martedì 20 novembre 2012

Lupo e inverno

Quando avevo otto anni, all'uscita da scuola, sono andata a casa di una mia amica a giocare. Prima di andare a casa sua, con sua mamma siamo passate dall'edicola e lei ci ha fatto scegliere una cosa ad entrambe, per regalarcela. Io ho preso il giornalino di Topo Gigo e al suo interno c'era questa poesia, che non so di chi sia, perché il giornalino l'ho disperso, ma mi era entrata nel cuore, così l'avevo imparata a memoria...ed eccola qui...

Vestito di bianco,
l'inverno è tornato
e il povero lupo è magro e affamato.
Siccome nel bosco non trova più niente,
l'istinto lo guida vicino alla gente.



Fin dentro al paese si arraschia ad andare,
ormai solo quello gli resta da fare,
ma ecco lo sparo vicino all'ovile,
qualcuno nell'ombra imbraccia un fucile.
Sai, quando ululava la notte era dura,
però adesso è morto e non fa più paura.
Gli davano tutti la caccia da vivo,
ma forse non era poi tanto cattivo,
comunque è gran festa,
finalmente si può accendere il buio con grida e falò.
Le pecore poi si sono salvate,
daranno buon latte, verrano tosate,
faranno felice il loro padrone
così la sua vita avrà più sapore.
Ma in cielo la luna non è luminosa,
ha perso il sorriso, le manca qualcosa:
il canto d'amore di un lupo d'argento,
la sua voce amica, svanita nel vento.

A tutti i lupi morti per ignoranza,
Chiara

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