venerdì 31 maggio 2013

Meglio lasciare o essere lasciati?

Ecco un grande dilemma dalla risposta poco scontata, seppure molti la credano molto scontata, verso la prima ipotesi. Esiste infatti la convinzione, a volte errata, a volte esatta, che lasciare sia, senz'altro, meglio, e quindi che, chi sta peggio è senza ombra di dubbio, colui che viene lasciato.
Vi è la convinzione che chi lascia, non soffra, o soffra meno. Eppure io non credo affatto in questa teoria.
Ogni situazione è diversa, quindi non bisogna generalizzare, ma spesso, chi lascia, chi deve lasciare, è pieno di dubbi, di domande, di supposizioni, del grande dilemma di: "Aver o non aver fatto la cosa giusta?", del "(...)E se era solo una crisi di passaggio?", e la peggiore: "E se era lui/lei quello/a giusta?".
Colui che viene lasciato è pervaso dal senso di abbandono, dal pensiero di aver potuto fare di più, per tenersi stretto il proprio amore, ma non ha scelta: esso se ne è andato. Deve "Solo" uscire da questa tristezza d'animo, e: andare avanti.

Ma chi lascia, i dubbi, non lo lasceranno mai, per molto tempo, e solo dopo molto, forse avrà le risposte, se a favore della sua scelta, ottimo, ma se non lo erano... difficilmente potrà tornare indietro, e questo, fa sì che chi lascia si assume davvero una grande responsabilità.

Forse, le sofferenze non vanno rapportate tra di loro, ma solo, semplicemente constatate: perché esistono per entrambi.

Chiara

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