mercoledì 19 settembre 2012

"Del doman non v'è certezza..."


Nella vita tutto insegue una certa cronologia... si nasce in una famiglia, si cresce in una famiglia, la prima scelta vera è sul tipo di istituto superiore da affrontare e poi (vivamente consigliata al giorno d'oggi) è l'università. Sia alla fine di questa, piuttosto che al termine dell'istituto superiore scelto, si trova un lavoro a tempo indeterminato, spesso dopo un periodo di prova (possibilmente non troppo lungo), si risparmia, si apre un mutuo con un  bravo ragazzo/a che condivide i tuoi stessi obiettivi (s'intende una famiglia ovviamente, crescere i figli nel medesimo modo, mantenendo l'amore tra i coniugi), quindi il matrimonio e appena possibile dei figli e la carriera, oppure uno dei due rinuncia a quest'ultima, per la famiglia (questo dipende da caso a caso, basta essere d'accordo all'interno del nucleo famigliare).

Questo è quello che ci hanno insegnato... questo è quello in cui ci hanno fatto credere, questo è quello che ci hanno detto "essere giusto", "corretto".. perché c'è un ordine a tutto. Ed è vero. Cioè almeno per certe cose, quando il tutto riguarda soprattutto dei bambini è vero: ci vuole un ordine, un marito prima di andare a prostitute o una moglie prima di farsi il capo per far carriera (sono i due prototipi di errore che spesso vengono riportati, ma ce ne sono a migliaia), deve pensare alle promesse che ha fatto, deve pensare ai propri figli, perché, volere o volare, ogni conseguenza ricade su loro.

Ma l'ordine non è sempre così facile da trovare: la strada, il percorso non è sempre così chiaro. Una volta poche erano le figure, i personaggi che si poteva scegliere di interpretare, oggi sono milioni. Ti laurei in una cosa ma non sai se andrai realmente a fare la cosa più ovvia che la tua facoltà ti propone, a volte non ci sono nemmeno strade ovvie. Spesso si preferisce addirittura finire per orgoglio un istituto superiore che si è scelto, ma che non appartiene alla persona in sé, e, al termine, si sceglie di proseguire da tutt'altra parte. Molti sono talmente bloccati, che si fermano e stanno lì: aspettano? Cosa? I sogni che diventano realtà, ma non tutti se lo possono permettere, e nessun sogno si insegue da un divano (ahimè).

Se l'ordine delle cose porta alla termine dell'università o dell'istituto superiore scelto dopo cosa c'è? Non c'è più quello che ci avevano detto ci sarebbe stato. Ma solo spaesamento. Mille curriculum e mille domande. Nessuna certezza.
Ormai non è più nemmeno una certezza la scelta di un amore, perché ci si abbatte così facilmente davanti alle difficoltà che è meno faticoso dire un "Ciao", piuttosto che un "Restiamo". Probabilmente perché si è stanchi delle scelte che è necessario compiere, e perché? Perché nessuno aveva avvertito, previsto tutto questo. Non solo la crisi economica, ma la crisi di una società che non lotta né per un matrimonio, né per uno stipendio più alto. Grazie al cielo c'è chi lo fa, ma la maggior parte no.

 


Senza contare gli imprevisti... oh mondo quelli sono proprio quelli che odio. Sapete, io sono una di quelle che sa tutto. Sono dieci anni che so la specializzazione a cui voglio dedicarmi, so come sarà il mio matrimonio, so dove andrò ad abitare, so a che età voglio il primo figlio, so i nomi dei miei figli e so con chi fare tutto questo.

Oh cielo! Ho usato il tempo presente....e l'ho fatto apposta. Gli imprevisti hanno trasformato tutto in tutto passato. Rileggete il paragrafo sopra e modificatelo con "sapevo". La cosa più fantastica è che i genitori (in generale, non nello specifico dei miei, ma di quello che ascolto) si arrabbiano per gli imprevisti che capitano lungo la strada. Si arrabbiano se non trovi lavoro, si arrabbiano se vieni bocciato ad un esame, si arrabbiano se ti fai male. Eppure quando eravamo piccoli e cadevamo dalla bicicletta loro erano sempre lì. Ora si è grandi e si deve fare tutto da soli, ma ognuno ha il suo tempo. Ognuno è diverso. Ognuno deve seguire se stesso, sempre a non scapito di altri, ma ognuno deve seguire se stesso. Pensano che gli imprevisti si possano comandare, si possano ignorare, ma spesso non è così: sia esso un figlio improvviso (non sono incinta, è per dire), sia esso un po' di disorientamento per le troppe certezze, per il troppo ordine delle cose che ci hanno detto ci sarebbe stato. Spesso non si rendono nemmeno conto di quanto questo spaesamento soffochi i figli, stanno solo lì fermi a criticare. Non solo i genitori, ma tutte le generazioni più avanti. Ma, tutto questo: non l'hanno costruito loro?? Non sono loro ad aver cresciuto la nostra generazione?

