mercoledì 19 dicembre 2012

Che cos'è la felicità?

La felicità è ridere, ridere, ridere e sorridere. Sorridere e commuoversi della vita, sorridere ed essere felici di quel singolo istante. Felici di ogni istante. Se dura. Se invece è un tipo di felicità momentanea permane un istante, se invece è stabile si è ancorata. Sicuramente la più bella felicità è quella ancorata, ancorata per un bel po' di tempo, senza guardare "il superficiale".
Ma esiste davvero "il superficiale"?

Nei giorni passati, nelle settimane passate mi hanno accusata di ben due cose molte differenti:
1. di guardare eccessivamente alle piccole cose;
2. di focalizzarmi eccessivamente sulle grandi cose.

Forse la critica ben ragionata, la critica di qualcuno che realmente osserva, sarebbe stata più giusta se indirizzata su un "guardi eccessivamente tutto": questo tutto comprende sia le piccole cose, sia le grandi cose. L'avverbio che mi ostino a scrivere in corsivo (eccessivamente) può essere un mio difetto, perché sì: io medito su tutto...probabilmente meglio meditare eccessivamente che non meditare su nulla...penso io...però riconosco che né il bianco, né il nero siano completamente delle scelte corrette, ma a me piace essere così, e, credo, che questo sia sicuramente un difetto, quanto sicuramente un pregio: insomma ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro!

Comunque, ho divagato: torniamo sulla domanda: esiste davvero "il superficiale", intendendo qualcosa che non è di grande importanza? Perché la profondità, intendendo le cose importanti, esistono dato che esistono quelle superficiali, e l'una senza l'altra non esisterebbero. Quindi: non sono importanti anche le cose superficiali?!
Ovviamente, da come si può intuire per me sì: è tutto importante!!
Dunque, per rientrare nella domanda posta nel titolo: che cos'è la felicità? La felicità è tutto. La felicità sono i grandi gesti, i piccoli gesti, le grandi parole, le piccole parole, le grandi attenzioni, le piccole attenzioni, una dolce piccola notizia e una grande notizia.


La felicità può essere un bambino che guarisce (termine usato impropriamente, come sapranno el persone dell'ambito sanitario, ma ne va colto il senso generale, comune) dal cancro nel più grande ospedale di Milano, come assistere alla prima recita di Natale del proprio figlio, o, semplicemente, di bimbi estranei in un paesino con duecento anime.

La felicità è un sussulto al cuore, ma un sussulto che deve durare, quella è la vera felicità: riuscire a trovare la felicità in tutto. Quando, invece, la felicità dubita di se stessa, e dura poco, significa che le componenti di felicità che facevano sussultare il cuore non erano, ahimè, sufficienti... però non smettete, non smettiamo, di cercarle, di aumentarle, perché tutti meritano la felicità, quella vera.

E...se la si è erroneamente buttata via? A presto, in un nuovo post!
Buona felicità a tutti,
Chiara

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