lunedì 3 dicembre 2012

A volte ti ci ritrovi dentro

Essere seduta al ristorante in una sala di tutte coppie e notare che l'unico duo che parla è il più anomalo, strano, sicuramente il più criticato, fa un po' paura.
Ero lì ferma e guardavo, osservavo: non c'era una coppia che rideva, non c'era una coppia che si teneva per mano, che dialogava: tutti zitti (erano 5 o 6 le coppie). Una coppia aveva un bambino, e pure loro non parlavano, nemmeno si guardavano e il bambino era apatico: fermo a fissare il vuoto anche un bambino di 5 anni.
Praticamente se aprivo bocca, parlavo con tutti. Ma: come si finisce così?

Mi sono ricordata di qualche anno fa, quando sono andata al cinema a vedere "Solo un padre" (un film del 2008 con Luca Argentero), vi era la stessa scena: due al ristorante guardavano una coppia zitta da 10 minuti a fissare il vuoto, e i due osservatori (una coppia anche loro) si scambiano delle opinioni:
"E' 10 minuti che stanno così... perché non si lasciano?" chiede lei, lui risponde: "A volte ti ci ritrovi dentro, anche se avevi giurato che a te non sarebbe mai successo. Non è sempre facile parlarne. Ci sono cose che devi tenere per te, che, semplicemente devi risolvere da solo."

A volte ti ci ritrovi dentro.
E' triste no? ritrovarsi dentro una situazione da cui non si può uscire. Ascoltare il silenzio della tua vita in un ristorante felice e chiassoso, e non riuscire a parlare, non riuscire a comunicare, è desolante. Soprattutto per i sposati, soprattutto per chi ha promesso il "per sempre".
Una coppia che rideva c'era...ed era la più criticata. Un signore che "ha il tavolo fisso al ristorante" sui sessant'anni, è sempre lì con una donna diversa, ogni volta, con la metà dei suoi anni e ridono, si scambiano effusioni.
Ciò rende ancora più difficile le mie conclusioni, che, sappiate, non ci sono, ci sono solo domande: allora è quella la felicità? Forse no... forse la felicità non era di nessuno lì dentro. Lì dentro vi erano il silenzio e un finto dialogo, essi sono amici tra loro, non nemici, quindi praticamente la stessa cosa.
Eppure ci si ritrova dentro. E di coppie felici che ridono dopo anni di matrimonio ne conosco poche, perché?
Perché a volte ti ci ritrovi dentro, a volte scopri solo tanta diversità. Che paura.


                                                       Foto scattata da Giulia Zen.

Se c'è un segnale, vi auguro di trovarlo prima di finire così, se c'è un segnale, cercate, cerchiamo di ammetterlo per poter fare qualcosa.

Chiara

2 commenti:

  1. Quante volte, come te, mi sono ritrovata al ristorante ad osservare le coppie più o meno giovani che non riescono a comunicare.
    Ė sempre stata una mia paura quella di ritrovarsi ad un certo punto e constatare che ė troppo tardi... soprattutto per le coppie, che come me, vivono un rapporto da molti anni (l'anno prossimo sono 18! Ovvero metà della mia vita!)...
    La mia esperienza mi porta a dire che se ognuno di noi ogni tanto si ferma a riflettere sul proprio comportamento e a mettersi nei panni della persona amata, forse riuscirebbe a scovare quei "segnali" che ti stanno dicendo che stai sbagliando. Se ė vero amore cerchi di cambiare, di invertire la rotta, di andare più incontro all'altro. Questo non vuol dire annullarsi, perché se anche il tuo compagno prova il tuo stesso sentimento, riconosce i tuoi progressi e insieme si continua il percorso.
    Perché la vita a due ė un percorso, pieno di difficoltá ma anche di gioie, che se entrambi lo desiderano, ti porta a crescere insieme.

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  2. Esatto... ma l'amore deve essere davvero grande, come la complicità, come la simbiosi... altrimenti non si riuscirà mai ad avere il rapporto che hai tu con Michele... siete la mia coppia preferita! Avanti tutta!! :-)

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