Adesso io non so nulla... è probabile che tra un anno sarò in Svezia a spalare la cacca delle renne, oppure ancora qui a scrivere altri post e a studiare. Ma devo avere il coraggio di accettare che non c'è più la terra sotto i piedi, che non c'è più alcuna certezza. Una volta accettato questo, spiegherò le vele e partirò... lo stesso fate voi: accettate l'incertezza e partite... tra dieci anni, forse avremo più certezze, e, spero, la certezza di insegnare ai nostri figli che non ci sono certezze.

Come scrisse Lorenzo de' Medici, Canti Carnascialeschi, Canzona di Bacco  :

«
 Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
Del doman non v'è certezza »


Chiara

4 commenti:

  1. Una cosa... una certezza c'è sempre ed è l'insieme dei tuoi obiettivi da raggiungere, gli imprevisti, fanno parte della strada che porta a loro e si convive; a volte servono anche per farti cambiare rotta e maturare; non sono da sottovalutare

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  2. Andre, ti sei contraddetto.. stai ammettendo che spesso gli imprevisti fanno cambiare rotta... quindi non sempre c'è la certezza che gli obiettivi restino tali (invece nella prima frase avevi detto che sono una certezza).

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  3. Ringrazio molto i miei genitori e la loro generazione per le lotte e conquiste ottenute.
    Penso agli orari di lavoro, l'importanza del posto fisso...
    Solo che una volta raggiunti,si sono probabilmente rilassati, dandoli “per scontati”.
    Ci hanno quindi consegnato una vita relativamente tranquilla e “comoda”, piena di apparenti certezze...solo che si sono dimenticati di insegnarci a lottare per mantenerla.
    Quando il mondo economico,politico e “umano” è cambiato... ci siamo trovati spiazzati e impreparati a tirare fuori le unghie. E così negli ultimi anni infatti, abbiamo perso tante delle loro conquiste. E ci siamo un po smarriti.
    Detto questo,credo che gli imprevisti siano il sale della vita. Hai mai pensato a queste amicizie/relazioni sono nate perchè si è perso un treno, per un mancato appuntamento ecc...
    Come te, sono il primo che ne farebbe a meno, però spesso penso che una vita senza imprevisti,sarebbe monotona.
    Un imprevisto,se superato, rafforza la tua convinzione. Ti porta a lottare con ancora più energia per il tuo sogno, per il tuo scopo...rendendolo anche un po' più dolce.
    Come ne parlavi in un altro post....è come andare in montagna. Fatichi, sudi,ma quando sei in cima, il panorama è ancora più bello. Lo sforzo non lo senti più.
    A volte invece, gli imprevisti ti modificano il camminino,mettono in evidenza le tue pecche, mostrano la debolezza del tuo “credo”. Non sempre questo è negativo. Perchè a volte si è assolutamente convinti dei propri pensieri,ma solo perchè non li avevi mai messi in dubbio. Ricordi il post sul cardinale Martini?
    Nella mia vita, la mia strada è cambiata spesso. Ma non sono triste di questo.
    La vivo come un'avventura, la assaporo giorno per giorno, perchè non so mai domani cosa farò.
    Come dicevo prima, farei a meno di tutte queste incertezze, questi sogni infranti da una realtà diversa e cinica, ma la nostra, è una generazione di precari. Lo siamo nel lavoro, dove il posto fisso ormai non esiste quasi più, lo siamo negli affetti,dove il matrimonio dura sempre meno, lo siamo nei sogni, che ormai hanno lasciato il posto alle paure
    Ma io sono anche frutto di quegli imprevisti. E io sono, o voglio essere, più forte di questi imprevisti.

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  4. Complimenti Marco... mi piace più di tutto quest'ultima frase: "E io sono, o voglio essere, più forte di questi imprevisti."
    Io forse ora sono troppo piccolina per avere questa determinazione, o meglio sono altalenante nell'averla! :-) Maturerò!
    Chiara

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