel comportamento, nella loro testa.  Devo confessare che spesso mi sento così: un po' "poco a posto", e a volte invece mi sento particolarmente normale, comune.
In realtà nessuna persona è comune, chiunque è straordinario (= termine comunemente usato per definire le qualità positive si una persona, ma che io sto usando solo in definizione di "non ordinario"). Tutti siamo un po' speciali, ciascuno a suo modo, nelle sue aspettative. Tuttavia ci sono persone che si estraniano dal gruppo perché lo stesso gruppo riconosce la rarità di vedere sviluppate doti che poco spesso si vedono sviluppate. 
Vi faccio qualche esempio: ci sono persone che sono particolarmente colte e intelligenti, ma a livello di sensibilità, fanno un po' pena. Ci sono persone talmente sensibili che quando provano qualche emozione non riesco più a razionalizzare, non solo i sentimenti, ma nulla. Ci sono persone che spiccano nella loro ingenuità e nella fiducia che danno al prossimo, tuttavia agli occhi del mondo possono sembrare "incantate".
Insomma, ognuno di noi è straordinario a suo modo. Voi cosa siete? In che modo siete speciali? In che modo vi vedete voi e in che modo vi vedono gli altri?

                                Foto scattata da Giulia Zen, intitolata: "Io sono uno e nessuno".

Io, Chiara, non conosco a fondo la mia risposta, devo ragionarci un po' su. Tuttavia, in certi momenti mi vedo un po' come una folle artista. Che grandi paroloni, forse inutili, forse no. Sicuramente dò ampio spazio ai miei sentimenti, alle mie emozioni e credo che questo blog lo dimostri. Probabilmente in questa straordinarietà si cela la più grande qualità positiva... e negativa nel medesimo tempo. Forse, semplicemente, mi sopravvaluto e basta: definirmi artista è un po' uno spreco, ma non importa. Mi vedo così non per le mie opere inesistenti, ma per come mi sento dentro: un po' folle. :-) Più che altro è che scrivo sempre quando le emozioni, che spesso si trasformano in sentimenti, assumono un'aspetto molto importante nel mio "Io". Perché sono loro ad ispirarmi. Soprattutto quelle negative, e mi chiedo un po' il perché in effetti.  Perché mi lascio così trasportare da esse? Non è una cosa tanto bella... vi pare?
Si, per molti aspetti mi ritengo fortunata, per altri meno... e secondo voi?
E le vostre quali sono?

Chiara


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