lunedì 28 maggio 2012

Questione di sguardi

Il titolo è preso dall'omonima canzone di Paola Turci, ma, in questo post, non tratterò solo dello sguardo narrato dalla cantante, ma di una somma di sguardi di vario genere. 

Una delle cose che amo di più è fermarmi a pensare. Ferma senza sentire il correre della vita che echeggia in ogni cassetto della mia mente. Il silenzio dello stop che sono riuscita a ricrearmi viene subito sovrastato dal rumore dei pensieri, che, tuttavia, sono silenziosi. Mi piace non ascoltare nulla d'altro a parte il mio sguardo. Spesso dice più di quanto le mie parole non rivelino.
Lo sguardo è qualcosa di estremamente vero, e bisogna fare attenzione a non mostrarlo proprio a tutti, perché, senza ombra di dubbio, non tutti lo meritano. 
Ogni sguardo ha un suo perché, una sua ragion d'essere.
Tre sono gli sguardi che più amo: quello di paura, quello prima o dopo il pianto, quello d'amore e quello dietro ad un abbraccio.

Lo sguardo di paura. Tutto di lui comunica fobia. E' uno sguardo di terrore, dove si vede tutto e niente. E' uno sguardo che ha per complice solo la voglia di fuggire da quella situazione. E' turbato, ed è consapevole di esserlo, e ciò lo rende ancora più esposto al suo stato di angoscia. 

                                         Foto scattata da Giulia Zen

Lo sguardo che rende una persona ancora più bella di quello che già, è lo sguardo prima o dopo il pianto. Sì, io sono una persona malinconica, ma trovo che quello sguardo riesca a rendere bella o bello chiunque. Non so chi si ricordi una famosa pagina de "I promessi sposi" in cui Renzo arriva a Milano, città colpita dalla peste e:
"Entrato nella strada, Renzo allungò il passo, cercando di non guardar quegl'ingombri, se non quanto era necessario per iscansarli; quando il suo sguardo s'incontrò in un oggetto singolare di pietà, d'una pietà che invogliava l'animo a contemplarlo; di maniera che si fermò, quasi senza volerlo. Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo." Cap. 34
Avete ascoltato la poesia di queste parole? E' come se il dolore di questa donna (che poi si narra essere mamma-continuate a leggere-), la rendesse di una bellezza più profonda di qualsiasi altra. Ecco: lo sguardo prima o dopo il pianto, a parer mio, procura questa particolare bellezza. Probabilmente perché un animo sofferente è dolce, e, soprattutto è vero. 



Uno sguardo d'amore varia molto in base all'attimo che si è rubato: può essere una sorta di contatto telepatico, quindi evadere nella sua complicità; oppure può rappresentare l'estrema fiducia che lega due persone, ma soprattutto può dipingere sentimenti di grande amore, e spesso i sentimenti sono così intensi che che quasi come si mostrassero al mondo come due calamite che da un momento all'altro si uniranno per non staccarsi mai più.



Lo sguardo d'amore spesso si può riconoscere anche nello sguardo dietro un abbraccio: infatti quando si stringe forte a sé una persona, in genere, si prova amore. Non importa che tipo di amore sia, se sia l'amore di un genitore, piuttosto che quello di un fidanzato, ma c'è quella sensazione di dolcezza, di totale abbandono nell'altro, di totale fiducia, di affetto quasi inconcepibile alla ragione, ma non al cuore.  Spesso, durante l'abbraccio, lo sguardo, in realtà, viene celato, come  se fosse troppo, o addirittura, come fosse troppo poco: allora le palpebre si chiudono e, a volte si stringono gli occhi, nel profondo desiderio che l'altro capti quella valanga di emozioni, persino quelle che gli occhi tendono a trasmettere vengono incanalate nelle braccia. Ed è questo lo sguardo che più mo fa impazzire. Esso non si cura mai di chi lo guarda, anche se è estraneo: è lui, ed è il più naturale che ci sia. 



E' incredibile come uno sguardo possa voler dire tutto.. Sono proprio lo specchio dell'anima... lo specchio di noi stessi, di quello che proviamo. In uno sguardo c'è davvero tutto il necessario per capire e conoscere qualcuno.. certo: bisogna saperlo leggere!
Ora vi lascio ai mille sguardi della vostra vita... abbiatene cura!
Buoni sguardi, 
Chiara

P.S. Questo post avrebbe dovuto essere molto diverso... ma...l'isprazione mi ha portato su queste affascinanti categoria di sguardi! Spero di non essere stata noiosa!

2 commenti:

  1. Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano. (Paulo Coelho)

    Cmq concordo con te.. Lo sguardo d'amore é il più innocente e sincero che c'é...
    <3 <3 <3

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  2. :-) <3 <3 <3 Esatto...è lo sguardo che dice tutto di una persona...

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