martedì 29 gennaio 2013

Sistemando la mia stanza...foto e diari...

Settimana scorsa è stata la settimana delle grandi pulizie, pur non-di-primavera. E' stata la settimana del grande ordine e dei grandi ricordi. Nostalgici. Alcuni. Altri no.
Ho riscoperto il potere di una fotografia, e la meraviglia di tenere dei diari, che accumulati negli anni, ricordano emozioni cancellate dalla memoria quotidiana, celate da quella memoria che ricorda utilizzata quotidianamente, ma che rammenta solo se stimolata.

                                                        Foto scattata da Giulia Zen 

Le foto somigliano un po' come questa: sfumate ai bordi e per lo più appannate. Portano a galla un attimo, un solo attimo che è scomparso, e di cui, ricordo i bordi giusto perché li ho davanti. E' qualcosa che non credo tornerà mai, anche se non ne sono convinta del tutto. Certo, dipende dalla foto in questione... . Ci sono foto che invece non ci sono più, che ho nascosto, spesso con dolore, spesso con rabbia, nel fondo di un cassetto, e foto che esistono solo in digitale, e che, se ne avevo fatta una copia cartacea, essa è stata strappata: non per cattiveria, o per altro...ma solo perché  quello che mi doveva dare quel pezzo di carta colorato, era finito. Non avrebbe più potuto darmi nulla, né nostalgia, né rabbia, né amore, né rammarico. E' triste, ma in un certo senso: no. Perché la sua missione l'aveva compiuta (inoltre, se uno si pente, tanto esiste la copia digitale), un po' come certe persone che entrano nella vita degli altri, danno, danno e danno, e poi, così come sono arrivate, spariscono, un po' come quando si alza il vento sull'oceano, che alza tutte quelle goccioline e le trasporta da una parte all'altra, da un'onda ad un'altra: esse vagano, nonostante siano importantissime ovunque esse siano, non torneranno indietro, anche perché non troverebbero più l'onda dove l'avevano lasciata. Non c'è un bene o un male in questo, ci sono state e ciò va bene così.
Quelle amo, però, sono quelle che ritrovo e, appendo perché meravigliose nel sorriso che riscuotono nei miei occhi.

Le foto sono sempre lì ed è bello riguardarle, spesso lo faccio, specialmente quelle che riscatterei tornando indietro nel tempo: queste sono le migliori; ma i diari... beh per quelli c'è tutt'altro meccanismo. Sono talmente impregnati di inchiostro di memoria che non vengono aperti tanto facilmente come le fotografie. Essi sono lì chiusi e raccontano non un attimo, ma un mondo intero, un periodo completo, il mio cuore in tutto e per tutto in un determinato e ampio momento della vita.
Riaprendoli c'è sempre quella lacrima, quella lacrima così felice di aver vissuto certi momenti, che mi sussurra: "Brava, stavi facendo la cosa giusta". Tuttavia, esiste anche un momento di arrossamento: aprire certe pagine e pensare: "Oh mondo, che vergogna.". Poi ci scappa un sorrisino, anche se per un attimo spero di non essere io ad avere scritto certe pagine. Che ridere.
Ci sono anche anche fogli che mi rammentano qualcosa che avevo scordato totalmente e sono felice di aver riesumato, anche perché certi pensieri che ho fatto sono: "No, ho speso davvero tanto tempo per questo?!", e, in un certo modo, è un insegnamento, come tutto, e come tutti, poiché basta essere un po' umili per pensare che tutto, a suo modo, insegna qualcosa...non solo gli errori, ma anche le cose meravigliose, da quelle, poi, è ancora più bello imparare. E per certi errori: dovevo compierli per capire che erano tali, esattamente come le cose meravigliose... basta vivere e il resto vien da sè.

La conclusione è che ho proprio voglia di scattare nuove foto, e perché no, di continuare a scrivere...tra qualche anno sarò felice di averlo fatto, come sono felice delle mie foto scattate e dei miei diari.

Chiara

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